PANTANI

PANTANI PANTANI ali, inferno e ritomo personaggio AVEVA gli occhiali da sole, ieri. E quando mai Marco Pantani à arrivato al tra�guardo così, gli occhi nascosti, il gregario Siboni davanti, Velo dietro, e la farfalla Virenque che ha vinto da quasi un quarto d'ora? Sul Mont Ventoux e ai duemila metri di Courchevel aveva portato la sua pelata luci�da di fatica, la sua voglia di tornare Pantani, il suo coraggio. «Io sono uno che deve uscire dal mucchio», si diceva da ragazzo sui tornanti del Monte Fumaio�lo, quando si allenava in solitu�dine, e voleva diventare come Fausto Coppi. Uno che deve distinguersi, non essere come gli altri, uno che deve stupire. Anche ieri ha stupito. Voleva vincere, voleva la sua terza tappa, dimostrare la sua forza a Lance Armstrong. Ha attaccato, è uscito dal mucchio. Voleva vincere alla Coppi, fuga infinita, cinque colli, l'Impresa e l'arrivo in solitudine. Ha perso. Dissente�rìa. E a mezzanotte l'annuncio: mi ritiro. Ha stupito ancora. Troppo coraggio, torse. Una convinzio�ne esagerata. Ha mangiato po�co, ha bevuto tanto e l'ha frega�to il mal di pancia. Il peloton, che è il mucchio del Tour, l'ha ingoiato e mandato giù, un quar�to d'ora più giù. Per uno che corre in bicicletta, un quarto d'ora dopo le due vittorie del ventoux e di Courchevel sono una mazzata. Per lui no. «Psico�logicamente non mi fa nessun effetto», fa sapere. Gl'importava di più il coraggio: «Volevo stravolgere il Tour», dice. Ha stravolto sé stesso fino al ritiro. Le emozioni del Ventoux e di Courchevel rischiano di svanire troppo in fretta. Era tornato Pantani ed è già sparito, chiuso nel camper giallo della Marcato�ne ad ascoltare il maldipancia? Lui dice di no, ha già promesso che verrà al Tour del 2001 per vincerlo. Può sembrare una spacconata da romagnolo, ma quando Pantani promette la pro�messa è a so stesso. Da quando è cominciato il Tour, 1" luglio, il Pirata ha parlato poco e mai sorriso. Nem�meno sul Ventoux, nemmeno a Courchevel, neppure con gli ami�ci. Era tornato, ma era diverso. Alle rare domande avevaa rispo�sto sempre con una premessa: «Con tutto quello che ho passa�to...». L'hanno passato in molti, nel ciclismo, anche Merckx, an�che Gimondi, e poi Bugno e Chiappucci, e a questo Tour ad altri tre. In meno di un mese, agli altri, è passato tutto. A Pantani no. Armstrong dice che in montagna è il «numBer one» e l'ha dimostrato. A Pantani non basta, non è bastato perdimenticare. Era il Dio del Giro e del Tour, il Dio del ciclismo, miliar�di e passioni, la villa gialla a Cesenatico, il Papà Ferdinando detto Paolo e la mamma Tonina detta Koni, la fidanzata danese Christine che lo aspetta nel chiosco piadine, le zingarate, la Ferrari. le moto, il Club Magico Pantani... Il 5 giugno dell'anno scorso aveva la maglia rosa e la vittoria nel Giro d'Italia che l'aspettava il giorno dopo a Milano. E' il sa bato che distrugge un Pantani e ne crea un altro, ancora scono�sciuto. HaU'einatocrito sopra il 50 per cento, sei fuori dalle regole e te ne vai dal Giro d'Italia. Ti cacciamo perchè met�ti a rischio la tua salute, ti vogliamo tutelare. La prima rea�zione fu una parola da dimenti�care: «complotto». La seconda quella di chiedere altre analisi: e se quel sangue non fosse il mio? Si sent�usato, assediato, abbandonato. Un altro si sareb�be mimetizzato, magari con un x)co di vergogna, e poi si avreb)L' detto sono qui, datemi il numero di gara. Pantani no, comincia a confondersi e confon�dere. Una conferenza stampa a giugno per giurare che «il mio doping sono le montagne» e sparisce. Un'altra a luglio per annunciare che correrà i mon�diali di ottobre e non li corre. Senza il Pirata il ciclismo soffre, vivacchia. Nessuno è riu�scito ad eccitare quanto lui. Nessuno è personaggio quanto lui. Nel '95, quando aveva vinto le prime tappe al Tour, per i francesi era arrivato il grimpeur da amare. Con quelle orecchie da Dumbo lo chiamavano l'Ele�fantino e con due tappe aveva cancellato le passioni per II Diablo, Claudio Chiappucci. Al Tour dell'anno scorso, vinto da Armstrong, i francesi se l'erano ricordato: «L'hai vinto, ma non e «ira Pantani...». TUiche il Pirata ha sofferto, senza ciclismo. Do�po.la conferenza stampa di lu�glio era sparito un'altra volta. «Volevo abbandonare e ci sono andato molto vicino», ha ricor�dato dopo la vittoria di Courche�vel. Il febbraio si era presentato in Spagna, alla Vuelta Valenciana. Due tappe e torna a casa. Ho un brutto dolorino qui, ma non era vero. Nel mucchio, con la lesta e con le gambe, si era trovato a disagio. Gli amici di una volta non ci sono più, in casa va cos�e cosà, le zingarate non mancano, ma la solitudine è la sua migliore amica. Il 20 marzo scrive una lettera ai giornali: dimenticate�mi. La Mercatone Uno, la squa�dra che lo copre di doblom, lo mette al minimo di stipendio, ne riparleremo quando tornerai a correi e. Ma è in questi giorni che succede qualcosa. Lo convo�cano per una riunione con tutto il Team e ascolta da un dirigente parole che lo toccano: quest'an�no il nostro obiettivo principale sarà il Giro d'Italia... Forse nella testa del Pirata scatta la molla, forse capisce che se non ci sarà più un Pantani se ne cercherà un altro, magari il giovane Garzelli che poi lo vincerà davvero. Passibile? Sicuro. E cos�il Pirata sparisce ancora e lascia tracce dalle part�di Saturnia, in Ma�remma, dove compra casa e riprende ad allenarsi. Nessuno sa o nessuno dovrebbe sapere. Ritorna. Stupire, sempre stupire. Esa�gerare quando vìnce o quando perde, quando si esalta oppure è depresso, quando sta bene o sta malo: come stanotte, mi ritiro. Pantani si sente diverso, unico. E sa di essere un fuoriclasse, un campione con la testa e con i muscoli. Il Giro d'Italia sta per partire e lui chiama la Mercato�ne: sono qui, sono pronto, vo�glio tornare. Non è che la pren�dano molto ene, in squadra. Massimo Podenzana, 39 anni, avrebbe corso il suo ultimo Giro e deve cedere il posto. Enrico Zaina aveva qualche ambizione e se la deve dimenticare. Stefa�no Garzelli avrà più fortuna e proprio grazie agli scatti di Pan�tani si prenderà il suo Giro d'Italia. Il ritomo vero è il 12 maggio, udienza davanti a Gio�vanni Paolo II. Il protocollo, non prevedeva la sedia del l'irata in prima fila. Chi la cede? Cipolli�ni, Gotti e Tonkov dicono no. aggiungeranno la quarta. Anche al Giro d'Italia Pantani aveva parlato poco e sorriso meno. «Perchè parlate sempre e solo di luì?», era stala la prole�sta Gotti e Cipollini. Lui ne aveva approfittato, e quando un cronista andava a bussare al camper della Mercatone la risposta era; «andate dagli altri che se lo meritano, io sono qui per allenarmi in vista del Tour» In salila preludeva distacchi da schiappa. Non importa, io penso al Tour. Al Giro aveva lasciato la sua uncinata, perchè Garzelli è vero che l'aveva vinto, ma senza gli scatti di Pantani nella tappa di Briancon non si sa come sarebbe finita. «Certo è che la sua presenza ha ipnotizza�ta tutti gli altri -ricordava l'al�tra sera Felice Gimondi. che di Pantani è il Presidente e vorreb�be tanto essere consigliereBu�sta che Pantani si prosenti alla partenza ed è vissuto come un pericola». O un incubo «A me i)iace sorprendere», è una delle rasi da Pirata. Uscito dal mucchio Pantani è diventato personaggio. Cosi per�sonaggio, in questo Tour, da avere la portavoce personale. Non si parla con lui. si parla con lei. Un personaggio che si è costruito bene. Prima l'Elefanti�no. Poi l'orecchino. Poi labandana ed ecco II Pirata. In corsa ha una sua liturgia e ci tiene, non la nasconde. Oliando ha deciso che ò il momento del colpo d'uncino, dello scatto che tramortisce, si toglie la bandana, rosa, gialla o nera quando è Pirata furioso. «Quando vedo che la butta via -dice Laurent .lalabeit, campio�ne francesemi volto dall'altra parte. So già che scatta e sento già una fitta alle mie gambe». In quel momento per il Pirata co�mincia la sfida, prima a sé stesso e poi agli altri. eMi piace batterli, mi piace arrivare da solo. Vuol dire che sei stato il migliore, che hai dato tutto, e una vittoria con arrivo da solo ha un sapore più dolce». Come a Courchevel. Ha vinto, ha perso, si ritira e non ha mai sorriso. E' tomaio, ha riacceso le luci e mandato l'auditel ai record. Foree è dav�vero il Pantani del suo patuasiico '98, Giro d'Italia e Tour de France ai suoi piedi. Ma non eil Marco Pantani di quell'anno. Non parla, non ride, non scher�za. Alle partenze, quando usci�va dal camper ijiallo. era scorta�to dalla sua Filibusta All'arrivo idem L'hanno protetto, perché il loro futuro è nella lesta e nelle gambe del loro Pirata. «Le sue vittorie sono stale un bell'investimento per la prossima stagio�ne -ha subito osservato ZainaPer Giro e Tour saremo pronti». Ma anche in Ioni co qualcosa di diverso Nel 98 con Pantani scherzavano, la maglia gialla conquistala a Los Doux Alpes era siala celebrata con festeggia�menti da goliardia, u Parigi era�no arrivati tulli con la lesta dipinta di giallo. Uuest'anno erano come vii li vuole. Chiusi. Diffidenti. Anche se ieri ha perso e so n'è andato. Marco Pantani può tor�nare nella villa gialla di Cesena�tico soddisfatto. In aprile non sapeva ancora cosa avrebbe combinato a maggio, sul Ven�toux e a Courchevel è arrivato primo. Armstrong e Ullrich. per questo Tour, si allenano come computer da novembre. E' un altro ciclismo, il loro. Quello del Pirata è improvvisazione, nervi, esagerazione come ieri. Per que�sto piace. E' l'unico a non voler conoscere le proprie pulsazioni in corsa. «Io vado a mnsazioni e con la testa». Forse, in questo Tour, la tosta era più avanti dei muscoli. Forse, si fosso allenalo e non si fosse perso, questo Tour l'avrebbe pure conquistato. Sa�rà pronto quando tornerà n vincere e a sorridere, a non obbassaro la voce e lo sguardo, a non mettere gli occhiali scuri, a non smarrirsi nelle sue ansie da eccessi a solitudine. Tanto dal mucchio e già uscito. Per sem�pre Ieri il crollo al Tour dopo aver tentato la grande impresa: sarà di nuovo II Pirata quando tornerà a vincere ma anche a sorridere, senza abbassare la voce e lo sguardo, dimenticando ansie ed eccessi «Io sono uno che deve uscire dai mucchio», diceva da ragazzo mentre saliva sui tornanti del Monte Fumaiolo e si allenava in solitudine perché voleva diventare come Fausto Coppi Un anno fa, quando venne escluso dal Giro d'Italia, aveva la maglia rosa sulle spalle e ormai la vittoria finale in pugno: ma quei dramma distrusse un Pantani e ne creò un altro, ancora tutto da scoprire