Cura dell'Aids, si riparte da capo di Marina Verna

Cura dell'Aids, si riparte da capo BL SUMMIT DEGLI SCIENZIATI IN SUDAFRICA TRA SPERANZE E CAUTELE Cura dell'Aids, si riparte da capo «Nessun farmaco distrugge del tutto il virus» reportage Marina Verna inviata a DURBAn ^h. UANDO David Ho, direttore VB dell'Aaron Diamond Center ^B^di New York, comparve con la sua bella faccia orientale sulla copertina d�«Time» del dicembre 1996 come «Uomo dell'anno», fu come se gli avessero dato il Nobel. Sembrava infatti che nei suoi lodatissimi modelli matemadei delle cur�ve del virus Hiv, presentati con grande enfasi all'XI Congresso inter�nazionale sull'Aids, ci fosse la solu�zione all'epidemìa che quindici anni prima aveva colto di sopresa il mondo. Ieri, al Xm Congresso sul�l'Aids che si tiene a Durban, in Sudafrica, David Ho ha dovuto am�mettere di essere stato troppo otti�mista: la curva non finisce mai con uno zero. E cos�ha detto pure Anthony Fauci, direttore dell'Istitu�to per le malattìe infettive all'NlH di Bethesda, dove sono stati messi a punto quei farmaci retrovirali che in quattro anni hanno trasformato l'Aids da malattia mortale in malat�tia cronica. Che cosa ha deluso iduescìonziati? La persistenza, nei cosiddetti «setbatoi» di cellule Cd4-fT, d�pìcco�lissime quantità di virus Hiv, irridu�cibili a (jualunque trattamento, com�presa rinterleuchiiia-2 in combina�zione con i retrovirali. Secondo i modelli di Ho, dopo tre anni d�somministrazione dei famaci non doveva restare in circolazione nep�pure un virus, invece anche i sieroixjsilivi che meglio rispondono ai l armaci non arrivano all'eradicazione totale. Conclusione: «Dobbiamo ripensare tutta la nostra filosofia di approccio terapeutico lia dotto ieri Fauci -, Con i farmaci attualmente disponibili, è chiaro che l'eradicazione dell'Hiv non è possibile. In più, i loro offeld collaterali e la disciplina di vita che richiedono sono cos�cesanti che non s�potrà sottoporre a gente a questa terapia per un penodoindeunìto di tempo. Dobbia�mo inventarci nuovi approcci per il controllo a lungo termine del virus». La strategia è già delineala: si chia�ma «interruzione strutlunita della terapìa» e prevede cicli di sommini�strazione dei farmaci alternati a cicli di riposo, fino a trovare per ciascun paziente il minimo dosaggio possibile per tenere bassa la canea virale, calcolato su un anno. Ora si tratta di mettere a punto la durala delle fasi: Fauci sia sperimentando perìodi di quattro settimane mentre in Italia, dove già si prepara uno studio parallelo, si pensa a cicli più lunghi, forse di quattro mesi. ■-revisioni per i prossimi due anni di qui al XIV Congresso, che si terrà a Barcellona nel 2002 le fa un altro ricercatore di punta. Mauro Scliechter: «Penso che, dopo questi anni in cui si è pensato che quanto prima si interveniva con i fannaci tanto meglio era, il pendolo ritorne�rà al rinvio più lungo possibile. Non ci saranno farmaci nuovi, ma saran�no migliorali quelli attuali, i)er ren�derli meno tossici e più facili da assumere. E tornerà l'interesse per la prevenzione delle infezioni oppor�tunistiche, come la tbc. Intanto l'Africa si prepara a spcrinientare il primo vaccino specifico per le sua variante del virus Hiv. Si tratta di una collaborazione tra l'Univereità di Oxford e quella di Nairobi, che inizia con la sperime.ilazionc su 18 inglesi. Se funzionerà verrà testato anche sui sieropositivi del Kenya». Il Congresso dell'Aids è dunque tornalo sui suoi binari tradizionali, dopo le polemiche dei giorni scorsi su l'accesso alle cure per i Paesi poveri o il legame di causa-effetto tra virus Hiv e immunodeficienza Ma c'ò una questione rimossa, che nessuno vuole affrontare aperta�mente perché le conseguenzaee po�trebbero essere devastanti. E' la cosiddetta ipolesi Opv/Aids, secon�do la quale il passaggio del virus dalla scimmia airuomo sarebbe av�venuto alla fine degli Anni 50, quando a migliaia di africani venne soinministralo sperimentalmente un vaccino contro la poliomielite «vivo», derivalo dai reni di scimpan�zé, che non fu poi sviluppato in un prodotto commerciale. Le prove a favore di questa teoria sono nelle mille iiagine del libro di un giornali�sta investigativo inglese. Ed Hooper, cho ha appena pubblicato «The River», un viaggio a ritroso sulle tracce dell'Hiv ce ne sono pile e pile in tutte le librerie di Durban. Le prove contrarie dovrebbero esse�re presentate a settembre a Londra, in un convegno della Royal Society originariamente fissato per mag�gio e oppartunamente rinviato o dopo-Durban. Ma gli scienziati amoricani hanno già annuncialo un boicottaggio: non ci andranno, non vogliono riaprire quel capìtolo dol�io origini che potrebbe ancora rive�lare sorprese. Al congresso di Durban prevale lo scetticismo «Dobbiamo ripensare le nostre strategie» Mentre si testa il primo vaccino africano Una manifestazione di protesta davanti alla sede della conferenza sull'Aids in corso a Durban www.lasUimpa.lt Per approfondimenti e segnalazioni di siti su questi argomenti

Persone citate: Aaron Diamond, Anthony Fauci, David Ho, Fauci, Mauro Scliechter

Luoghi citati: Africa, Barcellona, Italia, Kenya, Londra, Nairobi, New York, Oxford, Sudafrica