«Spartiamo la Città Santa coi palestinesi»
«Spartiamo la Città Santa coi palestinesi» «Spartiamo la Città Santa coi palestinesi» La figlia di Dayan: è ora che i due popoli infrangano i tabù intervista ShSÌ I TEL AVIV GERUSALEMME deve esse�re spartita con i palestinesi, parte dei profughi devono essere riammessi tn temtorio israe�liano, parte dei coloni ebrei devono lasciare le loro case nei supremi interessi di Israele. Da Tel Aviv la scrittice e parlamentare laburista Yael Dayan figlia del generale Moshe Dayan sprona Barak ad andare avanti senza incertezze e non esita a (picconare» alcuni gran�di miti della politica israeliana. Può confermare che Barak ha accettato proposte statuni�tensi sulla spartizione della sovranità a Gerusalemme 7 «A quanto mi risulta, il tentativo di Barak di rinviare a un futuro più lontano la definizione dello status di Gerusalemme non è riuscito. Gli Stati Uniti propongono ora di spar�tire in città la sovranità fra israelia�ni e palestinesi. E' evidente che Arafat non può accettare niente di meno: a questo punto, tutto dipen�de da Barak. E certo che per lui acconsentire all'estensione della sovranità palestinese ad alcuni rio�ni di Gerusalemme Est significa oltrepassare una delie sue pnndpaU linee rosse*». Ma non era stato proprio Ba�rak a promettere, nelle scor�se eleaonipolitkhe.che Geru�salemme non sarebbe mal stata divisa? Come potrà ora chiedere il sostegno degli isra�eliani con un referendum? «11 mito che Gerusalemme sia tutta nostra", riunficata 'per sem�pre" è finito. 0 partito, specialmen�te le colombe, segue Barak su questa strada. Bisogna ora spiega�re agli israeliani che siamo giunti al momento della verità, aie si tratta di scegliere ira ima soluzio�ne definitiva del conflitto, oppure la prosecuzione della guerra. Dob�biamo spiegare agli israeliani che in una trattativa le posizioni di partenza non sono mai quelle di arrivo. Da Arafat ci attendiamo, in cambio, che dichiari in modo non equivoco che con Camp David il conflitto si è concluso». Perla famiglia Dayan la sparti�zione d�Gerusalemme è anco�ra più dolorosa? «Mio padre Indr: ministro della Difesa nella Guerra dei sei giorni) non è mai stato religioso. Nel 1967 l'esercito israeliano non aveva al�cun progetto di occupare la Gttà Vecchia di Gerusalemme: se re Hussein non avesse aperto le ostili�tà, la città sarebbe rimasta divisa. Quando poi il rabbino capo milita�re Shlomo Goren issò la bandiera israeliana sulla Moschea di al-Aqsa, mio padre ordinò che fosse subito rimossa». Barak è in grado di trovare una soluzione del problema dei profughi palestinesi? «Per noi si tratta di una questione mono spinosa che non Gerusa�lemme. La nostra guerra di indi�pendenza Indr. 19481 fu una guer�ra per la sopravvivenza. Non pro�viamo complessi di colpa: si sa che i conflitti provocano talvolta profu�ghi. Barak propone ai palestinesi d�far rientrare in territorio israelia�no 50-100 mila profughi Dovrà essere un ritonto ordinato, nel contesto di riuniflcazione familia�ri. Non vogliamo certo creare nuo�vi campi profughi in territorio isra�eliano». Si tratta comunque della rot�tura di un altro tabù storico della politica israeliana. Pas�siamo al terzo tabù, cruello dei pionieri, delle colonie: Barak davvero smantellerà gli inse�diamenti israeliani in Cisgior�dania e a Gaza? «Grossi insediamenti, come Maalè Adumin e Gush Etzion saranno annessi a Gerusalemme. Ma i colo�ni che si sono infilati a quattro passi da Nablus (ndr: Cisgiordania) dovranno ssnz'altro tornare in Israele. Anche i fonatici o semi-fa�natici d�Kiryat Arfoa (ndr alcune migliaia di coloni religiosi, presso Hebranl dovranno scegliere se rien�trare in Israele o restare nello Stato palestinese. Di sicuro la maggioran�za degli israeliani non sono dispo�sti a disegnare un confine a zig�zag, né a sprofondare Israele in uno staio perpetuo d�conflitto solo per difendere alcuni insediamenti isolati E' ora che i due popoli comincino finalmente a vivere». La scrittrice e partamentare laburtstaYaelDayan. figlia del mitico general* ministro (iella Difesa israeliano durante la Guerra dei sei giorni
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