«A tutto gas# senza regole»

«A tutto gas# senza regole» «A tutto gas# senza regole» Tecniche e trucchi dei gangster dell'Adriatico retroscena VALONA DI UE cose, per non creare Imalintesi: in mare per uno scafista non esistono rego�le; le disgrazie non sono mai un doso maligno degli dei. Diceva ieri Nokie Urcda sindaco sociali�sta della città più tormentata dell'Albania: «Il fatto è che, or�mai, gli scafisti sanno dò che devono fare per evitare la cattu�ra, dunque, è difficile sostenere la tesi di un inridente». Perché c'è il dubbio che ieri, forse, gli scafisti abbiano tentato di mozzare il motore del gommone della Guar�dia di Finanza con la loro chiglia rigida. Non farsi prendere, costi quello che costi. Le tecniche sono semplici, pericolose e sciagurate. I battelli che carichi di disperati lasciano il golfo di Valona, la spiaggia di Kavajc o il porto di Durazzo, con quei loro motori fuoribordo da 500 cavalli spesso risultano irraggiungibili. Per lo più made in Itaìy, acquistati pron�ta cassa dai vecchi e dai nuovi signori dello stretto nei cantieri dell'Adriatico o a Marina di Mas�sa, o in qualche negozio di nauti�ca, come fece Anur Dautaj a Milano che, come un turista, se ne tornò a casa con uno scafo a chìglia rigida sul rimorchio della macdiina. Non farsi prendere. Quando gli italiani tentano la cattura, gli altri rispondono con manovre che richiederebbero grande abilità, e non sempre chi si trova al timone è anche abile pilota. C'è un altro «gioco», più vecchio: consiste nel mettere là prua su quelle dei cacciatori, dare gas e. In piena velocità, mimare una collisione, salvo all'ultimo istante virare e ripartire. Si guadagna cosi spazio prezioso per evitare la cattura. Metodo collaudato dozzine di vol�te, ma anche questo maledetlaroente pericoloso. Quella «Veroni�ca» la fanno tutti, quelli di Vdona che vanno per mare con i gommo�ni affollati di profughi. Pare la prima cosa da imparare, la tentò anche quello che la sera del 28 marzo '97 era al comando della «Kater i Rades» e d sa com'è finita. Il battello, di costruzione cinese, era stato progettato per la navigazione fluviale: pescava ap�pena 80 centimetri, dunque, era assai instabile. Quando apparve la prua della corvetta «Sibilla», sembrò facile liberarsene. Ma fu un tragico fiasco: urtala sul fian�co e sbilanciata dalla gente che si era ammucchiata su un solo lato, piroettò su se stessa e s'inabissò come un ferro da stiro: 52 le salme ripescate, il numero degli annegati, forse, fu assai più alto. Ma per i gommoni, siano cari�chi di gente o di droga, è un discorso diverso perché sono agili e potenti. Tempo addietro gli scafisti avevano ideato un meto�do ripugnante: caricavano sem�pre un bambino e, quando scatta�va l'allarme, quello veniva affer�rato e tenuto fuori bordo. Chiaro il messaggio: «Se vi avvicinate, lo molliamo». E qualche volta lo hanno pure fatto, perché ai loro occhi vale più uno scafo di un bimbo. Crudeli? Senza dubbio. E disperati. Solo qualche skipper è Croprietario dello scafo, gii altri ivorano a cottimo: tanti viaggi. tanti dollari o marchi, perché i lek non li vuole nessuno e questo genere di business si tratta solo con valuta pregiata. Del resto, per Valona è riattivo principale». Del resto sombra un business senza fine e a Milano, ieri, la polizia forroviaria, in collaborazione con quella di frontiera di Bardonecchia e con la francese, ha arresta�to Pijetr Vataj, 37, albanese, abi�tante a Cesano Moderno dal '96, permesso di soggiorno in regola e impiego in una ditta di trasporti: la pohda d'Oltralpe lo accusa di aver fadiitato l'ingresso ad alme�no 8 mila clandestini fermati in terra di Francia. A Valona, ieri, alla spiaggia della Skelo, quella vicina all'uni�versità, da dove è partito un fiume di profughi, la gente non mostrava emozione. «Ogni traver�sata è un rischio», commenta Spartaco, che di viaggi ne ha fatti dozzine e non l'hanno mai preso. •Qui parlano sempre di controlii e interventi da Bari, Brindisi o Olranlo e l'Italia spende giusta�mente denaro per gli strumenti di controllo: ma il problema rimane tale e quale. Se non si risolve qui da noi, non si otterrà nulla, anzi scoppierà un'epidemia». Il punto è che il sindaco vede la sua come una città abbandonata. «Neppure un intervento politico-sociale per creare opportunità alternative al commercio dei clandestini, che poi per la citià è la sola entrata. Finora Tunico tentativo è della AZV (Ajenzla Zvullini Vlore. agen�zia di sviluppo per Valona) orga�nizzato dal Comune e dalla Fonda�zione Scanderbeg: ma nessuno dà una mano, né qui né all'estero». E cosi non rimane che l'azzardo per mare.

Persone citate: Cesano, Dautaj

Luoghi citati: Albania, Bari, Brindisi, Durazzo, Francia, Italia, Milano, Valona