Dopo la rivolte, le lacrime di millecinquecento amici

Dopo la rivolte, le lacrime di millecinquecento amici Dopo la rivolte, le lacrime di millecinquecento amici Ma per andare ai funerali un gruppo di ragazzi sequestra un bus Mariella Cirillo NAPOLI La rabbia che ha infiamma�to il quartiere, riempito di messaggi d'odio i muri, spinto gli amici a sequestrare un bus per andare al funerale, resta fuori, sul sagrato. E' scritte negli striscioni appoggiati alla cancellata della chiesa, siste�mati lungo la strada che tra poco il corteo funebre attra�verserà: «L'assassino è libero, attenzione», «Pm. se hai le palle dimostralo», «Ministro Bianco fatti, non carriere». Dentro c'è posto soltanto per il dolore, lo strazio della ma�dre che resta inginocchiata e non smette di abbracciare la bara bianca, il lamento e i pianti che accompagnano tut�ta la cerimonia. No, i funerali di Mario Castellano, 17 anni, ucciso dal proiettile sparato da un poli�ziotto che l'inseguiva perché era senza casco, non sono diventati un problema di ordi�ne pubblico. Non lo ha voluto la famiglia, ma non Io hanno voluto neppure i ragazzi del bar e la gente di Agnano, protagonisti della protesta che avrebbe potuto arrivare fin qui, nella chiesa di Mario Santìssima della Desolazione di Bagnoli dove oltre 1500 persone sono venute per l'ulti�mo saluto. «Stiamo calmi, fer�mi come mummie egiziane», ammonisce Dario prima che i funerali abbiano inizio, invi�tando alla calma gli adolescen�ti con i capelli ingessati dal gel e le ragazzine col trucco sciolto dalle lacrime: «Per ri�spetto della famiglia oggi, adesso, non deve succedere niente». E cosi è. A tenere sotto controllo la folla che trabocca dalla chiesa bastano pochi carabinieri, tollerati da quanti ce l'hanno invece a morte con gli «sbirri», colpevo�li di aver ammazzato uno di loro. Si temevano inddenti dopo la rivolta di gioved�e i blocchi stradali del giorno seguente. I segnali non mancavano. Deci�ne di ragazzi hanno trascorso la notte in strada, una veglia nel luogo in cui Mario ha trovato Ta morte E ieri matti�na sono comparse le scrìtte sui muri, dure, violente: «Il casco ti salva, la Ps ti uccide», «Stato assassino», «Sbirri sare�te condannati». Poche ore e una nuova prova di forza, con i ragazzi che scelgono come obiettivo un autobus di linea: fanno scendere i passeggeri, prendono il loro posto e co�strìngono il conducente a cam�biare itinerario per portarli fino alla chiesa dove sono fissati i funerali. L�davanti spuntano gli striscioni, non meno duri e violenti, prepara�ti in fretta ma con precisione grafica. La polemica, però, si ferma alle parole e non diven�ta occasione per nuovi gesti di rabbia. Non c'è posto per tutti nello parrocchia, anche i fiorì, le decine di corone e di fasci con i biglietti e le frasi affet�tuose (lcf;!i amici, restano fuo�ri. In prima fila, il padre di Mario, Antonio, il fratello ge�mello, Lorenzo, il più piccolo, Maurizio. La madre. Patrizia, non si muove dalla bora: scos�sa dai singhiozzi, la strìnge di un abbraccio interminabile. A rappresentare le istituzioni ci sono il sindaco di Napoli, Riccardo Marone, l'assessore alia Viabilità, Massimo Paolucci, che si avvicinano ai familiari. Il questore, Nicola Izzo, che aveva voluto esprì�mere di persona il doloro della polizia per l'accaduto, ha deci�so di recarsi al cimitero a conclusione dei funerali. Non fa riferimento alle cir�costanze in cui un ragazzo di 17 anni ha perso Ta vita. l'anziano parroco, don Anto�nio Coppola, che invila al perdono e alla rassegnazione: «Ora ci chiediamo perché è potuto occadere tutto questo, ma non possiamo dare rispo�ste o dobbiamo affidarci alla volontà di Dio». Non basto l'omelia a consolare famiglia e amici, i compagni dell'istitu�to tecnico, 1 ex fìdanzatina. Ilaria, che continua a piange�re e ripete: «Quel poliziotto lo perseguitava, non lo sopporta�va, ma non so perché ce l'avesse con lui. Forse era geloso...». La cerimonia è fini�ta. I ragazzi, il padre e gli zii portano a spalto la baro che esce mentre scatta l'applauso dello folla. Si forma un corteo, che sfilo verso il quartiere dove Mario abitava, con gli striscioni l'uno dietro l'altro e le parole che tornano dure: «Soffriamo per colpa di un bastardo assassino che adesso deve pagare».

Persone citate: Coppola, Mariella Cirillo, Mario Castellano, Nicola Izzo, Riccardo Marone

Luoghi citati: Napoli