Arrestato poliziotto: omicidio volontario

Arrestato poliziotto: omicidio volontario Arrestato poliziotto: omicidio volontario La famiglia di Mario: «Non possiamo perdonare» Enzo La Penna NAPOLI La testa tra le mani, lo sguar�do perso, il silenzio ostinato di chi si sente franare il mondo addosso. Seduto su una panca nel corridoio semi�buio della questura, Tomma�so Leone somiglia adesso nel�la disperazione alle decine di persone che lui stesso ha arrestato nella sua movimen�tata carriera di poliziotto. Dalle cinque di ieri sera il ventinovenne agente barese che gioved�scorso, in una notte di follia, uccise un ra�gazzo di 17 anni in fuga per evitare una multa, da tutore della legge s'è visto trasforma�to in un detenuto gravato da un'accusa da corte d'Assise: omicidio volontario. Non fu accidentale quel colpo di pi�stola che stroncò la breve esistenza di Mario Castella�no. A smentire la versione del poliziotto («mi stava venendo addosso col motorino, per schivarlo sono caduto ed è partito il colpo»), che del resto neppure i colleghi della sua pattuglia si sono sentiti di confermare, è stato il raccon�to di un testimone oculare, che vide l'agente estrarre la pistola, prendere la mira e aprire il fuoco. Una ricostruzione suffragata dai risultati delle perizie balistiche e dagli esami medico-legali e che è alla base dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Marco Occhiofìno. Il magi�strato ha ritenuto che sussi�stano tutti e tre gli elementi a fondamento dell'esigenza cau�telare; pericolo di fuga, ri�schio di inquinamento delle prove (in considerazione dei numerosi testimoni ancora da interrogare) nonché di com�missione di altri reati della stessa specie. Neppure la so�spensione del servizio, prov�vedimento in ogni caso finora non trasmesso agli inquiren�ti, secondo il giudice mette al riparo la comunità dal perico�lo che il poliziotto torni a fare il pistolero. L'arresto di Tommaso Leo�ne ha raopresentato il clamo�roso epilogo di una giornata vissuta all'insegna della di�stensione. Dopo gli incidenti avvenuti la sera della morte del ragazzo nel quartiere di Agnano, dove la rabbia della gente sfociò in violente ag�gressioni alla polizia, dopo Te manifestazioni di protesta or�ganizzate in occasione dei funerali, ieri mattina i fami�liari della vittima si sono recati al commissariato di Bagnoli, l'ufficio del quale faceva parte Tommaso Leone. Lo zio di Mario e altri parénti hanno voluto precisa�re che non hanno nulla contro la polizia e che intendono solo reclamare giustizia per le re�sponsabilità di un unico agen�te. E hanno invitato i poliziot�ti a partecipare gioved�sera alla fiaccolata per le strade del quartiere in memoria di Mario. Non solo. I familiari del giovane ucciso, che scap�pava perché era in sella a un motorino privo di casco, han�no anche voluto lanciare un appello ai giovani perché non commettano la stessa infra�zione risultala fatale a Mario. Nessuno comunque vuole sentire parlare di perdono. «La richiesta di perdono for�mulata dal poliziotto non è stata neanche presa in consi�derazione perché non accom�pagnala da un sincero penti�mento e dall'assunzione delle proprio responsabilità», han�no affermalo i genitori della vittima in un comunicato do�ve ancora una volta si avanza la richiesta di non strumenta�lizzare la vicenda «come uno scontro in atto a Napoli fra sostenitori e detrattori della legalità». Una presa di distan�za dalla rivolta contro la polizia dei giorni scorsi, sulla quale la magistratura mostra di non voler chiudere un occhio. Le indagini infatti conti�nuano por accertare «ripristi�nando i principi della legali�tà, ulteriori responsabilità inoltre ai vari episodi di vio�lenza verificatisi successiva�mente alla morte di Castella�no». Cos�si è espresso il procuratore Agostino Cordo�va che ha annuncialo l'inlenzione di voler andare a fondo per capire se qualcuno abbia soffialo sul fuoco della prote�sta popolare. Domani intanto Tommaso Leone sarà interrogalo dai magistrali nel carcere milita�re di Santa Maria Capo a Volere dove è rinchiuso da ieri sera. «Mi hanno abbando�nalo tulli, lutti mi hanno scaricalo» aveva confidato a un collega pochi attimi prima di essere arrestato. L'agente accusato confessa a un collega «Mi hanno scaricato tutti, hanno deciso di abbandonarmi» 1 genitori dei ragazzo: «Ma non vogliamo ridurre tutto allo scontro tra legalità e illegalità a Napoli»

Persone citate: Agostino Cordo, Castella, Enzo La Penna, Mario Castella, Tommaso Leo, Tommaso Leone

Luoghi citati: Napoli