L'utopia in faccia al Cervino

L'utopia in faccia al Cervino L'utopia in faccia al Cervino Viario a Cheneil, «isola» di silenzi e memorie a duemila metri ora minacciata da una strada la storia Enrico Camannl I luoghi sono come h; persone. CI sono luoghi protagonisti, crocevia della storia, culle di eventi memorabili, toponimi ce�lebri a cui ogni vtsitatoro almeno per reminiscenze scola�stiche associa un ricordo o un'emozione. Altri luoghi, al contrario, assomigliano a (.erto persone di secondo piano, a certe viti? che si consumano In silenzio come brace di legna, senza che nessuno si accorga della loro presenza. Infine ci sono luoghi poco appariscenti, ma traboccanti di vita o di poesia. Paesaggi dell'anima che hanno Incantato generazioni e generazioni, .sovrapponendo fa�scino antico a fascino rinnovalo Senza consumarsi mai. Luoghi che si direbbero generali da un (liHiiuno.imniurtaiu. . 11. Cheneil, in Valimimenclii!, ò uno di (jiiesli posti, l'oche caso di piotiti ìncuxtintalu/ih una conchiglia di pascoli, proprio in taccia al Cervino, a circa duemi�la mnlri di quota, I/nbbó Amò dorrei., che vi crebbe nella pri�mo mota ilell'Oiiocoiiio badan�do allo vacche, lo ha descritto cosi: «Cheneil è Innanzitutto una grande distesa di prati dove serpeggia grazioso il torrente, circondati da una prima barrie�ra ili mónti; sogno una seconda stilala di pascoli incurniciali da altre montagne e coronati dallo cime più alte, A cheneil coesisto�no un'immagine d�vita e di animazione, o un quadro di SOI l'iuta e di calma. Vi abita una ventina di famiglie, ina non si Incontrano chi! madri e bambi ni. I prati sono divisi e ognuno taglia il proprio fieno che d'in�verno trasporterà sullo slille fino al villaggio; i pascoli invoco sono in comune e tutte le bestie pascolano insieme. Si nomina ogni anno un régulateur por la gestione dell'erba e l'incaricalo, a rotazione, ó tenuto a servire il pastore-capo; ma i veri pastori sono �bambini della montagna, che partono con le mandrie d�buon mattino...». A quel tempo Cheneil assomi�gliava alla solitaria conca del Breuil. ai piedi del Cervino. S�potevano gustare le stesse luci, gli slessi odori e lo stesso .silen�zio di alpeggio d'alia montagna circondalo dalle cimo più belle dello Alpi. Poi ò arrivalo il lurisnio e il Brouìl si è animalo di uomini in redingote o signore con cappello o crinolina, intento corno racconta Edmondo Do Amìcis a scruloro gli eroici alpinisti di ritorno dalla Gran Bocca. Ma non ora ancora nìonut. Doveva arrivare l'industria dolio sci a cambiare il volto della Vullournoncho. In pochi decwnni dol Noveconio 'l'aro bianco ha trasformato il Brouìl in Cervinia, con le suo metasta�si di cemento, méntre Cheneil restava miracolosamente Che�neil o divorilava il rifugio estivo dei villoggiunt�colli o innamora�ti. Dopo mollo villeggialuro che assumevano sempre più il sen�so d�un pellegrinaggio, Lalla Hiiin.uii) ha coniato por la verde conca dolio suo vacanze alpini! un nomo d�fantasia: Pralovo. Un'invenzione letteraria, il tito�lo di un libro, la difesa (li un Segreto, Nella prima pagina dol libro s�leggo: «Gridi rombi canti di acquo sono �suoni della conca od orano anche quelli (lolla vallo, un tempo. Ora sollutilo a Pralève si sentono anco�ra. La vallo, non più soliiuriu, ò percorsa dalle automobili che non possono l'are in senso inver�so il balzo dol torrente, e nommeno risalirò corno il mulo la faticosa imilaltiora scavata nei salii della roccia, insinuala tra pietra e pietra, somìnascosta tra i cespugli o noi bosco di larici. Non ó comodo arrivare a Pralovo. Non è neanche comodo starci, noi senso elio mancano parecchi "conforti1'; o qtiosta ó la seconda ragiono dol suo privilogiiiio isolamento. Conviene tralasciaro le altro: e conio corcare le provo dell'esistenza di Dìo». Erano più o mono gli anni Sessanta. A Cheneil s�incontra�va spesso la leggendaria guida Luigi Carrol «il pìccolo», detto Carrellino Ila Romano lo chia�ma Emìlo Gorrot: «I modi di Emile erano di una cortesia da gran signoro, pensai che poteva averli appresi nella sua froquenlazione d�inglesi e di princìpi nello torre remolo»), cho aveva salilo per primo irò delle qualiro pareli dol Corvino. Proprio dalla terrazza della Pensione Carrol, un polonio cannoccliialo ora sempre punlpio sulla Gran Bocca o si potevano seguire lo cordalo un po' sfocato, fragili e ondeggianti, avvicinarsi passo dopo passo verso la croco sciniillanto e liboralorìa della volta. A Cheneil si saliva soltanto a piedi e i ril'orniinonti alìmonlari arrivavano a dorso d�mulo, due volto al giorno. Poi, nel 1971, la carrozzabile ha raggiunto la pia�na di Chanlcvo, a mono di un' ora di cammino, e negli anni successivi lo ruspo si sono falle strada noi magnifico bosco d�ormai conifere fino a una piccola pia�na sotto l'ultirao balzo, che è presto diventala un grande par' cheggio. Cos�come aveva scritto Lalla Romano, le automobili non han�no fatto in senso inverso il balzo dol torre ali t e Cheneil ha maniey,i pace. Un miracolo |o l'ingresso nel terzo l�questa scandalosa lonzi e memorie, che diventala un sìmbolo universale doll'alpo affrancata dalla schiavitù dei motori. Ma ora siamo di nuovo al dunque. La consorteria locale ha depositato presso la Kegiono Vallo d'Aosta un progotto di «strada agrìcola-traliorabilo» cho dovrebbe attraversare Che�neil e proseguirò por gli alpeggi, in buona parlo abbandonali. Si parla di chiusura al traffico luristico, si promotiono divìeli, ma una strada qualsiasi strada sarebbe la fino della splendida utopia chiamala Chonoil. Cho ó l'occasiono, una dolio ultime, por dimostrare cho turismo e sviluppo possono convivere con la bellezza. In Val d'Aosta una delle ultime occasioni per dimostrare che turismo e sviluppo possono convivere con il bello Cheneil. a 2 mila metri di quota, proprio di fronte al Cervino

Persone citate: Carrol, Corvino, Lalla Hiiin, Lalla Romano, Luigi Carrol

Luoghi citati: Aosta, Breuil, Cheneil, Val D'aosta