Borse, strategia anti-tassi

Borse, strategia anti-tassiRISPARMIO Il mercato Usa si sta raffreddando senza traumi pur se la volatilità è in aumento e il rischio di rialzo deWinflazione tiene in allarme Wall Street e VEuropa. I consigli per il 2 'semestre Borse, strategia anti-tassi LE nubi, stavolta, sembrano davvero lontane dai deli del�l'estate finanziaria. In Euro�pa, l'economia ormai si avvia a girare a pieno regime. A Tokyo, certo, l'emergenza è ancora viva. Ma, almeno per ora, anche que�sto congiura a dare stabilita al sistema: la Banca del Giappone non può permettersi il lusso di abbandonare la politica del dena�ro a costo zero, pena il rischio di nuove insolvenze. Restii l'inco�gnita americana. Solo poche setti�mane fa sembrava più viva che mai la minaccia di un atterraggio violento, traumatico, dopo nove anni di boom. Ma l'incubo di un crack sembra scongiurato; la lo�comotiva Usa rallenta senza pre�cipitare, finalmente sia Wall Stre�et che i consumatori rispondono ai richiami, energici, di Greenspan. Le cose, insomma, potreb�bero andar bene. Purché non vadano troppo bene... Ogni ecces�so potrebbe mfatti provocare na�zioni molto violente. Non va dimenticato, del resto, che il mondo dei mercati arriva da uà periodo terribile. Tra il 10 mano e il 23 maggio scorso i titoli Intamet hanno lasciato sul terrono, a New York, il 3tt del loro valore. Una cifra da fanta�scienza, se si pensa die a mano, nel momento di massima gloria, il settore valeva la bellezza di 1400 miliardi di doUari. In cifre, la caduta di primavera è costata, in termini di capitalizzazione, 500 miliaidi di dollari, ovvero un milione di miliardi di Uro. Molto di più di quanto Wall Street pene nel crack del!'87. Certo, da allora il Nasdaq ha recuperato una parte rilevante del terreno perduto, ma più della metà delle offerte pubbliche del�lo scorso inverno sono ancora trattate sotto il prezzo di colloca�mento. I risparmiatori che hanno puntato sui colossi della «new economy», da Microsoft a Cisco, all'apparenza cosi solidi, hanno vissuto giornate molto difficili, per non parlare di chi ha scelto Amazon, il colosso dell'e-com�merce che seminava destinato a raccogliere per primo i frutti finanziari de) boom di Internet e che, nello spazio di poche sedute, ha subito perdite superiori alla metà della sua capitalizzazione. Nonostante la ripresa, per la prima volta daU'88 la Borea Usa ha chiuso la prima metà dell'an�no sotto i livelli di gennaio. Una brutta notizia per un merca�to dove gli operatori e le famiglie sono oppressi da debiti non indif�ferenti, finora finanziati dal rial�zo delle quotazioni. Una pessima notizia piar i «guru* di Internet, che in questi anni hanno guada�gnato sulle «stock options» assai di più che con lo stipendio. Nel Vecchio Continente, per la verità, il terreno sembra più solido. L'economia è sulla rampa di lan�dò, l'epoca dell'euro debole sem�bra agu sgoccioli. None improliabiln che, gradualmente, una buo�na parte dei capitali attraversi l'Atlantico in senso inverso, ma�gari per sfruttare le opportunità offerte dalla riforma fiscale tede�sca o per finanziare la rinnovata «grandeur» delle varie Vivendi o France Telecom. Ma i titoli dell'ehi tech» europeo non sono affatto meno cari dei cugini Usa. Anzi. Le opinioni dd «guru» sodo concordi: nella se�conda parte dell'anno brilleran�no solo ititeli delle società che si occupano di infrastrutture delle comunicazioni, del networking o della produzione di chips, la vera «hi tech» (di cui fa parte anche il biotech). Assai meno attenzione riceverarino i titoli telefonici oggi assai più cari in Europa che ne^li Usa sui quali pesa l'inco�gnita dei costi deU'Umts. Le con�dizioni macroeconomiche, insom�ma, sembrano premiare l'area euro. Ma le occasioni d'acquisto (salvo rarissime eccezioni, da No�kia a Stm a Infineon) sono concen�trate negli Usa. nCCOMTCOfTQ Inutile fard illusioni, quindi. A prima vista non sembra che d siano margini per un vero boom. almeno delle dimensioni cui ci ha abituato la corsa dei listini nel '99 e nella prima parte del 2000, Lo sostiene anche il professor Jeremy Siegel, proprio il guru diventato celebre nell'88 per aver sostenuto per primo che i mercati azionari erano fortemen�te sottovalutati, «Allora però ha sostenuto di recente si veniva da un periodo in cui i capital gains erano assd al di sotto aella media storica del ventesimo seco�lo, il TK,. Invece, dall'82 a oggi, l'incremento è stato del ìblb, ovvero il 10*16 al netto dell'infla�zione». veumuTA' E adesso? «Abbiamo vissuto un'epoca felice, è lecito attender�si che l'economia possa vivere altri anni positivi. Ma queste aspettative sono già incorporate nei prezzi». In paròle povere, i mercati oggi sono valutati al giusto prezzo. Inutile attenderai forti rivalutazioni, nell'ordine del 20fà all'anno o più. Certo, d saranno grossi scossoni nei due send (la volatilità è in forte au�mento, mai da trent'anni a que�sta parte è stato cosi rischioso investire in Borsa), e gli operatori più abili ne trarranno profitto. Ma l'epoca del boom generalizza�to sembra finita. lALVAMNn Quale strategia adottare in un quadro del genere? Meglio au�mentare, con moderazione, la componente di liquidità piutto�sto die fiore il pieno di titoli prima di dirigerai verso le spiag�ge. Meglio, inoltre, miscelare un portafoglio di titoli «old» (banca�ri, soprattutto quelli al centro di contese e alleanze, e industriali ciclici, dalla chimica ai cartari alla meccanica) e «new» (più Ame�rica che Europa, più chip e rati che non servizi di telefonia o media) capace di affrontare gli eventuali temporali estivi, tutt'altro che improbabili. Non è diffici�le prevedere, infatti, temperatu�re finanziarie torride in vista della scadenza del 22 agosto, data dell'ultima riunione della Federai Reservo prima che la campagna per le presidenziali Usa entri nel vivo. NfBOUO Né ò da escludere ima reazione sul fronte dei tassi, soprattutto se l'elevata pressione dei prezzi petroliferi costringerà la Bce a usare in maniera robusta l'arma del costo dei denaro (dal mezzo punto in sul Meglio, insomma, stare leggeri, ma non leggerissi�mi,! tassi, ò opinione generale, puntano ancora all'insu. Ma le ottime condizioni del bilando Usa e dell'area Uè (grazio anche alTUmts) consentono ai vari mini�stri del Tesoro di proseguire nella politica dei rimborsi e dei bassi rendimenti, Per il pubblico, meglio due alter�nativo: i titoli dei Paed emergen�ti più solidi (Sud America, Est Europa), che dovrebbero godere di una stagione di relativa tranquillità, data l'assenza di gravi crisi all'orizzonte, e i titoli «corpo�rate», americani ed europei. Il mercato dei «borni» telefonid, in particolare, appare tra i più inte�ressanti. E' assd più redditizio (con un rischio davvero modesto) un titolo emesso da Deutsche Telekom piuttosto che dal gover�no federale. O, per restare in Italia, il bond Tecnost piuttosto che un Btp di pari categoria. Sotto l'ombrellone, perciò, me�glio Colaninno che Visco.,. Ugo Bertone o**!** CRESCE IL DEBITO USA... MIUONI-DI MILIARDI DI DOUAPI USA ■ : ■ WFEDPUO' .*,Jj** "'■ ■•H^ -. RIAI7ARE ^^ ;;,aS hji COSTO v_' DILDENARO ^, EURO {22AGOSTO) ^GUARDIAALTA CONJTRO IL RI5CHIO INFLAZIONE

Persone citate: Borea, Cisco, Colaninno, France Telecom, Green, Jeremy Siegel, Ugo Bertone, Visco