Lebolo e le mummie del Profeta di Marco Zatterin

Lebolo e le mummie del Profeta Lebolo e le mummie del Profeta Come furono scoperti i papiri dei mormoni la storia U Marco Zatterin NA mattina di un giorno non precisato fra il 1819 e il 1821 Antonio Lebolo usc�dal suo antro nella Valle dei Re per il consueto giro a caccia di antichità egizie. Come quasi lutti nel distretto di Gurna, abi-. lava una tomba arredata alla meno peggio e combatteva l'umi�dità bruciando pezzi di sarcofa�go. Fuori, fra le asperità della necropoli tebana, lo attendeva il suo squadrone di operai pronti per una nuova tornata d�scavi. Sembrava una giornata come tante altre, almeno sino a che le urla eccitate dei fellah egiziani non annunciarono la grande sco�perta. Fra le pieghe del terreno era stato trovalo un sepolcro intatto. All'interno, oltre a qual�che povero oggetto di legno, c'era un mucchio polveroso di corpi bendati, undici mummie per le quali si profilava l'insolito destino di diventare uno dei punti di riferimento per i mor�moni della Chiesa dei Santi del�l'Ultimo Giorno. Imbolo era arrivato in Egitto nel 1815 direttamente dal Pie�monte. Era nato il 22 gennaio di trentaquattro anni prima a Casiellamonte, nel Canavese, dove aveva vissuto sino al 1799, quan�do si era arruolato volontario nellesercito napoleonico. Nel marzo del 1801 fu ferito, ed interruppe la carriera mibtare, ma non ù suo servìzio pubblico. Entrò nella polizia, visse a Mila�no e fu fedele alla causa napoleo�nica sino alla caduta dell impe�ro. Dopo Waterloo, come molti altri, si ritrovò intomo terra bruciala e dedse di cambiare aria: il ricordo di una vecchia amicizia gli consigliò di imbar�carsi alla volta dell'Egitto. Nel 1815 il console francese ad Alessandria era Bernardino Drovetti, canavesano di Barbania, ex ufficiale di Bonaparte che ima quindicina di anni pri�ma, come commissario del go�verno provvisorio, si era affida�to a Lebolo per l'arruolamento d�truppe in Piemonte. Accolse il vecchio commilitone con calore e lo assoldò nella squadra dei suoi agenti, nel gruppo di avven�turieri e viaggiatori la cui missio�ne era procacciare statue, papiri e ogni altro tipo eli reperto per la collezione del diplomatico. Era�no personaggi determinati, figu�re di talento come Frédéric Cailliaud e Jacques «RjfTo» Rifaud, e altre prive di scrupoli come il jiemontese Rosignani. Lebolo ego all'istante con gli altri; in capo a qualche mese era uno degli assi della formidabile Ban�da Drovetti. La qualità del lavoro degli agenti del console francese è dimostrata dalla quantità di re�perti straordinari che negli anni successivi furono venduti con gran profitto ai principali musei d'Europa. Una parte significati�va della raccolta del Museo Egi�zio di Torino fu recuperala da Rifaud e compagni. Lebolo sem�bra però aver avuto un posto speciale nel cuore di Drovetti, che lo autorizzò a scavare parec�chio per conto suo e, .dia fine, gli diede in dono una schiava africa�na che l'esule di Castellamonte convert�al cristianesimo e spo�sò qualche anno più tardi. Nonostanle la fono concor�renza degli «inglesi», il cui uomo migliore era guarda caso l'italia�no Giovanni Ballista Belzoni (Rosignani, non sopportando i suoi successi, arrivò al punto di sparargli), i «francesi» vissero lungo il Nilo una magnifica sta�giono di scavi. Lebolo unse da patte una fortuna, ma vendette solo una parte dol suo bottino. Quando nel 1825 decise di tomnrc a casa, nel bagaglio aveva una miriade di piccoli pozzi di valo�re, e lo undici mummie trovate nella Valle dei Re, probabilmen�te nella tomba numero 32 dove la firma ilei canavesano appare su una parete. Gli antichi corpi Ixmdati non raggiunsero però il Piemonte: furono lasciati ad uno spedizioniere di Trieste, Albano Oblasser, perché li omettes�se in vendita. La transazione avvenne nel 1833, e l'acquirente fu tale Michael H. Chandler di New York. Lebolo non poié bene�ficiare dell'incasso. Era morto a Castellamonte tre anni prima. Le undici mummie varcarono dunque l'Atlantico, per comin�ciare una tournée nel nuovo mondo. Chandler, cho si spaccia�va per un nipote di Lebolo, le espose per la prima volta a Fi adelfia dell'aprilo del '33 e, strada facendo, preso a venderlo una dopo l'altra. Nel febbraio del 1835 l'insolita carovana arri�vò a Hudson nell'Ohio con lo spoglie egizie ridotto a quattro, numero sufficiente per attrarre l'attenzione di un personaggio fuòri dal'comune comò Joseph Smith, il profeta della Chiosa dell'Ultimo Giorno. Per il padre della religione dei mormoni fu un'illuminazione: acquistò le an�tiche reliquie e da t uosle trasse undici framinenti t i papiro nei quali riconobbe il (Libro di Abra mnii voluintf destinato a diven�tare uno dei lesti sacri fonda montali della Chiosa. l,a questiono della sua auten�ticità è al centro di una accesa diatriba. I mormoni sostengono cho Smith tradusse �papiri poigrazia e con l'aiuto di Dio, e cho il testo riferisco le panilo e il pensiero di Àbramo Numerosi storici (considerati anli-mormo�ni) affermano che Smith non ora in grado di leggere i geroglifici e cho gli scritti non avevano nulla a ilio fare con Abramo, Non è questa la sede per la disputa. Ciò che interessa ó cho i papiri furono ancora venduti, finirono in un musoo, si credettero perdu�ti nel grande incendio di Cnicogo dol 1871, e sono infine riapparsi noi 1900 nel Metropolitan Mu seum di Now York cho, senza pensarci due volte, li ha restitui�ti ai mormoni. Ora sono conser�vati con gran cura nello Utah. Tutto questo ha fatto si che Lebolo non cadesse completa�mente neii oblio Nella .i.iii.. Ca�stellamonte pochi ricordano il suo nome, ina ogni tanto sbarca un americano che va diritto a bussare alla porta della casa dove abitava questo eroe dimen�ticato, il tiglio di un produttore di granaglie che serv�l'imperato�re, e scavòiflungo nella terra dei re egizi. Fu commerciante e imprenditore, archeologo nel senso più elementare del termi ne cotto non egitlulugo. Visse Uli ultimi anni in uno sfarzo .^orientalo», brucio tutti i suoi soldi e lascio poco ai figli che non fecero una bella line D�lui sono rimaste poche tracco, qual�che fnldono all'Archivio di Stato a Torino, scarno righe nei volu�mi della biblioteca castelltunontese A Salt I^ike City, capitale dei mormoni, h invere una moz�za celebrità. Il che dimostra come la possibilità di veder rico�nosciuti in Patria i propri meriti non e mai un risultato scontato. Intorno al 1820 un canavesano recuperò i corpi di undici egizi destinati alla celebrità Bernardino Drovetti (al centro col braccio alzato) con alcuni agenti e viaggiatori Lebolo e il primo in piedi da sinisti a