D'Amico: quando la musica veniva passata al microscopio
D'Amico: quando la musica veniva passata al microscopio D'Amico: quando la musica veniva passata al microscopio C 'I È una fotografia d�Fede"e d'Amico, seduto in poltrona, con una mac�china da scrivere porta�tile sulle ginocchia, noH'attitudine preferita per coiici.'iilrarsi .sul lavoro che massiinamenii' lo impognava: scriverò l'ar�ticolo settimanale por l'« Bsprosso», Era un lavoro di cesello, maturalo a piccole tappo nell'arco di una seltimana, sino a raggiungere una sintesi fulgida per chiarezza intellettuale o l'orza espressi�va: '.'erto, un caso unico nella storia del giornalismo italiano e della cultura musicale, non solo nel nostro Paese. La raccolta di questi artico li, scrini in dodici anni, cura�ta da Luigi Bollingardi con un'illuminante ed affettuosa prefazione di Giorgio l'eslelli, lappresenla un avvenimento sotto vari aspetti. Innanzitiit lo ipiello documentario: la vita musicale, non solo Italia nu in,i europea, e passata al microscopio da uno dei suoi osservatori più acuii. In secon�do luogo, la raccolta dei 713 articoli offre un repertorio sconfinato di osservazioni, ideo, ritraili, spettacoli e con certi descritti e analizzati, composizioni giudicate con la chiarovoggenza a la passione che di d'Amico erano la firma slessa. Ma la rosa degli argomenti non si ferma qui: comprende anche li�bri, congressi, pro�blemi organizzati�vi, loggi sulla musi�ca, polemiche, scarnili di opinioni, «una sorla di sociologia inlornu alla vita musicale», scrive l'eslelli. «con punta di ilarità nel raccomodi quegli inciden�ti grotteschi, di quei buffi imprevisti che non possono mancare in quella messa in scena che e già di per sé il mondo dello spottacolo», II valore di questi scritti sia RCENI'.Gal nel fatto che vanno molto oltro l'occasione da cui sono nati. II giornalismo critico di d'Amico era l'antitesi ili r uollo che si pratica sui quotii iam e che vale per l'immeilialezza della scritturo e ileU'impressiono, fissala sulla carta, pri�ma che si raffreddi. Lo impressioni di d'Aulico erano filtrale da una settimaria di riflessioni, letturo, op profondimont�trasmessi ai let�tore in una prodigioso capaci�tò di sintesi: ma non per questo esse si raffredilavano. IONE o rati cristallizzandosi nella smallala lu�centezza di una pro�sa mirabile, perso�nalissima, forse pa�ragonabile a quella di Roberto Longhi per la capacità di tradurre in parole l'immaginf! sonora, in immagi�ni il concello, in concelti quei movi me nli eminenleinenle aconcettuali e solo apparentomenle senza significalo di cui vive l'arte dei suoni. Certo, un modo di scrivere che fa d�questi Ire volumi un punto di riferimento d'oro in poi impre�scindibile nella storia della letteratura critica in Italia, fiume leggerli? I percorsi che il lettore può scegliere sono differenti. Percorso cro�nologico: dal primi) all'ulti�mo, seguendo l'evolversi ilei gusto, la dinamica delle rece�zione musicale in due decenni attraversati da un grande fer�mento d�idee. Percorso temati�co, per generi: opere, concerti, musica sacra, esecuzioni, re�gio occ, Percorso storico: rico�struendo la storia della musi�ca, dal Seicento ai contempora�nei, in qualunque modo il lettore monterà i pezzi del gigantesco repertorio, verran�no fuori figure significanti: talmente salda é la coerenza delle idee che rimbalzano, con riprese e variazioni, da un articolo all'altro, offrendo de�cisivi nuclei di pensiero, in ogni argomento toccato. Uno di questi nuclei. Conse�gnalo al volume «L'albero dol bene e del male», a cura di Jacopo Pellegrini con prefazio�ne di Enzo Siciliano, mostra con (pianta forza persuasiva diciannove tra sagjji e articoli di Fedele d'Amico si organizzi�no allorno ad un tema a lui carissimo: quello della moder�nità di Puccini, da considerar�si a pieno titolo alla pari dei suoi grandi contemporanei eu�ropei. Anche questo volumi! raccoglie alcuni articoli dell'" Espresso» che, inserili nel con�testo pucciniano, acquistano altri molivi di slimolo intellet�tuale. Perché non c'è scritto di d'Amico che non procuri, per profondità e vivacità, spirito e passione, gusto, eleganza e fulminea asciuttezza, non so�lo una scussa alta nostra co�scienza culturale, ma anche un senso di vera e propria soddisfazione estetica. Se ne deduce che di questa lettura non solo gli appassionali e gli studiosi (li musica, ma ogni uomo di cultura, specie se di quel tipo in via d estinzione che e l'amante della bella scrittura, non polra in alcun modo privarsi. RCENSIONE I'.idIo Gallarati Dodici anni di critica e di lavoro curati da Luigi Bollingardi, con una illuminante ed affettuosa prefazione di f liorgio Pestelli RACCOLTI 713 ARTICOLI: UN REPERTORIO SCONFINATO DI IDEE, OSSERVAZIONI, RITRATTI, CONCERTI E COMPOSIZIONI GIUDICATE CON GRANDE PASSIONE E CHIAROVEGGENZA Fedele d'Amico. A destra, Herbert von Karajan: nel dicembre 1950, sceglie «Tannhàuser» e la Scala risorta dalle bombe per farsi erede della rivoluzione wagneriana di Toscanini -'' i-' --^ I edeled'Amico lutto l«-cronache muiicali. 3 volumi, Bulzoni, pp 2307. t JOO u(X) L'albero dol bone o dol malo Naturallimo o decadentismo in Puccini, a cura di J.PelIcgrìni, pref dll 5iàUàno,M.PKÌnlFuzl,pp.220,l wooo SAGGI
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