«Colpa del clima pre-elettorale»

«Colpa del clima pre-elettorale» ÌL FONDATORE DEL GRUPPO ABELE «IL TEMA DELLA SICUREZZA RISCHIA DI CALAMITARE TUTTE LE ATTENZIONI» «Colpa del clima pre-elettorale» Dm Ciotti ai partiti: basta con questo balletto intervista Stefania MlretU TORINO SABATO 29 luglio: le carceri italiane non si sono svuotate, gli atti di demenza invocali anche dal Papa non d sono stati, la messa è finita/il Parlamento chiude per ferie. Per i detenuti comincia quella che verrà forse ricordata come l'estate piti lunga, e tran solo perché, come opni estate, le attività di sostegno e di formazione s'inter�rompono, il personale si riduce e con esso anche le are d'aria e le possibilità di movimento, mentre aumentano sovraffollamemo, sen�so d'esclusione e ora anche rabbia. Di riforme se ne riparlerà, se tutto va bene, ad ottobre. Sono i tempi della politica, non certo quelli dell'emergenza. Don Ciotti, è preoccupato? «Certo, perché mentre noi discutia�mo, là dentro, nelle carceri, d sono persoae le cui speranze sono state disattese. SI. un po' mi preoccupa ouesto balletto dei partiti sulla pelle di tutto ii mondo carcerario». Cos'è che ha frenato il Parla�mento? «Un assurdo clima pre-elettorale, in cui ha avuto la meglio il metodo del termometro, ossia ia ricerca del consenso. Ce poi il rischio che il tema della sicurezza che è un'aspi�razione legitiima, beninteso fini�sca per diventare il grande killer. Nel senso che calamita tutte le attenzioni e lascia troppi vuoti di risposto rispetto ad altri problemi». Ora, concretamente, cosa si può Care? «Nd siamo qui per fare la nostra parte. Quella di oggi è un'iniziativa eccezionale, almeno quanto eocezionale è lo stato di disagio che attra�versa l'intero mondo carceraio. Per la prima volta centinaia di assodazioni e realtà locali si sono date appuntamento davanti a una ses�santina di istituti di pena. Forse il senso e lo sforzo di questa giornata è contribuire a colmare un vuoto di presenza politica e un iefidt di risposta. La società dvile oiganizzaUi, il cartello ricco e pluralista che si è raccolto intomo all'iniziativa di oggi, ha il significato di stimolo, denuncia e proposta: una ricchezza che non può esaurirsi nella manife�stazione di questa mattina. Il nostro obbiettivo non è solo la solidarietà, pur importante, ma la giustizia so�dale» A questo proposito, interve�nendo davantfal carcere mila�nese di Opera Sergio Cusani ha parlato di un «Partito della solidarietà, cooperazione e mu�tuo soccorso» che potrebbe presentarsi già alle prossime elezioni, e di cui lei dovrebbe essere il leader... «Il mio mestiere non è e non sarà mai quello di candidarmi alfe elezioni. Sono un sacerdote e ce la metto tutta, cosciente dei miei limiti, per essere sempre più fedele a Dio e all'uomo. Ma la politica non ò solo governare o amministrare, è anche progettare. E gruppi e movimenti come quelli che si sono messi oggi insieme sul problema delle carceri hanno le carte in regola per fare questo» Come mai i rudi del sistema carcerario italiano vengono al pettine oggi, e tutti insieme? «Il fatto è chela prigione. Io vediamo nella nostra concreta esperienza di operatori, è ormai diventala un con�tenitore di povertà, un tappeto sotto cui ven^cno nascosti problemi che non si riescono o vogliono gestire e risolvere sul piano oelle politiche e dei servizi sociali Tossicodipenden�za, dds, immìgraziane, disagio socia�le e psichico, sono tutti problemi irrisolii che vengono ddegati d car�cere». E però, replicherebbe ro in mol�ti, d sta pur sempre parlando di persóne che hanno coi ' mes�so reati» «Certo, queste persone hanno spesso respousdiilità e devono risponder�ne ma senza che si scarichi su di loro tutto il [leso di una pena detentiva che il piti delle volto sdiiacda a umilia v quasi mai recupera e riedu�ca». Ce infatti questo primato tutto italiano delle recidive: il 7ir delle persone che escono dal carcere d ritomanu entro un aiuio... Un dato cho fu rillettere, ma andio preoccupa... «La spirale (iella recidiva si spezza se dopo la pena ci sono uumin�e donne recuperati alla leedità. alla cumuniu e die sue regole, e non umiliali e incattiviti, ancora più cmargìnad e privi d�opportunità. Noi crediamo che un vero risarcimento per la società e per le singole persone colpi�te dal debito si ottiene promuovendo una giustizia che eviti ugni cbmpressione della dignità. Riparare i dram�mi umani e le lacerazioni sociali è impresa credibile solo se la pena non diventa mera ritorsione sociale, co�me Ita detto il Papa. Se si fa il possibile per accogliere e riaccoglie�re anche chi ha sbaglialo. Non fare il possibile, per distrazione, omissione o indifferenza, equivale semplkomente a non fare ciò che è giusto» «La prigione è diventata un contenitore di povertà, un tappeto sotto cui sono nascosti problemi che non si sanno gestire e risolvere» S«rgio Segio e don Luigi Ciotti ien nella conferenza stampa improwìMta davanti all'ingresso delle Nuove

Persone citate: Ciotti, Don Ciotti, Segio, Sergio Cusani

Luoghi citati: Torino