Bompressi: «Perché chiedo la grazia»

Bompressi: «Perché chiedo la grazia» Bompressi: «Perché chiedo la grazia» «IlParlamento deve concedere l'amnistia a tutti i detenuti» intervista Guido Ruotalo ROMA LA ragione di fondo che mi ha portato a presentare la domanda di grazia è la voglia di pormi sul terreno che mi appartiene di più: la riconciliazione, i buoni senti�menti». Un filo di voce. Pause lunghe, sospiri. E' come se avesse bisogno di riprendere fiato. Ovidio Bompressi l'ave�va annunciato, in una intervi�sta al Tg2, il 13 marzo scorso: «Presenterò domanda di gra�zia». E ieri, l'ex dirigente di Lotta Continua, condannato a 22 anni di carcere insieme con i suoi compagni Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani, per l'omicidio del commissa�rio di polizia Luigi Calabresi, quella domanda l'ha presenta�ta al ministero di Grazia e Giustizia che, dopo una istrut�toria, la trasmetterà al Presi�dente della 'Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Annunciando la sua inten�zione di chiedere la grazia, spiegò che in lei non c'era né ammissione di colpa e neppure una volontà di pietire la clemenza. «Ovidio Bompressi, Adriano So�fri, Giorgio Pietrostefani con l'omicidio Calabresi non c'entra�no. Io penso, e credo che lo pensino anche Adriano e Gior�gio, che l'aver cercato l'afferma�zione della nostra innocenza corrisponda esattamente al sen�timento più pieno della difesa di tutte le libertà, dei diritti delle persone, di quello che si chiama "giusto processo" e che ora, a pieno titolo, è inserito nella nostra Costituzione». La richiesta di grazia, spie�gò nel marzo scorso, nasce�va da un suo percorso per�sonale. «In questi anni ho maturato il bisogno della riconciliazione, dell'apertura a una conversione .più grande, a una rifondazione della vita sul bene comune più che sulla deriva del presente». Nelle ultime settimane, lei è stato uno dei protagoni�sti della campagna per l'in�dulto e l'amnistia per i detenuti. E' apparso evi�dente che questo impegno, l'avrebbe poi portata a chiedere la grazia. E' così? «Ho cercato di dare un piccolo contributo sperando che la no�stra classe politica trovasse la convergenza su questo grave problema della vita in carcere, della vita dei detenuti. Ho ereduto che il perdono del Papa e poi la grazia del Presidente Ciampi ad Ali Agca fossero un buon viatico per un provvedi�mento generalizzato di clemen�za per tutti i detenuti», Ma, pare di capire, non si arriverà a quella necessa�ria convergenza tra maggio�ranza e opposizione per far {tassare, in Parlamento, 'amnistia e l'indulto. «E questo mi delude profonda�mente. E' in ballo la democra�zia nel nostro Paese, sono in gioco i valori fondamentali del�la democrazia: i diritti, le garan�zie inviolabili delle persone. Tutto questo, alla classe politi�ca, sembra non interessare per�ché, per motivi diversi che, comunque, si riferiscono alla prossima scadenza elettorale, sta affrontando questo proble�ma solo dal punto di vista della sicurezza».. Umanizzazione del carce�re e sicurezza. Secondo lei non è giusto che il governo garantisca la si�curezza ai cittadini, che lo Stato sia in grado di contrastare la criminali�tà, anche quella interna�zionale? «E' un falso problema. Non capisco perché la classe politi�ca non si fa garante e interpre�te della verità, che vuol dire fare chiarezza sul problema della legalità nel nostro Pae�se. Non ci si può appellare solo alle cause esterne. Se esiste un problema criminali�tà, questo deriva da un certo tipo di sviluppo del nostro Paese. L'Italia è tra i Paesi più ricchi al mondo: qualcu�no dovrebbe cominciare a spiegare perché come affer�ma il Censis esistono sette milioni di poveri; perché esi�stono fasce ormai ampie di cittadini che vivono nella marginalità. Si ha sempre più l'impressione che la nostra classe politica si rivolga a una parte della società, quel�la più tutelata. E' altrettanto chiaro che un Paese ricco richiami la criminalità e, quindi, si può dire che un certo malessere è figlio del nostro benessere. Gli immi�grali poveri, poi, svolgono un ruolo nel nostro mercato del lavoro. Noi siamo un Paese che invecchia precocemente, certi lavori i nostri giovani non sono disposti a farli, l'immigrazione serve anche a riempire questi vuoti». Ovidio Bompressi vuole dedicarsi ai problemi dei carcerati

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