Monza ricorda il «re buono» e prova il rientro dei Savoia

Monza ricorda il «re buono» e prova il rientro dei Savoia Alla cerimonia per il centenario dell'attentato di Bresci per la prima volta partecipa il sindaco. E arriva anche un telegramma di Leoluca Orlando Monza ricorda il «re buono» e prova il rientro dei Savoia Fabio Poloni MONZA"" l'in reduci cho conibatlènti, ma questa volta davvero tanti. Milloduoconto, forse qualcosa di iiu, sotto la navate Q marmi de Duomo di Monza, nel cente�simo anniversario dell'«atto inl.iiiu;». Quando l'anarchico to�scano Gaetano Bresci proso u pistolettate Umberto l di Sa�voia, ammazzando il «ro buo�no». Cravatte scuro, labari o gonfaloni abbrunati con lo stemma della mal casa, y,\\ occhi di tutti VOrsO lo primo filo della cattedrale, Aguordaro l'ologanza in blu di Amedeo di Savoia, il Duca D'Aosta accompagnalo dalla mof/lio Svoviu e Sergio, princi�pe di Jugoslavia; «Commemo�riamo un ratto tristi', ma un giorno felice por quosto inaspottato uffotto (lolla gente». A controllore le assenze di som jiit, quello di Viiiorin KiiiiimiO' e e di suo figlio Emanuolo l'iliborto, bloccati olii ofrontiora dalla Costituzionn, malgra�do quolla voglia di giurara fedeltà alla repubblica che fa storcerò il naso ai monarchici. M poi a osservare incuriositi il sindaco d�Monza. Roberto Co�lombo del Polo, che por la prima volta si mette la l'ascia tricolori! por ( uosta cerimo�nia, alla faccia ( oi iiiii^;uf;iii sia nella maggioranza dio all'opposiziono. Con un telegram�ma, si fa sontiio puro il sinda�co di Pulormo Leoluca Orlundo, umico personale del Duca d'Aosta. l'raticainonlo una benedizio�ne laica o repubblicana al riun�irò dei Savoia. Anche so a questi 1200. del giuramenti di fedeltà alla Costituzione, non elleno può fregar di mono. Como dico uno doi quattro Siovanotti elio portano lo slonnrdo tre metri por duo con il regio tricolore: «Devono lornuro purché sono (lessati cinquan�ta anni e perché ò un loro diritto...». Come ripete Picrgiunni Prosperìni, vicopresidenlo dolla Regione Lombar�dia por An, monarchico da sempre, mescolato all'ex presidomo del Consiglio comunale milanese Massimo De Carolis e a una pattuglia di ammini�stratori di An: «Giuramenti di fedeltà? Ma se ci sono in giro gli oxtracomunitari cho certo non giurano... E poi i Savoia sono innocui, al massimo pos�sono fare un altro partito. C'è già la lista Bonino, uno in più uno in mono non fa differen�za...». Che ci siano resistenze al rientro dei Savoia, non stupi�sco Prosperini: «C'è il proble�ma dei beni reali... Altro che legge razziali da far scontare agli erodi, ai figli e ai figli dei figli...». A dir la verità, tra )adri e figli, sono più i nonni a "ar la parto dol leone nel corteo cho sotto al solo arriva davanti alla Cappella espiatoria, can�cellata, scalini di marmo, crip�ta con la sacra zolla con il sangue del «re buono» versato quolla notte di luglio di 100 anni fa e monumentale croce di alabastro che allo 22 e 35 si illumina per lo fiaccole, come non accadeva da quaranta un�ni. Sono gli ex «ragazzi» della campagna d'Africa e di El Alamein. Hanno le corone di fiori, al braccio la fettuccia con la città di provenienza, da Tori�no a Catania, da Roma a Napo�li. Qualcuno è stalo a Cascais in Portogallo, dove iniziò l'esi�lio. Molti sono qui por l'ennesi�ma volta, dopo altrettanti tour al Pantheon di Roma. Ma U viaggio che fa più discutere è quello del sindaco polista di Monza, che un mese fa era volato a Ginevra dagli ultimi Savoia. Difende le sue scelle, Rober�to Colombo: «E' un problema storico, non politico. Non fac�ciamo strumentalizzazioni». E dentro la Villa reale, durante la cerimonia, legge due righe di Vittorio Emanuele. Quelle dedicate a Umberto I che ini�ziano con un «devoto ricordo di sua maestà» e finiscono ricordando la sua «opera rivol�ta al bene della nazione». Quel�le che ovviamente sorvolano sulla guerra d'Africa e sui cannoni di Bava Beccaris che nel 1898 fecero 80 morti, tra i milanesi che marciavano per il pane. Che poi sarebbe il moti�vo di quelle tre pistolettate di Bresci. E cho sarebbe il pretesto per polemizzare con il Polo, di quel leghista che davanti alla Cappella espiatoria sfoggia t-shirt verde, sole celtico o un anacronistico «viva Bresci». Massi, un pretesto. Più o meno la stessa accusa dei leghisti che a Monza stanno all'opposi�zione e non con il Polo: «Il sindaco cerca in ogni modo di risollevare le sorti di una giun�ta che non fa niente. Anche a costo di andare a braccetto con i monarchici. La sua è solo propaganda». In 1200 hanno partecipato alla commemorazione Non sono mancate le contestazioni I leghisti: solo propaganda per la giunta Amedeo di Savoia «In un giorno triste tro\aamo l'affetto d�tanta gente» * A sinistra Amedeo di Savola, Duca d'Aosta, nel municipio di Monza con II sindaco; a destra un gruppo di -noM.ilgicicon la bandiera dei Savola nel presti del monumento