Formidabili quegli anni in redazione di Giuseppe Caldarola

Formidabili quegli anni in redazione GRANDI INVIATI ED INTELLETTUALI SEGRETI E FAVOLE SU UN QUOTIDIANO CHE NON CE' PIÙ' Formidabili quegli anni in redazione Un lungo romanzo fra trasgressioni e fedeltà la storia Filippo Ceccaralli FELICI trasgressioni e spaven�tose fedeltà alla linea del parti to. Matrimoni e suicidi di co�munisti, privilegi e nrocessi fra giornalisti. Fiumi di alcol in reda�zione, sigarette russe dal lungo bocchino, palline di flipper clic schizzavano nel bar di via dei Taurini. Miliardi, infine, per tirare avanti la baracca. Con tutto il rispetto: chi potrebbe caricarsi sul�le spalle questa memoria caotica, questo romanzo ancora incande�scente? Ha scritto Paolo Franchi sul Corriere della Sera che ai Ds, ai Veltroni, ai D'Alema. tL'Unitù par�la, anche quando tace, di una storia che non sentono più loro». E se non è una storia, è peggio; una leggenda. Così, sul quotidiano del Pei e più in generale su quel giornalismo che aveva problemi a definirsi «fiancheggiatore» (gli allegri scape�strati di Paese Sera, gli ombrosi e fieri siciliani do L'Ora, i letterali fiorentini del Nuovo Corrieri' di Bilenchi) è venuta accumulandosi la più bella e sconcertante memo�rialistica cho sia dato di leggere. A Roma, ha scritto In^rao, di notte i redattori venivano riportati a casa su una camionetta. Nel palazzo delTUnttó c'era anche il barbiere. Giù. negli inferi dell'ar�chivio, s'incontrava un vecchietto, Vincenzo Bianco, che aveva fonda�to l'Ordine nuovo e chiamava Gramsci «Antonio». Il capospedi zUmiere, d'altra parte, era compa�re d'anello di Claudio Villa e teneva i rapporti tra il cantante e le Botteghe Oscure... A Milano si aggirava per la redazione una mi�steriosa donnina bulgara dallo sguardo indagatore, chiamata «Nu�vola», di cui si diceva fosse stata l'amante d�Dimiirov. Racconta Marcello Venturi nel suo Sdraiati sulla linea die costei leggeva e ritagliava la Pravda rifornendo i giomalisli d�incomprensibili pez�zi di carta: «Notìzie fresche dall'Urss» garantiva. A Torino il re�sponsabile era il cognato di Togliat�ti, Montagnana. La sua ossessione, ha scritto Paolo Spriano ne Le passioni di un decennio, era il reclutamento dei giornalisti fra gli operai. Quando finalmente no tro�vò uno, per giunta delle Femore, quello imparo il mestiere e passò alla Gazzetta del Popolo. Sempre a Torino, Guido Quaranta ha raccon�tato di un processo a un giornalista che, civettuolo, si era comprato un paio di scarpe di zebù. E poi Napoli. Proprio qui, nelle stanzette dell'Unità all'angiporto Galleria, ira muri nelle cui cavità «sono rimasti imprigionati voci, sospiri, maldicenze, mugugni, per�fino odori», Ermanno Rea ha am�bientalo storia desolante dell'amo�re fra due redattori, lui perduto dirigente di partilo, lei morta suici�da negli anni cinquanta. Mistero napoletano si chiama il libro, ira i più belli pubblicali in Italia negli ultimi anni. E allora, di nuovo: cosa c'entra�no Polena, e Salvi, e Chicco Testa con tutto questo? 11 politico era divenuto persona�le anzitempo, nella stampa comu�nista. I giornalisti dell Unità si consideravano un po' «la Marina» del Pei, il corpo più elegante, anche un poco snob. Ma il partilo entra�va lo stesso, e pesantemente, nella vita di tutti. Basti leggere appena ripubblicalo Duemila anni di felicità di Maria Anloniella Macciocchi. Come dappertutto c'erano amori, tradimenti, gelosìe, biga�mie. Eppure, la categoria dei gior�nalisti era quella che dava più guai. In prima istanza toccava al direttore: «Dio mi perdoni ha poi riconosciuto Ingrao per �consigli che ho dato». Altri erano meno irreprensibili, se ha un fondamen�to la leggenda di quello che mor�a casa dell'amica, e là la salma ven�ne ricomposta, prima di essere faticosamente trasportata al gior�nale. Dopo il 68' cominciarono le coppie aperte; con il Settanlasettc il femminismo e i legami gay. Insomma; la vita viva della socie�tà, ma sempre in un mondo a sé, con vincoli, confini, compatibilità, gerarchie e malinconie tutte parti�colari. Perché chi lavorava all'UniW era si un giornalista, ma spesso anche un intellettuale (come Spina�no), un politico incaricato di auten�tiche missioni diplomatiche (come Antonello Trombadori) e non ili rado un raffinatissimo scrittore, ed era il caso di Mario Melloni, Fortebraccio, die s�concedeva il lusso dell'amicizia con Andreotli e Montanelli. Un lavoratore senza orari; «Come un missionario in Congo», secondo Maurizio Ferra�ra, stipendio ai minimi, ma con più liberta. Anche quella d�correre rischi all'estero, per cui Tedeschi fu espulso dall'Algeria; Panealdi dichiaralo indesiderabile in Fran�cia; la Macckxxhi interrogala per ore dai franchisti; De Jaco prigio�niero dei colonnelli greci; Vicario se la vide brutta in Cile. In compen�so, i corrispondenti dai Paesi del�l'Est erano spesali dai Pc «fratelli» e talvolta tornavano donne palli�de, bellissime. Figura da romanzo. Alberto Ja�coviello, «eretico» sull'Ungheria e poi sulla Cina. Ai tempi della guer�ra dei sei giorni rovesciò sul banco�ne il piombo della prima pagina di Paese Sera: troppo filo israeliano. Fu il primo eorri.sixmdente in Usa. Non aveva un braccio, ma a un [Xirty afferrò la mogUe del Presi�dente degli Stati Uniti imscinandola in un valzer. I soldi li trovava tpiell'altro siniordinario |)ersonaggio die fu Amerigo Tcrenzi; allo, grosso, qua�si albino, molto romano, molto helliano, bibliofilo, esperio d'arte: quando si voleva dislram? andava a passeggiare al Veruno, sofferman�dosi di fronte a una lapide svi cui era scrino «Quello clic siete finnma Ciucilo che siamo sarete» Terenz�tratiavu con Fellrinolli. CefLs, Maltoi, gli prese un colpo in Corea del Nord. Fu il grande inven�tore della slampa d'arca e m parti�colare di Paese Sem, dw gli soprav�visse, ondeggiando paurosamente ira i finanziamenti di Calvi e quelli del Pcus. Un'altra sua creatura fu L'Ora d�Palermo, che fjià nel 1958 alla prima seria indnosta sulla mafia, alla prima foto di Luciano Lìggio pubblicaui. ebbe distrutti gli stabi�limenti tipografici da cpiaJche chi�lo di tritolo. In redazione dominova a suo modo Vittorio Nisiicò: «Un nevrotico abbarbicato al suo Uivolo ondie per sedia ore di filo, concemralo, incazzoso. scatlante. balboliame per timidezza o per furore, dispensovu rabbuffi gelidi o oopallottolava e tirava in taeda le due cartelle, mi intimidiva da morire lo ricorda Giuliano Saladi�no nel suo Romanzo civile sempre con un bicchiere di latte sul tavolo, fumando milioni d�sigarette, finto distratto, finto airuffonc, m realtà vigile attentissimo appassiona�to...». Viene da chiedersi con che cuo�re i Ds dovrebbero o potrebbero tenersi questa storia cos�diversa dalla loro. Albertojacoviello figura da romanzo fii «eretico* prima sull'Ungheria e poi sulla Cina Fortebraccio si concedeva l'amicizia conAndreotti e Indro Montanelli Qui accanto Mario Melloni che si firmava in prima pagina -Fortebraccio» A sinistra Alberto Jacoviello inviato -storico» nei Paesi dell'Est Giuseppe Caldarola direttore dell'Unita