Le scuse del questore alla madre «Gli agenti non sono pistoleri»

Le scuse del questore alla madre «Gli agenti non sono pistoleri» NICOLA IZZO: NON SI PUÒ' PARLARE DI POLIZIOTTI CON IL GRItlETTO FACILE Le scuse del questore alla madre «Gli agenti non sono pistoleri» intervista Utìovfco Paletto O, pon si può parlare di poliziotti con il grilletto facile, a Napoli. Questo è un caso isolato, che ci lascia tutti quanto estremamente ad�dolorati. E, forse, è anche il frutto di una realtà metropolita�na dove la tensione operativa tra gli agenti è sempre molto elevata». Nicola Izzo, questore della città partenopea da poco più di un mese, ieri pomeriggio ha voluto andare personalmente a fare visita ai genitori del picco�lo Mario. Un incontro a tratti carico di tensione, ma durante il quale il capo della polizia di Napoli ha avuto parole di con�forto per la madre della vitti�ma, ha rassicurato che la magi�stratura farà tutto il possibile per ricostruire ciò che è accadu�to l'altra sera durate l'insegui�mento tra volante e motorino. Signor Questore, perchè ha deciso di andare di persona da quella famiglia? «Perchè, lo ribadisco, questa vicenda ci riempie tutti quanti di dolore e per dire che se ci sono state responsabilità saran�no al più presto acclarate. Pur�troppo, fiero, niente di lutto questo potrà restituire la vita a Mario, e questo è ciò che adesso pesa di più». Comunque, quell'agente, ha affrontato un ragazzo in motorino con una pistola in mano. Perchè? «In certe realtà metropohtane gli uomini delle forze dell'ordi�ne sono costretti ad adottare sempre la massima precauzio�ne durante gli interventi. Estrarre la pistola, pertanto, non vuol dire essere dei pistole�ri. Comunque c'è indagine in corso con la quale si vogliono chiarire anche i particolari in questo momento possono risul�tare ancora oscuri». Dall'inizio della settimana a Napoli ci sono stati due oiniculi e un ragazzino che ha perso la vita a un posto di controllo. Questa città è davvero cosi difficile? «E' sicuramente una realtà me�tropolitana che richiedo il mas�simo dell'attenzione. Anche per�chè la lotta della polizia si deve concentrare su più fronti: quel�lo (Iella criminalità organizzala e quello della delinquenza diffu�sa». E vincere si può? «Certo. Ma la lotta non è soltan�to un compito esclusivo delle forze di polizìa. Occorre che tutta la società civile si adoperi per questo, occorre che tutti concorrano a risolvere il proble�ma dell'illogalità, unendo le for�ze, agendo con unità d'intenti. Al pruno posto in questa batta�glia per la legalità ci devono essere scuola e famiglia. La polizia è soltanto una delle componenti e non certamente la principale». Un concetto, questo, che aveva già espresso il giorno del suo insediamento a Na�poli. Ma i due omicidi, non di criminalità organizzata che ci sono stati nel napole�tano tra sabato e domenica come li spiega? «Quelli rientrano nell'ambito del clima di violenza e illegalità diffuse sul quale bisogna lavora�re se si vuole riuscire a fermare. Questa, si potrebbe diro, è la priorità di Napoli, una città che vanta storia e cultura, che ha tradizioni di civiltà molto anti�che e profonde». La polizia napoletana ha, a tutt'oggi, energie e mezzi sufficienti per contrastare i fenomeni criminali? «Guardi, in città ci sono 4 mila e 700 agenti, ai quali bisogna dare delle priorità nel settore di impiogo. Ma bisogna anche la�vorare per la riqualificazione del personale, per fornire loro mezzi e strumenti in modo da poter operare con professionali�tà e sicurezza in qualunque situazione». Signor Quostoro, tornando alla tragedia dui piccolo Mario, e alla reazione della gente subito dopo (i presen�ti hanno rovesciato una volante e ne hanno danneg�giate altre due) verrebbe da domandarsi se in questa città il patto di fiducia tra cittadini e polizia sia venu�to meno. Lei cosa ne dice? «Dico che questo non ò vero. L'altra notte si era appena con�sumala una tragedia che ha coinvolto un ragazzo di 17 anni e il comprensibile dolore è alla base della conflittualità che c'è stata negli istanti successivi tra �presenti e le forze dell'ordine. Già nella mattinata di ieri, però, tra gli stessi famigliari del ra�gazzo e la polizia ci sono stali chiarimenti e momenti di reci�proca comprensione». Lei, por due anni, ha rico�perto l'incarico di Ouestore a Torino. Tra lu duo città quali sono le differenze maggiori? «Torino e una realtà dove il livello di allarmi' tra la popola�zione è molto allo, dove anche i più piccoli atteggiamenti illega�li vengono immediatamente sol tolineati. Napoli e una citta differente, dove taluni alloggia�menti sono troppo spesso tcjllerati». «Però niente di tutto questo potrà restituire la vita al ragazzo. Ed è ciò che adesso mi pesa di più in questa vicenda» «In certe realtà metropolitane le forze'dell'ordine sono costrette ad adottare sempre la massima precauzione» Nella foto grande l'ira dei parenti della vittima durante la visita del questore Nicoli Izzo A sinistra Mario Castellano ' il ragazzo ucciso con un colpo alla schiena da un ageme di polizia

Persone citate: Mario Castellano, Nicola Izzo, Nicoli Izzo

Luoghi citati: Napoli, Torino