Verdi è odore di terra, culatello e lambrusco: parola di Barilli, padano e dandy reazionario

Verdi è odore di terra, culatello e lambrusco: parola di Barilli, padano e dandy reazionario Verdi è odore di terra, culatello e lambrusco: parola di Barilli, padano e dandy reazionario TITOLO fortuna�tissimo o d�'.ciagurali! con�seguenze, ri�torna in librerìa il pam iblei di Hruiio Bari lì. «Il paese del inclodramma» nasce nel 15)29: Ba�rilli ha cinquanl'anni, due opere liriche alle spalle «Medusa» e «EminiU, oggi dimenticata ha fmululo «Lu Ronda»! scrive, sempre febbri�le, su periodici e auotidiani. Il libro, una raccolta di brevi suggì, conosce successive inlegrazloni e ristampe, s�arric�chisce (li alcuni capìtoli di un mai complotiito volumn dediCàtO a Giuseppe Verdi. Hariili muore nel 1952, l'ullìnm odiRi CiNSaC.ipp SIONE ro letto zinne risaliva, cu�rala ila Einaudi, al 19(15. Rispetto alle dis�seccate stitichezze dell'odierno scien�tismo musicologi�co, le prime pagine sembrano consenti�re pulpiti e turgori. Mu la delusione caia presto, quando si capisco che, pur preferendo agricoli afrori ai cuscini da�mascati cari a D'Annunzia, sempre d�estetismo s�tratta. Alla vigilia del centenario della morto di Verdi, ci si augura che simili aforismi non irai ino più nessuno: «Il "Trovatore", col quale la mo�starda di Cremona hu in certa maniera punti di contatto lìrico». Ossossinne primu d�Barilli è infalt�il «Trovato�re»: non parlategli di «Falstaff», si innervosisco su�bito; «Di quella pira» lo eccita lauto quanto lo deprimono controp lunti e fughe. Verdi è odore di terra, culatello e lambnisco, passioni pugna�lanti, cabalette a manetta, «grandinate di genio». «FalslalT» è noia, misantro�pia, anticipazione della mor�te certa dol teatro lirico. Pada�no dandy reazionario. Oscar Wilde senza vero coraggio, Barilli si accomoda in palco maledicendo l'invenzione del�la luce a «gaz» che hu privalo �volti dei cantanti del tremo�lante, immateriale chiaroscu�ro delle candele. Rimpiange i tempi del Ducato di Parma, dell Italia che non c'ora, del teatro impresurialo, dello as�sunzioni a slagiuno: «Con l'unità e il suffragio universa�le l'urte da noi fece un capi�tombolo per lo scale, e recla�mò dallo Stalo un paio di stampelle». Continua o raccontare, anzi a rimpinngore, un inuiodramina déjà vu, inentro nel frulleinpo il «paese». SU altre pire, si brucia davve�ro. Scrive un saggio su Cimarosa partendo dal settecente�sco popolo ricluto di Roma e apmodundo ai Campi Elisi di Hìdu Sàyao, il soprano brasi�liano che immugu d�esoti�smo. E lu musica? «Trema eli gioia, come le foglie ul venti�cello d'estate; ulloru olezzano la rosa, il ginepro e il garofa�no». Olezza il garofano? Me�glio quando la musica viene relegata ad accessorio: il ri�tratto d�Migliavacca, violini�sta rnndagio e lacero, obeso copulunte tru i divani d�un bordello, ò vivido come lo avrebbe mostrato Fellini. Il voluinollu ospita anche il di�scorso tenuto da Fedele D'Amico in occasione dol de�cennale della morte di Barilli: gli voleva bene e no propone, anche attraverso altri scritti, un'immagine diversa da quel�la del solo «funambolo, piro�tecnico, virtuoso». Ri CiNSIONE Sandro C.ippolletto Hi uno Bdnlh, II paew tiel mclodrammd Adelphi. PP. 1S5.L 16 000 PAMPHLET

Luoghi citati: Cremona, Italia, Roma