Berlusconi pensa a una Dc tutta sua

Berlusconi pensa a una Dc tutta sua RAPPORTI SEMPRE PIÙ* STRETTI TRA IL SENATORE E IL PRESIDENTE DI FORZA ITAIIA Berlusconi pensa a una Dc tutta sua Andreotti il «pontiere» verso il vecchio Scudo crociato retroscena Maria Tare»» Meli ROMA LA Democrazia cristiana. Non come partito, piuttosto come modo d'essere di una forza politica che interpretò e assecondò l'itulìa. E uuoslo che ha in monte Silvio lioriusconi. Addìo alle cuntrapposizìoni all'insegna dol maggioritario che caratterizzarono tutto il '94, il Cavaliere, so riuscirà a faro il suo ingresso a Palazzo Chigi, inaugurerà una nuovo corso, I cui primi segnali si possono già cogliere in questi giorni. Segnali che hanno nomi e cognomi. Quello di Paolo Bedoni, potante presidente della Coldiretli. en�trato di nteunto in contatto con Berlusconi. E quello di Giulio Andreotti, che ben rappresonta un corto «animus» De. Che il senatore a vita e il leader di Forza Italia siano in buoni rapporti è cosa ormai arcinoto a tutti. Tra i due vi ò da tempo uno scambio di recìpro�che e talvolta pubbliche cortesie. Non più tardi di tre giorni fa, per esempio, Andreot�ti ha difeso il Cavaliore sulla questiono dui conflitto d'interes�si. Ma ora il legamo, già forte, tra Berlusconi o il Divo Giulio {xitrebbe consolidarsi ultoriormento. A questo scopo stanno lavorando gli ex De che sono già approdati nella Cosa dolio Liber�ta ossia i Ccd e i Cdu o quelli che vi arriveranno più lardi lleggero Sergio D'Antoni). L'idei o ili creare un polo d'attrazione por l'elettorato un tempo demo�cristiano (e ancora sospettoso nei confronti del Cavaliere) oll'intomo dol centrodostra. Un pillo che confluirebbe in Forza Italia, in un secondo tempo, dopo l'ingrosso di Berlusconi a palazzo Chigi, Padre nobile di una simile operazione dovrebbe essere Giulio Andreotti, cui spet�terebbe un ruolo istituzionale d�lutto rìguordo nella prossima legislaturu: il più alto scranno di Palazzo Madama, ovvoro la prosidonzu del Senato. Non vi ò ancora nulla di definito. Anche perché lo strappo dol sonatore a vita dal Ppi, è ovvio, rappresen�terebbe un fatto traumatico. Ma si sta lavorando alucromente ih questa direziono, con la circo�spezione a lo cautelo dol caso. Però derubricare questa opera�zione a un mero passaggio di Andreotti con la Casa deUo Li�bertà sarebbe sbagliato. Perché il personaggio e tale da manlener« sompro e comunque la pro�pri» autonomia. Autonomia n cui tiene anche Paolo HiifIoni, presidonto della Coldìrolti che ultimamente si è incontralo con il Cavaliere, Cor�to, la Coldiretli non ò più quella doi tempi del suo inventore Paolo Bonomi, né quella, più recento, di Arcangelo Imbianco. Non fa né disfa i governi, non manda più in Parlamento trenta deputali e vom�sonatori, ma è pur sompro lo più estesa organiz�zazione agricola d'Italia. Nel dopoguerra, e oltre, rappresentò un tassello importante del colla�teralismo De, insieme alla Cisl (e non è un coso che anche il segretario di quella confedera�zione sindacale, D'Antoni, sia in rotta d'avvicinamento verso il Cavaliore). La «Bonomianai», co�me veniva chiamata dal nome del suo fondatore, rapprosontò la vera baso di massa dello scudo crociato. Fu una grande macchina da guerra politica, che macinava voti. E ancora con Lobianco, negli Anni 80, era potente. Faceva ologgoro uomi�ni propri o decideva acH'oleziono di alcuni esponenti De. Qual�che nome? Benigno Zaccagnini, por esempio. Cominciò a entrare m crisi, come «falange» democri�stiana , nel '91 anche se un anno dopo riusciva ancora a eleggoro 8 sonatori e 14 deputati vittima del declino dello scudocrociato. Da allora ha cambiato radicalmente fisionomia. E' di�ventata un'organizzazione sen�za mediazione partitica, che sce�glie caso por caso, (nel 93 ha avuto ima «sbandata» per i Ds), senza disdegnare nemmeno la Lega. Ma non è la prima volta che il Cavaliere tenta una manovra d'avvicinamento noi confronti della Coldiretti. Ci provò nel '94, quando era presidente del Consi�glio, invitando quell'organisza�zione a optare per «una diretta presenza nella democrazia mag�gioritaria». Allora gli andò male. Ora è diverso. Il «nuovo corso» borlusconiano commeia a sorti�re i suoi effetti. Tant'è vero che non si esclude che l'attuale presi�dente della Coldiretti, Bedoni, possa essere candidato còme indipendente, o, addirittura far parte della squadra di governo del Cavaliere. Il quale ormai sembra voler incarnaro (come testimoniano anche alcuni suoi discorsi recenti in favore della concertazioni! con i sindacati) l'animo del moderatismo De. C'è ehi se ne è già accorto e gUene dà atto: «Berlusconi sa interpreta�re l'Italia moderata. La modera�zione è una virtù: in politica si usa come un difetto, come una mancanza di ideali, come pressapochismo, ma non è per niente così». E' l'omaggio ene sabato scorso ha voluto rendere al Ca�valiere un campione del modera�tismo scudo crociato. Giulio An�dreotti, appunto! Arruolato Bedani Per il leader Coldiretti pronto un posto nel governo del Polo ti senatore a vita Giulio Andreotti A sinistra, Silvio Berlusconi

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