Beria di Argentina, il giudice del rigore

Beria di Argentina, il giudice del rigore Morto a 79 anni l'ex procuratore generale di Milano. Conso: sarebbe stato un ottimo ministro Beria di Argentina, il giudice del rigore Usuo motto: «Sonopiemontese, credo nelle istituzioni» Fabio Poleltl ^ m[lano «Sono piemontese, credo nello istituzioni»* amava dire Adolfo Berla ili Argentini!, torinese, in mogislrutura dui '47, morto ieri mattina nella sua abitazione milanese dopo unti lunga malali i.i II 5 dicembre avrebbe com�piuto SU anni. Più d�mota dulia sua vita è legata nlla storia giudiziaria del Paese: dalle aule dei Tribunali al Csm, dalla presi�denza dell'Anni alla fondazione ih Md, (Ino all'incarico di capo di Gabinetto del ministero della Giustizia ai tempi del socialista Mario Zugari, e aU'incarico di presidente del Consiglio consul�tivo doll'Onu per la prevenzione del crimine. Ma è dall'unità d'Italia, dio il nome dei Boria di Argentino è legato alla storia della magistra�tura: prima suo nonno Luigi, magistrato e senatore dol Re�gno, poi suo padre Camillo, an�ch'egli giudico. Una camera quasi obbligata por Boria d'Ar�gentine, dopo il militare a Savo�na durante la guerra «Ci cono�scemmo 11», ricorda l'ex mini�stro della Giustizia Giovanni Conso dopo l'S settembre che lo vede partigiano e per questo viene insignito di due croci al merito. Laureato in Giurispru�denza e Filosofia, nel '47 diven�ta uditore giudiziario a Biella. Una carriera che finisco nei '90 quando va in pensione, dopo ussiiro stato a Milano prusidonto dol Tribunoli) doi Minori e Procuratore Generale. «E' stato un maoslro. Ha sapu�to ixiito lo persone al contro della vita», ricorda Livia Pomo�doro, attualo jprosidonlo del Tri�bunale dei Minori di Milano, tra i primi a correre dalla vedovo o dalle tre fìglie, insieme al procu�ratori) capo Francesco Saverio Borrulli, al sostituto Ilda Boccassini, al presidente della Bis Cesare Bomili. «Ricordo le batta�glio noli'Anni per l'indipundenza doi magistrati», ricorda anco�ra Livio Pomodoro, vicino n lui aiicliinella Società Intemazio�nale di Difesa Sociale. «Era un magistrato di grande coerenza e di estreme capadtà organizzativo. Avrebbe avuto tulle le corto in regolo per foro il ministra della Giustizia», ricor�da ancoro Giovanni Conso, che entrò ni Csm nel '72, allo scade�re dui mondato di Boria a palaz�zo dei Marusciolli. «Ricordo la suo attenzione nel dibattito sul�la riforma del codice. Sì, sarebbe stalo un ottimo minislro.,.», rilieto Cunso. E pur {kico, Adolfo Bario di Antentino non divenne Guanlusigilli. Anche se era lui stesso a schermirsi, a non pren�dere in considerazione quesl'ovonlualità: «Sono voci,,. Quando dicono che per lu mio capacità manageriali potrei fare ìl ministro di qualsiasi dicaste�ro, rispondo che allora potrei onche allo Sport. Come vecchio tennista...». Giustizia, politica e polemi�che, furono il pane quotidiano dogli ultimi anni di Borio di Argentino prima di ommolarsi. Anni che ricordo bene Alessan�dro Galante Garrone, magistra�to, docente universitario, giuri�sta, anche lui suo amico: «La cosa più importante per un giu�dice e il carattere. Per la sua rettitudine è stato un punto di riferimento. Ha avuto lo forza di supportare molte amarezze...». Quando Bettino Craxi non lesinò elogi e ringraziamenti od Adolfo Boria di Argentine che lasciava la magistratura, disse�ro che ora socialista. Quando sulla drogo coniugQ il termine «modica quantità» o si battè contro Mortelli che voleva il referendum contro i giudici, dis�sero cho era inviso lai socialisti. E poi repubblicano, democristia�no, ontidomocristiano, le tante etichette di chi aveva un ruolo importante negli anni della AftXanodahere. La Milano esplosa con Mani pulite, dopo l'era Berla. Gli chie�sero perché non seppe prevede�re l'intreccio tra politica e afTari che aveva avvelenato la città. Rispose non senza polemiche, ricordando le indagini di allora: «Dovo erano i giornali quando arrestammo Antonio Natali, il padre di tulli i craxiani, per cui il Parlamento non concesso i'autorizzoziono a procedere? Dove orano quando confiscavamo i boni di Ligresti? Quando indoga�vamo su Pietro Longo e la Codemi? Sulle infiltrazioni mafiose in Borsa?», Risposto deciso, senza peli sullo lingua. Lui che de procuraloro generato non aveva timori noll'olzoro il telefono e chiama�re il Guardasigilli, Lui che pure di politici, per il suo ruolo, ne aveva conosciuti tanti: «Parlavo con i segretari di partito, con Craxi e Forlani. Per me, loro rappresontavano le istituzioni. E da piemontese, io credo nello istituzioni». Venne Mani pulite, o fare piazza pulita. E poi venne�ro le polemiche sull'utilizzo dei pentiti. In un clima di giustizìalismo che al giurista Adolfo Boria di Argentine non piaceva: «La mia visione ora che la magistra�tura dovesse mantenersi fredda in una società calda». Una critica severa, certo. Un andare magari contro corren�te, ma deve essere anche per questo che nel '97 re Juan Carlos di Spagna volle conferir�gli il premio intemazionale Giustizia nel mondo cper il molo di primo piano svolto a difesa dell'indipendenza della magistratura, anche come fon�datore dell'Unione intemazio�nale dei magistrati». Pensava che «la magistratura dovesse mantenersi fredda in una società calda» Adolfo Berla di Argentine La direzione de La Stampa si asso�cio al doloro della collega Chiara Borio di Aigentine, direttore di Specchio, por la peidita del padre Adolfo Bono iti Sale e di Aigentine.

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