inìnucciiito

inìnucciiito RUSPE E CEMENTÒ INCOMBONO SULLA BARRIERA CORALLINA ~ Gli eroi dell'arcipelago minacciato Sciamanie treontro Éo Usa reportage Philippe Pons NAGO Dai piedi del faro sull'isolotto roccioso coperto da una densa vegetazione, a seicento metri dal�la costa, la barriera corallina sulla quale vanno a sbattere le onde sembra chiudere la baia. Sul fonda�le limpido ondeggiano le alghe di cui s�cibano i ougongo, enormi mammiferi marini protetti dalla convenzione di Washington. La larga baia d�Dura, sulla costa est dell'isola principale dell'arcipela�go di Okinawa, è uno dei rari posti del mondo dove vivono queste «mucche marine». E' su questa barriera corallina che dovrebbe essere costruito l'eliporto america�no trasferito dalla base militare di Futenma. «Perché proprio qui? Significhe�rebbe decretare la morte della baia, dei dugongo e di tutte le specie che ci vivono», dice Takuma Higashionna. Abbronzato, ca�pigliatura folta, Higashionna ha lasciato a 35 anni l'ìmurusa di costruzioni per la ijuale lavorava quando il datore di lavoro gli ha ordinato di fare propaganda per la costruzione della nuova base. Diventato pescatore e guida d�immersione, s�batte contro la costruzione dcH'eliporto nel qua�dro dell'associazione per il mante�nimento della vita del villa^ìo di Henoko e, con un gruppo di ricer�catori, raccoglie anche soldi per una fondazione di prolezione dei dugongo. «Non voglio trovarmi con �mìei figli nello stesso imba�razzo in cui si trovò mio padre quando gli chiesi perché c'erano lo basi americane a Okiraawa. e lui mi rispose che non c'era scelta». La baia di Oura si trova all'al�tezza di Nago, la piccola città d�50.000 abitanti della costa ovest, sconosciuta prima d�essere scella per il summit del G-8. Per la prima volta un presiden�te americano verrà a Okinawa e il suo arrivo ha ridato forza al movi�mento d'opposizione alle basi mili�tari, anche se alcuni tra gli abitan�ti pensano che il vertice sia in realtà un regalo per convincerli ad accettare Io spostamento dell'eli�porto. Il trasferimento causa di tante polemiche è stato deciso a seguito dello stupro di una liceale d�12 anni, nel 1995. da parte di tre militari della base di Futenma. Le manifestazioni di protesta riuniro�no 85.000 persone e per calmare le acque Washington propose di chiudere la vecchia base situata in una zona fortemente urbanizzata a condizione che Tokyo trovasse un nuovo silo: questo fu individua�lo in Nago. Due settimane fa, un nuovo incidente ha però riacceso le pole�miche: un'altra ragazza molestata da un soldato americano che s�è introdotto nella sua camera da letto. Le autorità militari america�ne hanno presentato le scuse al governatore e consegnato le trupje in caserma, ma questo non è laslato a sedare le proleste. Il 15 luglio, settemila persone hanno manifestato contro le violenze dei militari e il 20 luglio, una catena umana di 25.000 persone ha cir�condalo la base militare di Kadena. Adesso a Henoko. sulla punta sud della baia di Oura, a fianco della base di munizioni Camp Schwab, sono appesi gli striscioni contro il trasferimento dell'elipor�to. La popolazione s�sente tradita perché, tre anni fa, esattamente come a Nago, si è pronunciata in un referendum contro il progetto di trasferimento dell'eliporto. Poi, durante le trattative politiche, Tokyo ha ceduto all'offerta astro�nomica d�100 miliardi d�yen in dieci anni (1862 miliardi) e il governo ha favorito l'elezione di un sindaco favorevole al progetto, Tateo Kishimoto, sostenuto dalle imprese dei lavori pubblici. Visibilmente fiero di stringere le mani dei grandi della terra, il sindaco Kishiinuio riconosce in questi giorni che «Okinawa paga un tributo forte alla sicurezza nazionale», ma intanto procede con il progotto d�trasferimento deirollporto. Diretta dalle forzo di sinistra, l'opposizione alle basi militari americane per molto tempo è stata soprattutto politica. Oggi però il fronte si è allargato: «ETa difesa della vita nel suo senso più largo (ambiente naturale, protezio�ne delle specie animali e diritti dell'uomolche è al centro della lotta. Noi siamo già circondati da Camp Schwab e ora anche il mare, il nostro mare di corallo, ci sarà rapito: è inaccettabile»dice Muneyoshi Kayo. soprannominato «Nonno Kayo» che, a 70 anni, è uno dei dirigenti del movimento d�opposizione. Sia l'eliporto che i progetti d�sviluppo studiati dal comune di Nago per utilizzare la manna dei fondi pubblici, sono una minaccia per la parte a nord dell'isola, e in particolare per la regione di Yanbaru, soprannominata de Galapagos del Giappone». Nella loro infanzia gii abitanti di questo arcipelago vengono nu�triti dalle leggende del mare e i dugongo sono le grandi fìgure del folklore locale: annunciano il ma�remoto ed è sulla loro schiena che arrivano i messaggeri dell'aldilà. «Ouando li si chiama, loro arriva�no» dice Sue Nakama. Appesanti�ta dagli anni, la vecchia donna è una dei quattro kiminchu di Heno�ko. Le kiminchu sono le sacerdo�tesse che orchestrano i riti animi�sti e mettono in conlatto la comu�nità con le divinità: «Noi preghia�mo perché le divinità ci aiutino a respingere l'eliporto». Zenko Nakamura, segretario ge�nerale di un altro movimento di opposizione all'eliporto, pone la questione in termini più politici: «Per la gente d�Okinawa, anche se Tokyo e Washington praticano la polìtica dei fatti compiutila demo�crazia significa che aev'essere da�ta ai cittadini l'ultima parola» A Nago, le forze soprannaturali nate nella notte dei tempi e le rivendica�zioni dei moderni diritti dei citta�dini sono unite in un'unica lotta. Copyright Le Monde «Nonno Kayo», 70 anni un capo del movimento «Ora vogliono rubare anche il nostro mare di corallo» Una donna: «Preghiamo gli dei perché ci aiutino contro gli Usa La catena umana lunga diciassette chilometri che ad Okmawa chiede il nino delle bui americane Nella foco piccola in basso il presidente americano Clinton che con il summit si congeda dalla politica intemazionale dopo otto anni alla Casa Bianca

Persone citate: Clinton, Nakamura, Philippe Pons, Schwab, Taku, Tateo Kishimoto, Zenko