Task force italo-albanese contro gli scafisti

Task force italo-albanese contro gli scafisti Task force italo-albanese contro gli scafisti Amato a Tirana: manderemo più uomini e mezzi inviato a TIRANA «Sono soddisfatto». Ma subito dopo precisa: «Mi ritengo, a oggi, soddisfatto per l'esito di questo incontro. Il presidente Meta è ben consapevole della reazione dell'opinione pubblica italiana ai fatti dei giorni scor�si». Il Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, alle sette di sera, incontra i giornalisti nella sala stampa del Palazzo dei Congressi. Accanto a lui, siede il Presidente del Consiglio albane�se, Ilir Meta, con il quale, Ama�to, aveva avuto prima un collo�quio a Quattr'occhi e poi un vertice allargato alle due delega�zioni. Per l'Italia, erano presenti il sottosegretario agli Esteri, Umberto Ranieri, il vicecapo della Polizia Manganelli, il Co�mandante generale della Guar�dia di Finanza, Mosca Meschini. Nella conferenza stampa, i premier Amato e Meta hanno illustrato i risultati di questo vertice. Dice Amato: «Il governo italiano ha preso atto con soddi�sfazione dell'approvazione, da parte del governo di Tirana, di una legge che contiene norme più stringenti nei confronti de�gli scafìsti». Ma Amato aveva annunciato a Roma che avrebbe preteso dalle autorità di Tirana delle garanzie sull'attuazione di questa legge. E ieri, il Presiden�te del Consiglio, soddisfatto, ha potulo-annunciare: «Ho-molto apprezzato che è stata accolta la mia proposta di collaborazione, di paruiership italo-albanesp, ai fi nMi monitoraggio, divenfica, dell'implementazione di queste norme di legge». Insomma, l'Italia verificherà sul campo se la legge che il Parlamento di Tirana approve�rà a settembre, diventerà oper# tiva. Amato si dichiara fiducio�so: «Le cifre dicono che il feno�meno dell'immigrazione clande�stina verso l'Italia, in partenza dall'Albania, è in diminuzione. E' importante l'impegno assun�to qui a Tirana per la repressio�ne di questi fenomeni. In questi mesi, sono stati fatti oltre mille respingimenti in mare, sono di�minuiti il numero degli scafi e dei clandestini. Ma il fatto gra�vissimo di Otranto è possibile che si ripeta, proprio per le modalità in cui avviene il con�fronto in mare tra gli scafìsti e i nostri mezzi». Delinea una vera e propria strjatcgia generale 4i cunlrasfco, il Presidente Amato: «La cooperazione tra l'Italia e l'Albania va fa^til ancbe.a ler^a. Il controllo va*fttttb alla parteirta per inter�cettare i luoghi dove si concen�trano i clandestini. Per questo, invieremo a Valona anche un nucleo di elicotteri. E non è escluso che aumenterà il nume�ro del contingente delle nostre forze di polizia. La collaborazio�ne tra i nostri due paesi non s�chiude con l'assistenza tecnica, con i mezzi ma anche con equi�paggi e uomini che insieme agli albanesi concorrono alla vigilan�za e all'intervento». La legge approvata dal gover�no albanese, rappresenta una rivoluzione copernicana perché trasforma la detenzione di un gommone, ai fini del trasporto di clandestini, da reato ammini�strativo a reato penale, preve�dendo anche la sua confisca. A sentire il Presidente albane�se, Ilir Meta, risultati concreti nella lotta al crimine, ai traffi�canti, già ci sono: «Dal 1999 al primo semestre del 2000, sono stati respinti 1.500 tentativi di partenze di clandestini. In que�sti sei mesi del 2000, le forze di polizia albanesi hanno arrestato 170 trafficanti». Annuncia Me�ta: «L'Albania è l'ultima stazio�ne dei flussi di immigrazione provenienti da altri paesi, dai paesi dell'Est. L'Italia è la prima stazione d'ingresso per l'Euro�pa. Costituiremo a Valona un Centro per la lotta a questi traffici, nell'ambito del Patto per la stabilità». Ma l'Albania chiama alle pro�prie responsabilità anche gli altri paesi della Comunità Euro�pea: «I clandestini curdi o cinesi non arrivano dal cielo dice sempre il premier albanese ma dai nostri paesi confinanti, con i quali noi non abbiamo accordi di riammissione». Dialoga Ama�to: «L'Albania è la porta d'in�gresso di flussi migratori prove�nienti da diversi paesi. Solo con la collaborazione di questi paesi sarà possibile fermare gli immi�grati e restituirli ai loro paesi d'origipe». Prosegue il Presiden�te Amato: «In questo modo, sottrarremo materia prima ai trafficanti. Sono utili, a questo proposito, centri di accog lenza in Albania, sono essenziali gli accordi con i paesi di provenien�za di questi immigrali: Grecia, Macedonia, Turchia, Bulgaria. Tutto questo andrà discusso e deciso nell'ambito del Patto per la stabilità: l'Italia svolgerà una parte prevalente». |g. ruo.J Nuovo patto siglato con il premier Meta per intensificare l'azione di contrasto «La situazione nell'ultimo anno è migliorata ma dobbiamo impedire il ripetersi di tragedie come quella di Otranto»

Persone citate: Giuliano Amato, Ilir Meta, Meta, Umberto Ranieri