«La new economy? Un'illusione ottica»

«La new economy? Un'illusione ottica» «MANCANO DATI CERTI PER VALUTARE IL BOOM AMERICANO «La new economy? Un'illusione ottica» Visco (Ocse): non basta la Rete per parlare di novità intervista LA now oconomy? Potrebbe ossero un'illusione ottica. Troppo poche lo infonnazioni sul boom ameri�cano, difficili i raffronti intt-mazionali, troppi gli aneddoti 0 poche le cifre. Di questo 6 convinto Ignazio Visco, capo oconomista doll'Ocso, l'Organiz�zazione per lo sviluppo oconamico cho raggruppa una trenlimi tra i Paesi più inuuslrializzati della Unra. Alla «nuo�va economia» 0 ai suoi nipprti con la crescita economica Ignazio vìm-o ha dedicato un sua roconto rapporto, discusso dai ministri economici 0 fi�nanziari al vortici) di Parigi di fino giugno. Quanto r. V di realtà e quanto c'è di finzione in questa nuo�va economia? «La mia idea 6 die ci nono stato molto nuovo economie nel passati) 0 ouindi andare alla rìcorca dot caratteri aìstìntiv�di quosta ò anlistorìco: questo h un pussàggiu nnlla storiA ddi'umunità 0 noi conlrìlnitu dol progresso tocnico allo sviluppo», Inaomma, un fenomeno analo�go all'introduzione dell'elet�tricità? «Puòossere Ma dobbiamo innanzitut�to valutare corno aueste innovazioni si traducono a livullo di innalzamento u di numonto del tasso di crescita dall'economia. Si dico che gli Stati Uniti, secondo le stimo di 3-4 anni fu, avoswro un tasso potenziale di cresci�ta del 2,5'K) mentre ora invoco sono al 3^». Quindi, un effetto new eco�nomy in questo caso c'è? «Ma potrebbe onere l'effotto dolio prospettivo togate al calo dei prezzi doll'infurmation tochnology 0 al contostuoli' sviluppo doll'o-commercn oppu re, più semplicemonte, la manifostaziono di un salto noi livello potenzialo di attività economica». Potremmo inaomma trovarci di fronte ad una sorta di illusione ottica? «9, potrebbe essere una sotta di illu�sione (ittici Infatti credo che la nuova economia non si sia ancore vista*. Ce un problema di dati, di miglioro e più profonda conoscema del fenomeno? «Da un lato c'è senz'altro questo, dall'altro vu dotto che la nuova econo�mia non è solo l'introduzione dei computer ed un loro utilizzo più inten�so nell'ambito delle attività produttivo 0 non ò nemmeno solo la possibilità di croscore con tassi di inflaziono molto bossi grazie ai furti incremonli d�produttività». Cos'è allora? «E' la possibilità di crescere di più. Però questo tecnologie, cssonzialmcnto legate ai network, allo reti, cho già ora modificano l'organizzazione dolio produzioni, del commercio e dogli scambi e anche ormai nncho dolla nostra vita quotidiana, ancora non rientrano nelle statistiche. Di fatto non costituiscono ancora un olomonto importanto a livello di aggregati oconomini dei vari paesi Lo ripeto: non siamo ancora entrati veramente nel�l'era di Intcmet e delTe-oommeree». Nemmeno negli stati Uniti che si dice siamo almeno 5 anni più avanti di noi? «No. nemmeno II». Ma allora cosa c'è di «nuovo» nell'economia? «Essenzialmente tre fattori. Innan�zitutto c'è l'effetto diretto esercita�to dai settori che producono nuove tecnologie, si tratta di imprese che producono con una efficienza sem�pre maggiore e a prezzi sempre minori grazio all'innovazione. Uà secondo fattore riguarda coloro che utilizzano le nuove tecnologie e fanno investimenti in information&communication tochnology. Questa negli Stati Uniti oggi è senz'altro fa porte propondsrante nello spiegare il differenziale di crescita: in questo paese, infatti, circo un terzo dello maggiore pro�duttività è legato alle nuove tecno�logie». La tersa componente? «E' quella che noi economisti definia�mo 'total foctor productivity' (Uip), la produttività touue dei fattori, ovvero l'aumento della produzione al netto del contributo femito dal lavoro e dal 3itale (gli invustiraenti) impiegati processo produttivo». Una volta fatta questa sottra�zione cosa rimane? «Tutto quello che è estemalità, ovve�ro le economie che s�possono ottene�re utilizzando le nuove tecnologie nell'oiganizzazìone delle imprese, nel contattare e mettere in comunica�zione fra loro soggetti eccnomici diversi». E negli Usa questi «fattori» emergono? «Su questo c'è molta discussione: se�condo alcuni qualcosa c'è. Però è difficile saperlo tino a che questo ciclo economico non si esaurisce, il rischio che si corre oggi è quello di confondere un fattore di domanda con uno di offerta». L'Italia ò un dato di fatto in questo campo è in ritardo. Ma questo treno dell'innovazione riusciamo ancora ad agganciar�lo oppure corre troppo veloce? «L'Italia sconta innanzitutto un ritar�do nello produzione: come il resto d'Europa (fatto eccezione per alcuni paesi nordici presenti in fona nel comporto della communication teebonology) non produce. Da questo gran�de mercato è assento e a questo punto possiamo tranquillamente dire à» questa parte della sfida è persa*. Cosa ci rimano? «Restano gli investimenti. In questo ambilo l'Europa, per competere, può e deve adeguare il proprio assetto pro�duttivo, fare nuovi e maggiori investi�menti. Solo cosijpotià beneficiare an�ch'esso degli effetti dello diffusione dell'innovazione. Però sono soprattulto le condizioni generali quelle die devono consentire questo salto di qua�lità. E mi riferisco in particolore ad uno regolamentazione sui mercati ab�bastanza flessibile, che non tmpedUsca la formazione di nuove imprese, e poi procedure inelle dal punto di vista amministrativo. Ed è per questo ebe vedo con grande favore quello che si sia facendo m Itolia adesso in tema di semplificazione*. Poi, che altro serve? «Investimenti in istruzione. Mentre coloro che si avvicinano al mercato del lavoro devono mostrare uno mag�giore disponibilità o muoversi, anche do un lavoro all'altro, e una maggiore propensiona 0 crescere professional�mente attraverso una riqualificazione permanente*. Ma si può sperare in una ripresa di tipo americano? «Solo ad un» condizione: deve cambiare il modo di funzionare dell'economia. Servano una maggiore concorrenza, ma ccn una attenzione alle regole del gioco; una migliore flessibilità dol snenato del lavoro, che oca vuol dire elhninationc delle garanzie ma soprattutto limitazione degli incentivi, salor�di riserva più bossi e meccanismi che rendono breve la fase di disoccupazione; e infine serve un sistema finanziario in grado di far giungere i fondi laddove c'è la maggkjre capacità di crescitai. CrwwwJmtainpe.lt Per approfondimenti: www.oecd.oro/subjwrt/erowth Sulta homepage daH'Ocae, netta sezione-The Oecdorowth Proiect-. è possibile consultare tutti gli studi, gli Interventi e Prelazioni dedicati a crescita e new economy «L'Europa non produce nuove tecnologie e in questo campo ormai non c'è più gara Adesso non resta altro che spingere sugli investimenti per crescere di più» «Troppo scarsi i dati a disposizione, difficili i raffronti intemazionali, troppi gli aneddoti La verità? Per ora la nuova economia non si è ancora vista» Romanl Prodi e Giuliano Amato brindano durante la cena di lavoro dal G8 a Okimawa Ignazio Vhco. capo «conomltta Ocse

Persone citate: Giuliano Amato, Ignazio Vhco, Ignazio Visco, Visco

Luoghi citati: Europa, Italia, Okimawa, Parigi, Stati Uniti, Usa