Federalismo, i Governatori da Ciampi di Gigi Padovani

Federalismo, i Governatori da Ciampi Federalismo, i Governatori da Ciampi I Comuni preparano un contro-summit: ci dimenticano Gigi Padovani Il primo incontro ufficiale era stalo un mese fa, nella quiete della tenuta di Castelporziano, ad un convegno sui boschi. Alla fine, scambio di battute amichevoli. Ghigo: «Vede, sto cercando di tenere a bada i più intemperanti». Ciampi; «Lo so, lo so. Sono sicuro che saprà fare bene». Il presidente «polista» del Piemonte e della Conferenza delle Regioni sa che dal Quirinale s�guarda con attenzio�ne al fenomeno dei «governatori». Perciò sta preparando con cura il summit fìssalo domani pomerìggio al Quirinale tra tutti i presidenti regionali e il Capo dello Stalo: vuole evitare che possa nascere una frattu�ra con il Colle. Cerca di averlo alleato nel confronto con Palazzo Chigi sulla «devolution» dal centro alla perife�rìa. Ma se i governatori continuano il «forcing» con lo Stato, i Comuni non vogliono essere dimenticali e prepa�rano un vertice delle grandi città a Milano per settembre: su questo punto hanno trovato l'accordo il presidente nazionale dell'Ancì, Leonudo Domenici, sindaco diessino di Firenze, e Gabriele Albert ini, dopo un giro di consultazioni con Pericu (Genova) e Castellani (Torino). 0 primo round, però, sarà per Ghigo. Nel suo intervento affronterà i temi «caldi» di queste ultime setti�mane: la riforma federalista, l'immi�grazione, i rapporti Ira Nord e Sud, la sicurezza, il aecentramento con la Bassanini. Ma non dimenticherà di rispondere all'accusa di «neocentrali�smo» rivolta da Carlo Azeglio Ciampi ai presidenti eletti dal popolo: «Non è la strada che abbiamo sedu», ha spiegato ai suoi collaboratori. E ricor�derà pure il progetto di Costituzione europea cui tiene il Capo dello Stato. Tutto lascia prevedere che non d saranno scintille, domani: al vertice di Roma, probabilmente, non cifearà il veneto Giancarlo Galan, il più acceso fautore della «devolution», e questo dovrebbe incoraggiare il dialo�go. Mancherà anche il siciliano Vin�cenzo Leanza, non ancora nel pieno dei suoi poteri, ma ci saranno anche le Regioni a statuto speciale. Il presi�dente Ciampi è convinto che al pro�cesso di federalismo debbano parteci�pare tutte le autonomìe locali, com�presi i Comuni e le Province, e lo ribadirà ai suoi ospiti. Ma nello slesso tempo incoraggia Parlamento e governo a varare al più presto quella modifica dell'articolo 117 del�la Costituzione d�cui si parla da troppo tempo. Ieri su questo punto è intervenu�to, per il governo, anche il soltosegretano alla presidenza del Consiglio, il diessino Vannino Chili (predecessore di Ghigo alla guida delle Regioni, quando era presidente in Toscana) «non ci rassegniamo al fatto che la legislatura si chiuda senza riforma» -, mentre da Napoli Antonio Sassoli�no defìnisce un errore il rinvio al 19 settembre della discussione d�meri�to alla Camera sul federalismo. «Cos�facendo s�consente al Polo sostiene il presidente della Campania di rinviare tutto a dopo le elezioni: ci saranno i referendum e poi s�entrerà in campagna elettorale». I referen�dum sono quelli previsti dall'accor�do elettorale Polo-Lega per il 16 aprile, che saranno avviati dopo il varo dei nuovi Statuti di autonomia regionale. Nel braccio di ferro tra centro e )erìferìa ci sono anche �problemi inanzìarì, come ricorda il sottosegre�tario al Tesoro Piero Giarda: con un debito di 2,5 milioni di miliardi, ogni forma di federalismo fiscale diventa più difficile. «Senza le perequazioni tra Regioni, soltanto la Lombardia avrebbe autonomìa fiscale. Ma l'Ita�lia non è solo Milano o Torino, è anche Palenno e Napoli». Sul rapporto con gli altri enti locali, Ghigo una settimana fa ha avuto un vertice con Domenici, per l'Anc�e Lorenzo Ria (presidente Upì, l'unione delle Province). «Il rapporto con loro va bene dice il presidente delle Regioni e si sono avviati approfondimenti con vari tavoli d�lavoro». E al mugugno per i ritardi d�alcuni colleghi, Ghigo replica con [ una battuta: «Cercheremo di fare cultura anche verso d�loro...». Sotto accusa, come spiega il sindaco di Firenze, Domenici, sono le scelte centralistiche. «In Puglia dice il presidente Anc�non è stato attualo il trasferimento di risorse dalla Regio�ne ai Comuni. In Lombardia Fonnigon�vuole gestire direttamente i buonicasa o i buoni-scuola, invece di decen�trarli, mentre il Friuli Venezia Giulia dà incentivi solo a Comuni che negli accorpamenti rispondono a nonne rigide fissate a Trieste». Ma non ci sono soltanto le accuse su ritardi neocentralìstì. Il presiden�te dell'Anc�fa un ragionamento più complesso. «Questa fase di sviluppo dell'Europa che si è avviata passerà attraverso le grandi città. Sono le metropoli ad essere in prima linea per casa, assistenza sociale, reti Inter�net, immigrati: questo non è una rivendicazione piagnona. E' un'anali�si sul luogo fisico attorno a cui moleranno i processi economici. La Bicamerale prevedeva un ordinamen�to differenziato per le aree metropoli�tane: ne riparleremo nel vertice di Milano, i sindaci sono tulli d'accor�do». Continua la polemica con i gover�natori? «Ma no, state attenti rispon�de Domenici a definirli sui giornali come una testuggine forte e compat�ta. Ho l'impressione che vi siano grandi differenze tra di loro; con Ghigo si discute, ci si confronta, con altri no». Domenici e Albertini organizzeranno un vertice a Milano Ghigo: «Con i sindaci il dialogo è aperto Convincerò gli altri» Il presidente della Repubblica Cario Azeglio Ciampi