Per gii ex della tv «era ora di cambiare »
Per gii ex della tv «era ora di cambiare » Per gii ex della tv «era ora di cambiare » Sandro Curde Biagio Agnes: che caratteraccio Vittorio Maria Corbi ROMA Che a Vittorio Cecchi Gori la televisione, in fondo, non sia mai piaciuta, lo dicono tutti quello che hanno lavorato per lui. Il cinema e il caldo restano le uni�che grandi passioni. Il produttorepresidente non è mai riuscito bene ad entrare nei panni del tycoon. Rapporti difficili con tut�ti, ma impossibili con i giornali�sti. «Il problema è che d trattava come tratta Batistuta, solo che noi non siamo giocatori», spiega Sandro Cimi, che approdò al timone del tg di Telemontecarlo quando ancora a piazza della Balduina, sede della tv, comanda�va la Montedison. Riusci a convi�vere poco tempo con il nuovo editore. Adesso non infierisce («poverino sta anche combatten�do con la moglie») ma certo, dice, «non era colui che poteva riuscire nell'impresa d�costruire il terzo polo. Se cede lo fa perché ha dei problemi. Il costo di una tv è pesantissimo, d vogliono grandi investimenti e dà delle sene pre�occupazioni polìtiche. Bisogna es�sere fortissimi per avere una tele�visione». «Ce un grande malessere a Tmc continuo Curai e se riesce l'accordo con Seat-Tin.it è un bel colpo perché c'è spazio per un terzo polo. Me per costruirlo non basta il rafforzamento proprieta�rio, d vogliono anche le idee. Ci spero, perché questo duopolio è soffocante». Di «idee» e di un «imprenditore illuminato» per salvare Tmc par�la anche Biagio Agnes, chiamato da Cecchi Gori a faro il presidente della televisione. Un rapporto che all'inizio è stato un idillio, alla fine un disastro. «Un'esperienza pessima, non tanto dal punto di vista professionale quanto uma�no», dice il manager. «Sono stato presidente per un anno, poi quan�do stavo par portare a compimen�to insieme a Brando Giordani e ad altri il mio lavoro d siamo resi conto che non potevamo restare». Tra le righe esce sempre il «caratteraccio» di Vittorio Cecchi Gori: «I manager devono poter agire e dimostrare le loro capaci�tà. Poi. se falliscono, li cacci, ma devi permettaigli di lavorare. Cec�chi Gori ascolta solo all'inizio, poi quando si tratta di investire na�scono i problemb. «Telemontecarlo è una bellissi�ma realtà contìnua Agnes con una squadra di giornalisti vera�mente validi. Chila compra fa un affare. Ci vuole, ripeto, un impren�ditore illuminato che capisca di tv e che si renda conto che è inutile fare la concorrenza a Rai e a Mediaset. Si deve costruire il terzo polo, alternativo. Una televi�sione vera, intelligente». Anche Melba Ruffo, star del primo Tappeto Volante di Loda�no Rìspoli, spera in una nuova vita per la televisione del suo debutto. Con Cecchi Gori raccon�ta di avere avuto pochi rapporti e «cordiali». «Auguro a Tmc di usci�re finalmente dalla crisi perché se lo merita. Ha passato tanti brutti momenti e in ouei frangenti è facile scendere di livello. Invece ho sempre ammirato lo stile che ha mantenuto». Ancora Melba Ruffo: «Telemontecarlo è sempre stata molto forte nello sport, nel�l'informazione, ha grandi nomi che collaborano ed è un peccato che sia sempre nella condizione d�un 'paziente malato". Vivere nel panico pensando sempre 'ce la faccio, non ce la faccio* è orribile. Spero che adesso le cose cambino». L'attrice, impegnata a girare per Mediaset la fiction «Il Procuratore», vuole che si ricordi il ruolo di Luciano Rispoli. «Tmc gli deve molto, è riuscito con niente a creare il secondo salotto televisivo italiano, senza mai una caduta di stile». Dalla concorren�za il commento di Roberto Zacca�ria, presidente della Rai: «Siamo già pronti alla competizione con Murdoch, faremo la competizio�ne anche con Tmc. È benvenuto chiunque faccia competizione». Per Melba Ruffo «grande merito aver conservato uno stile nonostante la crisi» Zaccaria: «Rai pronta a far concorrenza a chiunque arrivi»
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