Mille braccia macedoni sulle colline del moscato
Mille braccia macedoni sulle colline del moscato Mille braccia macedoni sulle colline del moscato servizio Giovanna Favro II Inviala ad ALDA EL (.non; delle Langhe, (Kico lontano do Alba o da Santo .Suiliino Bèlbo, c'è un paese che si chiama Mango, dove c'è un'impressionante concentrazione d�extracomunitar�Quasi un abìtante su dicci viene dalla Macedo�nia; un centinaio di persone, su moo Tutte occupate nell'industria del vino Sono le lerre della malora di Penoglio, dove negli Anni Settanta il inir.icoloilel moscaio ha portalo In ricchezza, Le strado sono tutte una curva, e salgono e scendono tra colline morbide, tappezzate dalle geometrie dei filari; 0 mila ettari di vilif'iii, milioni d�pianle allineale con precisione millimelrica, che rendono ai 52 Comuni compresi nella zona del moscaio doc e del�l'Asti spumante, a cavallo d�3 province, 500 miliardi di fatturato l'anno. Un (lume d'oro da )ì0 milioni di bottiglie che forse, senza gli extracomuiiilari, faliclmrebhe a sgorga�re. «So di circa .'100 famiglie ili miei connazionali, circa 1200-1300 per�sone, che lavorano in questa zona» dico Pidanco Stqjanovsld, 40 anni, arrivalo 0 anni fa da clamleslino \H!r la vendemmia, e ot'jt'.i regolarmente assunto da uno del produtto�ri più Stimati, Paolo Saracco, l'ropneiarìo di 25 ettari di viligni. Saracco vivi; a Castiglione Tinella, il pawc, conu: Uu.uuo qui, jjui wvii.i lo» tini monrirt, con il OH*;, ili torritorio occupato diaifìliui (E'un fattodico Saracco soprattutto cultura�le: e come se molli italiani ritenesse�ro un'umiliazione lavorare cqn lo mani, con la terra. Quello macedo�ne ó un popolo di iradizìoni o radici conladine, che s'avvicina alle vili con amore, con dedizioni;». Non conio gli africani, i levantini, che hanno nel sangue il commercio, e reputano il lavoro da contadini una cosa da donne, A Mungo c'è un castello dove ha sudi; l'Enoteca regionale del mosca�to, che promuovo nel mondo il vino doralo per 120 dei 200 produllori (le aziende cho vendono uva sono invece 6 mila), «I macedoni dico il presidente dell'Knolcca, Kaoni Molìnari vivono in pace con la genio di Mango. I figli ci hanno consonlilo di tonerò nporto le scuoio medio e le i.'iciiwuUU, dui iwln.i vano d'gv sertsoppresso por carenza d'alun�ni I padri e lo madri lavorano, o non hanno mai croulo il minimo problema*. Nel losfi, Molinaii (ini su lutti i giornali persino su Newsweek per ossero sialo il primo del Nord a partire con la Giardinetta, e ad andare in Meridio�ne a reclutare mogli jior i contadini delle Uinghe: «Le donno di (ini erano attratto dal miraggio delle; cìllà, volovano sposare operai e non più contadini, e c'ora una generazione d�uomini cho non era mai Stata giovano: erano tornali dalla guerra, e nessuna l�voleva». Da allora «ad accugliore ìnmiìgi ali ci siamo più elio abituati. Do|K) l'ondala ili veneti, cho in quegli anni ha ripopolalo lo cascino svuolale dallo fabbriche, ò finita l'epoca delle famiglio numerose. U: azien�de si sono accorpato, ma sono couauouu» ìUiwik ai ile Utatifutt* tu, vifjnn, qui, richiede «dfTnvoMro moltissimo con lo mani: lo macchi�ne, con tutte queste salilo e disceso, s�usano poco». Il lavoro c'è uoprattutto dsmarzo ad agosto; «Poi, a soiiembre e a ottobre dice il sindaco Valter Rivetti -, le braccia triplicano, por la vendemmia. Gli ilaliaiii cho non sono scappali nelle città, e non sono diventati impren�ditori del vino, studiano, e vogliono faro altri mosiiori». Vogliono essere assunti tutto l'anno: non s'accon�tentano di contralti stagionali. Ma d'inverno nelle vigno non c'è quasi nulla da fare. Gli italiani non accet�tano d�faro comò �figli e la moglie di Fidanco, Zvonco, Atanasko e Miliza: duo sono assunti da Sarac�co per sei mesi l'anno da salariati (tra il milione e mezzo e i duo milioni al mesel, e Zvonco come molu altri macedoni d'inverno è iiiUfrlJiinaln I"1 '0 ditto che ricevo�no commosso dalla Ferrerò di Alba, la cui punta massima di produzio�ne e sotto Natale». «Il lavoro è duro, ma lo stipendio è più allo che in Macedonia spiegano gli immigrali -. Con i risparmi ci stiamo compran do casa laggiù». Gli afTitti in Langa sono bassi, 300 mila lire al mese per due o tre stanze, e qualcuno è pure ospitalo nelle cascine gratis. Quan�to al villo, slare in campagna facilila lo cose con gli orti, «I primi di noi dice Fidanco, luta da lavoro e berretto, sul volto le ru^he tipiche dei conladini sono amvati con la guerra. Poi uno ha chiamato l'altro, e adesso siamo centinaia». «Duran�te la vendemmia dice Rivetti si assumono "manuà" a giornata: 100-150 mila lire al giorno d�paga, e moltissimi sono extracomunitari dell'ex Jugoslavia, che poi riparto�no per il loro Paese». Saracco la vtgimvoma^Mm Bora, sindaco d�Neviglie oprodutloro: «Niente da ridire sull'alzare le quote d'immigrati, da noi c'è biso�gno d�braccia, e d�gente che sappia fare anche lavori di fino, come la potatura. Ma bisogna selezionare, badare a chi si fa arrivare. Nelle nostre colline non ci sono disoccu�pati, ma non c'è posto per chi vuole far flanella e divertirsi soltanto. C'è spazio, e parecchio, per chi vuole lavorare». E aggiunge: «Quando cer�chiamo gente per la vendemmia al collocamento, non accetta nessu�no». E Dante Rolando, vicesindaco di Mango (produttore pure lui): «Con i macedoni che lavorano per me mi trovo benissimo. Nella zona, eli extracomunitari saranno 2 mi�la. Certo, una parte crea qualche problema: ma non a Mango, dove si sono perfettamente integrati, e rap�presentano una risorsa». Anche per�ché tpte(Mpmrriaeo)itd^|MVsce tutti, u controllo sociale è fortis�simo, e «se qualcuno ha l'aria 'sfrusa' dice Molinari -, ambigua, sospètta, lo si nota subito. Lo si ola,|losiallor isoli \ �allontana». Lavorano tra i filari e nelle cantine «Un popolo di tradizioni contadine che si avvicina alle viti con amore» Il sindaco: «Si sono integrati molto bene *mMwiorotemm aperte le scuole» Tra le vigne del Monferrato e sempre più numerosa la manodopera extracomunitaria
Luoghi citati: Alba, Castiglione Tinella, Jugoslavia, Macedonia, Mango, Monferrato, Neviglie
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