Il brusco risveglio di Mediaset e Rai di Ugo Bertone

Il brusco risveglio di Mediaset e Rai Il brusco risveglio di Mediaset e Rai Alleanze obbligate per tutti: ecco l'effetto «terzo polo» Ugo Bertone E adesso? Su un punto sono tutti d'accordo: il grande terremoto è appena agli inizi. Dopo lo sbarco di Colanin�no « Pellicioli sull'etere, infat�ti, i fragili equilibri del sistema italiano delle tv sembrano de�stinati a cambiare anche se, almeno a leggere i progetti industriali delia grande Seat, gli obiettivi sembrano assai più modesti. Lo sbarco di Seat-Tin.it in Tmc, spiega Gianfilippo Cu�neo, il consulente aziendale che ha seguito passo passo le strategie di Lorenzo Pellicioli, era un passaggio industrialo obbligato: il gigante italiano di Internet aveva bisogno di una grande società di produzione, destinata a sfornare program�mi dedicati ai patiti della Gran�de Rete: gente tra i 15 e i 35 anni, a caccia di informazioni mirate (sport, economia, musi�ca) e di programmi trascurati dalle tv generaliste. Ma come dimenticare che ora, accanto a Tmc, c'è anche Stream, la pay tv che Colanin�no controlla assieme a Rupert Murdoch, forte tra l'altro del�l'esclusiva della Champion League? Vero, anche cosi la flotta resta piccola, ma il «terzo po�lo» può contare sui quattrini di Telecom, una massa d'urto capace di far tremare Mediaset. Per questo, affermano gli analisti, la società del Biscione non può restara ferma. Lo sbarco di Colaninno nel panora�ma dell'etere condanna la so�cietà d�Berlusconi ad accelera�re il processo di alleanze a livello europeo. E non baste�ranno gli accordi industriali con i vari Kirch o Murdoch (amico di Berlusconi, ma socio di Colaninno). Stavolta si do�vrà andare più in là. La Finin�vest, ipotizza più di un osserva�tore, potrebbe cedere la mag�gioranza delle reti, magari con�centrandosi sulla produzione di alcuni Contenuti, destinati non solo alle tv. E poi c'è la Rai. L'affare Tmc ha, quasi d'improvviso, sbloccato la grande foresta im�pietrita attorno a viale Mazzi�ni. Ormai, a sinistra, si molti�plicano le aperture ai privati: alla Rcs presieduta da Cesare Romiti, alla Cir di Carlo De Benedetti, ma anche ai protago�nisti della «new economv», come E.Biscom. Solo chiacchie�re? In realtà, il grande terremo�to va nella direzione della storia. Negli ultimi mesi, infat�ti, nulla o quasi è rimasto com'era prima nel grande uni�verso delia comunicazione. Do�po l'accordo tra Aol e Time Warner negli Usa, i francesi di Vivendi hanno stratto alleanze con Vodafone e acquistato l'americana Univorsal; Bertel�smann ha reagito stringendo un patto con la spagnola Telefo�nica (e con acquisizioni negli Usa). Rupert Murdoch ha mes�so le basi per la quotazione del suo imparo di satelliti, prima mossa per nuove alleanze glo�bali. E proprio ieri, giorno del grande sbarco di Telecom Ita�lia sull'etera tv, la Pearson, proprietaria del Financial Ti�mes, ha posto le basi per raffor�zare la sua presenza in «Channel five». la quinta licenza televisiva del Regno Unito. Ie�ri, infatti, la Granada Media ha acquisito per 1,75 miliardi di sterline (più di 5 mila miliardi di lira) le rati controllate dalla United, con l'impegno però a cedere il 35^ di «Channel 5» destinato a finire nelle mani di Rtl, il colosso europeo in cui la Pearson, proprietaria del «Fi�nancial Tunes», detiene il 2fì'«D. La rivoluzione avanza dap�pertutto, insomma. Nella socie�tà dell'informazione, del resto. la tecnologia rende possìbile cose impensabili. Pochi anni fa, tv, telefono e personal com�puter appartenevano a mondi separati, con logiche industria�li e commerciali diverse. Oggi, grazie a cavi, satelliti, piattaforme terrestri e reti tele�matiche, le frontiera si sono dissolte: telefoni, Internet, Umts, tv digitale terrestre o via satellite, emittenti «broa�dcasting» e tv interattiva, tut�to è destinato a dialogare sulla base di un denominatore comu�ne. E a competere per la con�quista della «torta» della pub�blicità o, più ancore, del con�senso dell'opinione pubblica. E ancora una volta, come ai tempi della vecchia tv, la diffe�renza la faranno i contenuti.

Luoghi citati: Regno Unito, Usa