Cecchi Gori, ultimi dubbi su Telemontecarlo

Cecchi Gori, ultimi dubbi su Telemontecarlo Cecchi Gori, ultimi dubbi su Telemontecarlo I consulenti mettono fretta: «La vendita? Ora, o salta tutto» Mario Sensini ROMA La trattativa tra Seat-Tin.it s il gruppo Cocchi Cori è giunta al punto cruciale. L'affare, che porterebbe alla creazione del�l'agognato terzo polo televisivo, è ormai nelle mani dei legali, impegnati a mettere nomi e cifre al posto delle tante «x» del preliminare d'intesa siglato nei giorni scor�si. «Se si chiude, si chiude nel giro di pochissimi giorni, sennò rischia di saltare tutto» sostengono gli advisor dei due gruppi impegnati nell'operazione, più preoccupati dall'imprevedibilità di Vittorio Cocchi Gori che non dal difficile contesto politico in cui si sviluppa l'operazione che, dicono, era un rischio calcolato. Il giorno buono potrebbe essere venerdì, subito dopo la decisione dell'Antitrust sulla progettata fusione tra Seat e Tin.it, all'esame delle assemblee delle due società il prossimo 10 agosto. Oggi l'avvocato di fiducia di Cocchi Gori, Paolo Sciumè, era a Milano, dove ha avuto una serie di contatti con i potenziali acquirenti del pacchetto di maggioranza di Tmc. Il senatore segue a distanza Io sviluppo della situazione, apparentemente tranquillo. Cos�pure Lorenzo Pellicioli e Roberto Colaninno, che in serata alla festa di Alleanza Naziona�le a Rieti ha parlato di «una trattativa appena nata che porteremo a tèrmine se sarà conveniente». I punti da sciogliere sarebbero ancora due: il prezzo e le modalità del pagamento da parte di Seat-Tin.it. L'affare è complesso perché, a parte il passaggio del pacchetto azionario di maggioranza delle tv del grup�po, devono essere definiti i rapporti di sinergia con ciò che resterà in mano a Cocchi Gori: cinema, home video, diritti sportivi e quant'altro. Il senatore, secondo le intese di massima già raggiunte, resterà comunque azionista di minoranza, conservando un ruolo che deve essere definito con chiarezza nella strategia del nuovo gruppo. �vincoli della legge 249 del '97, che tuttora impediscono al concessionario del servizio pubblico (Telecoml di entrare nel settore televisivo (Tmc), sembrano preoccu�pare meno. I legali si sentono tranquillizzati dalla prevalenza del diritto comunitario su quello nazionale. E Bruxelles ha già detto chiaramente al Governo che la concessione a Telecom Italia deve terminare al più presto, per essere sostituita con una licenza simile a quella detenuta da tutti gli altri operatori di tic in Italia ed in Europa. La stessa Authority per le tic ne è consapevole. Per evitare equivoci, e disinnescare an�che gli argomenti poUtici di Berlusconi e dei suoi alleati, contrari all'operazione, sono stati consultati eminenti esperti di diritto comunitario perché forniscano un parere chiarificatore. Del resto, un accordo tra Seat-Tin.it e le tv di Cocchi Gori, almeno sulla carta, ha una potenzialità di assoluta rilevanza. Con i mezzi finanziari che il senatore non ha. Telemontecarlo potrebbe quadruplicare il suo valore. Parlano le cifre della McKinsey, a cui Cocchi Gori aveva commissionato a primavera un piano industriale per potenzia�re il gruppo facendo perno proprio su Internet e le nuove tecnologie dell'informa�zione. Il «valore potenziale generabile dalla nuova strategia di broadcasting» per le sole Tmc e Tmc2, potrebbe schizzare nel giro di pochi anni a 2,200-2.600 miliardi, rispetto a quello attuale di circa 600 miliardi. Con un utile netto di 181 miliardi, di cui 87 per Tmc, 34 per Video Music, 42 da Young Tv e 18 dalla pay per view. Solo che, per arrivare «a regime», occorrono investimenti consisten�ti, che un imprenditore come Cocchi Gori, senza avere alle spalle un partner di peso, non può permettersi. Servirebbero almeno 10 miliardi l'anno da investire nei contenuti, tra 110 e 120 per migliorare la qualità della trasmissione e la copertura del segnale, oltre a ridurre del 20 per cento i costi di produzione e quelli del personale. L'«ollimizzazione delle performances operative della programmazione e dell'advertising», sostiene infine la McKin�sey, potrebbe portare a un risparmio di 570 miliardi in 4 anni. Su questa base sono parlili il Mediocredi�to Centrale e la Schroeder Salomon Smith Barney incaricati dal presidente della Fio�rentina di cercare un partner finanziario e tecnologico per il gruppo. Timidamente abbozzata quella con Mediaset, subilo nau�fragata quella con Wind, la trattativa è finalmente decollata con la Seat, in procinto di allearsi a Tin.it. Se lo stime di McKinsey dovessero essere confermate, Pellicioli e Colaninno potrebbero aver trovato la picco�la Time Warner per la loro piccola Aol. Esperti di diritto comunitario al lavoro per arginare gli attacchi del Cavaliere E Colaninno frena «Trattativa appena avviata» Vittorio Cecchl Gori

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