La camorra va alla quarta guerra di Giuseppe Zaccaria

La camorra va alla quarta guerra TORNA L'EMERGENZA S'ALLONTANA IL SOGNO DEL NUOVO RINASCIMENTO La camorra va alla quarta guerra Un boss-donna capobanda: «a piccerella» reportage Giuseppe Zaccaria Inviato a NAPOLI ALL'incrocio fra quarta guerra e «seconda fase», l�dove cade l'intersezione tra infrangersi dei sogni e riaf�fiorare del peggio, da ieri si trova il cadavere d�una giovane che pensava fosse normale sla�re affacciata al balcone di casa. Le foto dei giornali la mostra�no come una r-ioazzona allegra, viene da pensare che appena un paio d'anni fa avrebbe potuto esprìmere con carnalità solare l'immagine di una citta alla riscossa, E invece adesso la fine d�Carmela Scamaccia s�trasfor�ma in fatto simbolico, uno d�quegli assassinìi che proprio per la casualità che li hanno determinati, per l'assurdità che li segna divengono cifra di una realtà in disfacimento. La «quarta guerra» di cui si parlava è quella che sta deva�stando l'ennesimo cartello d�camorra, la cosiddetta «Allean�za». La «seconda fase» corri�sponde alla chimera socialpolilica che avrebbe dovuto segnare a Napoli il consolidamento dei firimi progressi bassolinìani, 'incardinarsi di una tendenza. A chi scrìve è accaduto due volte almeno di raccontare la progressiva decomposizione delle cose napoletane, d consoli�darsi e l'esplodere di situazioni inevitabilmente destinate a tra�sformarsi in «emergenze», quin�di «catastrofi» e da catastrofi in qualcos'altro. Qualche tempo fa la pallottola vagante che uccise Silvia Ruotolo, una trancmiUa signora che camminava col suo bambino al Vomero, si trasfor�mò in simbolo della Napoli camorrista che riprendeva il sopravvento sulla città ripulita, rinnovata, inorgoglita dai fasti e dagli unici stampa del «G7». Oggi l'assassinio del balcone mostra quel che è rimasto. Qui la camorra per una volta non c'entra, ma una ragazza uccisa per sbaglio, la contempo�ranea storia di un giovanotto preso a pistolettate riconduco�no Napoli ed il suo hinterland allo stato delle cose, assumono l'aspetto greve dei rifiuti sparsi per la sala quando la grande està ó finità. Settanta morti dall'inizio dell'anno. Guerre cri�minali o meno, negli ultimi trent'anni segnali di questo ge�nere hanno inaugurato tutti i grandi periodi di crisi. Rispetto ai precedenti storici la fase d'oggi presenta una grande dif�ferenza: adesso almeno non ci sono ricchezze da spartire, fi�nanziamenti da saccheggiare, jìani di ricostruzione su cui ms,ire nuove fortune. Non c'è una lira nel resto del Paese, figuriamoci in Campania. Ma proprio per questo tutto s�di�mensiona alla nuova realtà, la guerra criminale per i «territo�ri» s�fa più accanita, la microcrìmìnalità più aggressiva. Sarà solo una sensazione, ma in corte strade di Napoli oggi uno comincia a sentirsi valuta�to, pesato, per la macchina che guida o l'orologio che porta. Quel «valutato» e «pesato» assu�mono però un sapore antichissi�mo eppure connotato di una spietatezza tutta contempora�nea. E' come camminare con dei cartellini incollati addosso, che segnano il prezzo, il possibi�le ricavo di qualsiasi cosa tu abbia indosso. Ci sarà stata Pure una ragioni; per la quale assassino di Licitano l'uo�mo che si è costituito ieri, e molti descrìvono come persona qualunque portava sempre con sé una pistola. Che questa catena di tragi�che «casualità» abbia finito con l'infiammare un territorio ridot�to a sterpaglia, ò dimostrato dai titoli Jet giornali napoletani di oggi. Accanto all'emergenza cri�minale, al vuoto politiso c'è una devastazione sociale che si ri�propone con la sfrontata durez�za (fella realtà. «Non so fino a che punto si possa parlare di crollo della speranza, di un sogno che s'in�terrompe. Forse dopo un'opera�zione mediatica talmente alta, un rilancio di immagine come quello vissuto da Napoli qual�che anno fa, la disillusione pro�vocala dai fatti era inevitabi�le...», dico Paolo Macri, docente d�storia contemporanea. Un tempo sostenitore dell'esperienza-Bassolino, già espo�nente d�punta del «tbinkthank». o club delle teste d'uo�vo, che dava supporto intellet�tuale al nuovo rinascimento napoletano, ad un certo punto Macr�ebbe l'idna di scrìvere su «Il Mulino» un saggio che gli procurò qualche rogna. Una Napoli nuova e diversa, organizzala, pulita e rispetto�sa? Sì, però.,.Ripercorrendo l'an�tico legame fra la città ed �suoi viceré, fra il popolo ed i suoi Cesari, il professore rilevò qual�che punto d�contatto fra il cesarismo comunicazionale di Bassolino ed �più primitìvi strumenti d�Achille Lauro, sim�bolo d�un'epoca ben diversa. Da quel momento i rapporti con Sassolino non furono più idillia�ci, anche perchè nel frattempo la parabola politica del sindaco s'era allontanata alquanto dagli orizzonti della città. Ed allora, eccoci ancora una volta a raccogliere i cocci di un'immagine che sembrava po�ter corrispondere davvero ad una città diversa, migliore «Qualcosa di buono è accaduto insiste Macr�gli ultimi sette anni lasciano comunque a Napo�li un'esperienza di buon gover�no. Ma il passaggio di bassolino al ministero del Lavoro e poi alla presidenza della regioni', il vuoto politico attuale lasciano la politica cittadina priva di eredi ed in proda alla confusio�ne più totale». Fra breve Napoli dovrebbe discutere il nuovo piano regola�tore ed il centro-destra già an�nunci a tremila emendamenti, i grandi progetti della tsecondafasei vedono languire i grandi progotti dell'alfa Ovest, (inali�lo a quello dell «area Kst». il presidente del consorzio s'è ap�pena dimosso. In una regione trasformata dalla storia in grande area dolrìllegalìtà, il minimo sogno di vuoto politico provoca irruzio�ni criminali elio fìmscona col rivelarsi più violento che altro�ve, e col produrrò nuovi perso�naggi pronti ad ossero divorati da la cronaca. Noi primi Anni Ottanta, ìmpersonaro la parte del Diavolo toccò a Kalfaele Cutolo. Poi con la seconda e terza guerra di camorra s�fece largo la figura di Carmino Alfiori. Volete sapore quale sarà la prossima star? Nella storia del nuovo millen�nio napoletano s'affaccia la figu�ra della prima «bosso camorri�sta. Se un tempo Hosotla Cutolo si limitava ad amniinìstraro dallostomogli affari del fratello in carcere, oggi Maria Liccìard�fa il contrario. Mortopor un'inter�vento chirurgico il fratello capo�banda. Maria Liccìardì. detta «a piccerella», ha preso in mano le redini della cosca die sta con�tendendo a quella dei Lorusso il controllo doi traffici. Ma non lasciatevi impressionare dal so�prannome: «a' piccerella» è pic�cola solo di statura. La descrivo no come una quarantenne toz�za e decisa, che dalla latitanza continua a gestire traffici di droga ed a corrompere tutti i corrompibili. Anche nei momen�ti di crisi, ogni fase hu i protago�nisti che si merita. Uno choc: la città si ritrova a raccogliere i cocci di un'immagine che appariva ormai diversa I fasti del G8 sono un ricordo e anche la politica ha il fiato corto mentre sfumano i Grandi Progetti Giorni di ordinarla violenza a Napoli: a sinistra, l'auto vicino alla quale e stato ucciso Gaetano De Rosa

Luoghi citati: Campania, Kalfaele Cutolo, Napoli