Un conflitto impopolare pochi ultrà e 800 vittime di Mimmo Candito

Un conflitto impopolare pochi ultrà e 800 vittime UNA SCIA DI SANGUE E UN'OCCASIONE PERDUTA Un conflitto impopolare pochi ultrà e 800 vittime analisi Mimmo Candito .^v a HA in Spagna la paura ricomincia^ circolare, e anefieum ràBbìa'sqrtla, che grida mista e vx^ol finirla. Sei morti in sètte mesi sono davvero troppi, questo vuol dire che la guer�ra dell'Età è proprio ricomin�ciata. E con una guerra che salta la frontiera polisca, non solo geografica -' del Paese Basco e viene esporta�ta fin giù, in Andalusia, nes�suno ormai si può sentire tranquillo, nemmeno il popo�lo dei vacanzieri (è poi quello che i terroristi baschi voglio�no). La guerra dell'estate è sem�pre stata una delle tattiche preferite dall'Età: una bom�ba nella Costa Brava o un morto assassinato nella Co�sta del Sul mettevano In panno la macchina redditizia del turismo e creavano pro�blemi seri al governo d�Ma�drid, non soltanto di ordine pubblico ma anche d'immagi�ne internazionale. E' stato cosi fino a due anni fa, quando, il 16 settembre del '98, l'Età proclamò unilate�ralmente la tregua e ufficia�lizzò quelle trattative che, comunque, a livello di semiclandestinità non erano mai state interrotte. Il negoziato chiuse, alme�no momentaneamente, un lungo elenco di morti comin�ciato ancora ai tempi della dittatura franchista e arriva�to a superare ormai la quota 800 (ci fu anche un attentato contro re Juan Carlos, sven�tato appena in tempo in un porlicciolo delle Baleari). Pe�rò quel negoziato anche inde�bol�il fronte di coloro che cercano una soluzione «sol�tanto» politica, senza più spargimento di sangue, per�ché schiacciò su posizioni forzatamente indipendenti�ste perfino il vecchio partilo del Pnv, leader tradizionale de} nazionalismo moderato. Era una manovra, naturalmente, che sembrava segna�lare la vittoria dell'ala politi ca su quella militarista, al�l'interno dell'organizzazione basca, ma in realtà copriva una più complessa strategia radicale. Messa in difficoltà dal montare d�una protosta nazionale contro �troppi morti che i commandos terro�ristici avevano fatto tra Bil�bao e San Sebastiàn, l'Età tentava ora di recuperare un appoggio popolare offrendo�si come interlocutrice d�un «patto tra gentiluomini» (con il conscguente riconoscimen�to, pero, di legillimazione della sua lolla armata). L'Età puntava strumental�mente alle elezioni di marzo di quest'anno, sperando che quella sua nuova tattica ne�goziale potesse farle ritrova�re un elettorato cho negli ultimi anni aveva abbando�nato in quantità sempre più alta il suo «braccio politico», l'Herri Batasuna. Ma al voto di marzo punta�va pure il primo ministro Aznar, che si dichiarava cor�tamente disponibile al dialo�go «e però senza alcuna con�cessione», diceva, per difen�dere quell'immagine di fer�mezza che il suo elettorato conservatore certamente pri�vilegia. Era insomma lo scon�tro tra due machiavellismi, nessuno dei quali capace pe�rò di nascondere adeguata�mente il cinismo di fondo che lo sosteneva. Quando, alla fine dell'an�no scorso, la tregua è stata cancellata perché disse l'Età non c'era una reale volontà negoziale da parte del governo, tutti sapevano che purtroppo l'elenco dei morti si sarebbe riaperto pre�sto, e che le urne di marzo avrebbero disegnato il nuovo scenario obbligato dello scon�tro politico-militare. A marzo Aznar ha vinto a man bassa, non soltanto gua�dagnandosi la maggioranza assoluta a livello nazionale, ma anche portando il proprio partito il partito popolare ad avere nel Paese Basco un ruolo e un'importanza che mai prima avrebbe nemme�no immaginato. Era un segnale di evidente stanchezza della lotta indi�pendentista, ma il risultato inevitabile è stato una pola�rizzazione dello scontro, e poi l'inizio di una nuova guerra, con nuovi morti e nuove paure. Chi pretende, però, di disegnare paralleli�smi con la lolla dell'Ira in Irlanda, e con le soluzioni politiche tentale tra Londra e Dublino, rischia un equivo�co grosso quanto una casa, purché nel Paese Basco non esiste affatto una lolla una guerra tra due comunità. L'autonomia regionale ha, nella Costituzione spagnola, dimensioni di straordinaria ampiezza, e l'appoggio popo�lare a una lotta alla guerra dell'Età si riduce .i poche frangi?, marginali, della socie�tà basca, irovatuio il suo brodo di coltura soltanto nel disagio della condizione gio�vanile e nella quoto dei disoc�cupati a causa della riconver�sione industriale. Sono problemi che la deri�va basca denuncia con dram�matica evidenza ma che pos�sono trovare radici anche in altre realtà. La polarizzazio�ne accentuo sempre i rischi della violenza, e le prediche degli esaltati in Spagna come in qualsiasi altra di�mensione «indipendentista» possono soltanto scatenare forze cho poi nessuno sa riportare sotto controllo. inimcani,'' tin it La provincia gode di un'autonomia che è prossima all'indipendenza La popolazione locale condanna la violenza e ha isolato i fanatici Ma il governo Aznar è corresponsabile della fine del cessate-il-fuoco La sua formula del «dialogo senza concessioni» è stata fallimentare Gli effetti dell'auto-bomba davanti alla sede della Guardia Civil nella cittadina di Agreda in Castilla-León

Persone citate: Aznar, Juan Carlos

Luoghi citati: Andalusia, Dublino, Irlanda, Londra, Spagna