L'ira dei genitori: non si spara a un ragazzo
L'ira dei genitori: non si spara a un ragazzo L'ira dei genitori: non si spara a un ragazzo Bianco: una tragedia come questa non ha giustificazioni NAPOLI «Quel bastardo lo perseguitava, lo conosceva bene e lo aveva multato altre volte, ma come si fa ad ammazzare cos�un ragaz�zo?». Piange Maria Battimelli, 34 aiuti, la madre di Mario Castella�no. E guarda in faccia il questore che è venuto a casa sua a manife�starle il dolore della polizia: «Lei ha figli? Se ne ha, le auguro di non trovarsi mai nella situazione in cui siamo noi ora». Non si tirano indietro davanti a taccui�ni e telecamere, non attenuano le accuse neppure quando arriva un rappresentante dello Stato. Uno zio scandisce le parole: «Quel poliziotto gliel'aveva giura�ta, lo aveva minacciato più volte, gli aveva detto che 'avrebbe ucciso». E' una verità pesante, quella dei familiari. Ma il ministro del�l'Interno, Enzo Bianco, sembra rassicurarli. Bisogna aspettare che l'inchiesta «faccia in manie�ra inequivocabile piena luce sui fatti», ma intanto «non ci sono circostanze che possano minima�mente giustificare o attenuare tragedie come questa». Nell'area napoletana, spiega il ministro, la situazione di emergenza «è stata altissima nell'ultimo mese», con un impegno «pressante e conti�nuo» delle forze dell'ordine. Stanchezza, esasperazione hanno trasformato un banale controllo in un tragico inddente? Non la pensano affatto cos�la famiglia e gli amici del ragazzo ucciso. I Castellano sono un no�me conosciuto nel quartiere do�ve posseggono quattro supermer�cati. Nei mesi scorsi sono stati sequestrati, anche se l'attività prosegue, per ordine dei giudici della sezione misure di preven�zione per sospetti legami dei titolari con il clan D'Ausilio, ima delle organizzazioni camorristi�che della zona alla quale viene ricondotta la proprietà di quei beni. «Ma è tutto falso giura Antonio Castellano, il papà di Mario siamo puliti e lo dimostre�remo, e comunque questo non ha nulla a che vedere con la morte di mio figlio». Che per loro ha radici nel risentimenlo di un poliziollorambo, deciso a fare del male al ragazzo. Racconta lo zio Achille: «Mario ha preso la rotatoria da�vanti all'ippodromo per andare a casa e ha visto l'auto degli agenti. Loro lo hanno seguilo e poi quel�lo che gli stava sempre addosso è sceso dalla macchina e ha cerca�to di bloccarlo al volo. Lui, mio nipite, è riuscito a svicolare e allora il poliziotto è caduto. Poi si è sollevalo e forse per la rabbia della brutta figura ha puntato la pistola che aveva eslrallo e ha sparalo». Una versione che ri�prende il racconto di uno dei testimoni, ripetuto in questura e al magistralo: «Ho visto il poli�ziotto puntare la pistola mentre il ragazzo s�allontanava e ho pensato che lo slesse guardando andare via. Invece no, slava pren�dendo la mira per fare fuoco». E' un altro zio a dare forza all'ipotesi di un gesto di odio, quasi una vendetta nutrita dal�l'invidia per il ragazzo che «in un giorno guadagnava quanto quel poliziotto in un mese di lavoro», che era circondalo sempre da fidanzaiine e che il casco no. non lo metteva mai, alimentando quella piccola guerra personale diventata, dopo la sua morte, di tulli i giovani del quartiere: «i:he ci provino ora a nuiliarci, venga�no qui a fare i loro posti di blocco». Salvatore Battimelli, fra�tello della madre di Mario, ricor�da di essere intervenuto una sera in difesa del nipote, fermato men tre era davanti a un bar dal poliziotto: «Gli dissi che non pote�va fargli la multa, perché non stava circolando. E lui mi rispo�se: stai zitto, perché ti arresto e a lui lo uccido. Arrivò anche il padre della ragazza con cui stava Mario e se la portò via, ma il IMlii'iolto ci seguì, continuando a provocarci». |m. e] Il fratello: «L'agente lo perseguitava si è sentito beffato quando Mario è scappato e lui è caduto» Un teste: si è alzato e ha preso la mira
Persone citate: Antonio Castellano, Enzo Bianco, Maria Battimelli, Mario Castella, Salvatore Battimelli
Luoghi citati: Napoli
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