Il Tur riapre le porle d «Mose»
Il Tur riapre le porle d «Mose» Il presidente delle Regione: «E* stata irresponsabilmente messa a rischio la salvezza della città» Il Tar riapre le porte al «Mose» «Il decreto sulle dighe mobili a Venezia era illegittimo» Maria Grazia Raflele vènezìa Trenta pagine [xir impunUinarei noU'onnosima palude veneziana. Come dico con amarozzu l'ex sinda�co Mario Ciuci.in lo dighe mobili per Venezia sono diventalo onnui una soap-opera. I giudici ammini�strativi del Tur del Veneto hanno cancellato il decreto Ronchi-Me�landri: puntando sulla bocciatura sancita dalla commissiono di valu�tazione di impatto ambìontalo ne�gativa per lo dighe mobili, i minislori doll'Ambionlo 0 dei Boni Cul�turali avevano subordinato il parore definitivo sul Moso alla realizza�zione di una serio d'intervcnli diffusi in Laguna. Ma por i giudici dol Ter quel decreto è «illegittimo e illogico», la commissione Via ha «straripalo» dalle proprie compe�tenze, andando a valutare l'intero panorama dello opera in corso, invece di concentrarsi sul solo Mose. Colpevole anche il ministro Giovanni Melandri, |)er aver boc�ciato le dighe senza molivaro lu propria posizione. Via libera al Moso, oppure enne�simo incaglio por un'opera fortemonlo osteggiata 0 ulirettanto forlemenio voluta? I verdi no fanno una questione di tenuta di gover�no. 11 minislru dell'Ambiento Willer Burdon non lui dubbi: «La sentenza dol Tar non significa che ora parte il Mose. Tutt al più, cho la valutazione d'impatto ambien�talo dovrà ossero rifalla: 0 non so so questo orti l'inionlo dei ricorronli. Il Tar dice solo che il ministero ha travalicato i suoi confini e ora bisognerà ricominciare da capo». Non la pensa cosi il presidente della Regione Giancarlo Galan, che contro la Via aveva presentato ricorau, da sempre sostenitore del�la necessità di portare avanti il progetto. «Evidenlemcnle il mini�stro Bordon riliono cho lu senten�za del Tar sia unu barzollctla cho gli consento di chiudere la vicenda a lurallucci e vino, tentando anzi d�accreditare l'idea che ci sia ancora spazio per i suoi tecnici 0 le loro sentenze». Ma Galon va oltre, e chiede le dìnàssioni immediate della commissione nazionale della Via «colpevole di aver posto irre�sponsabilmente a rischio la salvez�za di Venezia. Inoltre chiedo alla Corte dei Conti di indogare se c'è stato danno per l'erario pubblico dalla palese incompetenza della Via». •Non dovrei dire l'avevo detto sbolla il sindaco di Venezia Paolo Costa, favorevole al Mose ma l'anno scorso avevo detto che per me. i ministri dell'Ambiente e dei Beni Culturali, nonché la commis�sione Via, avevano travalicato i loro ambiti». Solo mercoled�scor�so davanti all'eterno dilemma del comitatone, se passare al progetto esecutivo delle bocche di porto oppure no, il presidente del Consi�glio Giuliano Ameto aveva passato la palla al Consiglio dei ministri. Si era cosi fatta strada l'idea che una decisione definitiva sul Mose sarcbbo arrivata entro l'anno. Adesso, paradossalmente, la situazione potrebbe tornare in alto mare. Sono passati otto anni da quando il consorzio Venezia Nuova ha concluso il progetto per il sistema d�dighe mobili in difesa della Laguna dalle acque alte. Otto anni di oiscussioni politiche, prò e con�tro, sulle quali si era posato come un macigno il giudizio negativo dei due ministri, Ronchi e Melan�dri, forti del parere della commis�sione Via, organismo dello stesso ministero dell'Ambiente. Giancarlo Galan
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