Luci e ombre nella stagione dei dissociati di Guido Ruotolo

Luci e ombre nella stagione dei dissociati Luci e ombre nella stagione dei dissociati Da Masino Buscetta ai terroristi: vent'anni di verbali Guido Ruotolo ROMA Al «pentimento» di Ali Agca in pochi avevano creduto. Perlome�no, non ci hanno mai creduto gli investigatori e gli inquirenti che con lui nanno avuto un rapporto in questi vent'anni. E però, nello stesso tempo, è difficile affibbiare ad Ali Agca l'etichstta di «falso» pentito o, addirittura, di pentito tout court. Questo dilemma falso o vero pentimento negli ultimi due dscenni ha sltrsysrsato l'uni�verso mafioso e terroristico (rosso e nero) e. di conseguenza, le istitu�zioni, gli apparati di sicurezza, la magistratura e la politica. Ad Enzo Biagi che gli domandava, all'indomani delle stragi Falco�ne e Borsellino, se era ancora mafioso, Tommaso Buscetta rispo�se: «Se lei per mafioso intende un uomo cho hs una sua parola, che ha dignità, che anche essendo come dicono loro pentito, ma io non lo sono affatto pentito... Io mi definisco un uomo deluso dalla mafia, un uomo che ha tanto contribuito alla mafia...». Don Masino, in realtà, in quel 1984 prese le distanze da Cosa nostra: i Corlconesi avevano ucci�so i suoi familiari due figli, un fratello, un nipote, un cognato e un genero e tutti i suoi amici, esponenti di quella mafia sopraf�fatta dal jgolpe» di Salvatore Riina e Bernardo Provenzano. Non solo prese le distanze dai corleonesi, Buscetta svelò a Giovanni Falcone le regole, i valori, la struttura organizzativa della mafia. E per rastAra agli Anni 80. altro mafioso pentito fu il catanese Nino Caldero�ne, fratello di Pippo, che fu anche il capo della Cupola regionale di Cosa nostra, che ammise: «Fare il mafioso non è mestiere mio». La storia recente di Cosa no�stra, il quinquiennio '92-'97, è segnata dalle defezioni di centina�ia di boss, uomini d'onore, affilia�ti, collusi con l'organizzazione. Ma per capire quello che è successo non si può utilizzare la categoria del pentimento. Certo, forse è dav�vero pentito Vincenzo Grigoli, il killer che il 15 settembre del 1993 uccise don Pino Puglisi, ma per tutti gli altri, più laicamente si deve parlare di scelta opportunisti�ca. * Salvatore Càncemi. ex reggente del mandamento di Porta Nuova, uno degli esponenti della Cupola di Cosa nostra, si consegnò in una caserma dei Carabinieri perché aveva paura che Totò Riina ordi�nasse la sua eliminazione, dopo che nel corso di un vertice aveva espresso una posizione differente da quella del capo. Giovanni Bru�sca decise di collaborare nello stesso momento in cui si rese conto a poche ore dal suo arresto che avrebbe vissuto por tutta la vita in una cello di un carcere, senza gli affetti dello moglie e della sua piccola. Per i mafiosi, dunque, più cho di nentimonto si deve parlare di collaborazione con la giustizia. E il contratto che lo Stato decido di firmare con i mafio�si è una sorta di scambio. Più complicato è affrontare il nodo del pentimento, della collabo�razione, quando ci si riferisce al torrorismo rosso e nero. Qui, preva�lentemente, si deve introdurre uno nuova categoria, quella dello disso�ciazione lanche se lo Br hanno avuto il loro Buscetta Roberto Pocil. Ovvero, del prendere le di�stanze do una stagione di lotta annata ammetlondu le proprie rosponsabtlità. E nel deciaorc di dissociarsi, si sono registrali due approcci diversi: quello che pren�deva solo atto de fallimento del progetto politico che stava dietro la lotta armata; quello che ricono�sceva l'errore del progotto in so. Significative le prese di distanza (quasi duecento! nell'area delle Brigate rosse: Azzolini, Bonisoli, Ognibene, Semuria. E anche ^ei Nar: Francesca Mambro o Valerio Fioravanti. L'ex capo di Gota Nostra Giovanni Brusca

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