Ville, monasteri ed oasi naturali di Franciacorta

Ville, monasteri ed oasi naturali di Franciacorta TRA LA PIANA BRESCIANA E LA CONCA DEL LAGO D'ISEO, TRA LA VAL TROMPIA DI LA E LA VAL CAMONICA DI QUA. Ville, monasteri ed oasi naturali di Franciacorta Giovanni fesio TRA la piana bresciana e la conca del Lago d'Iseo, tra la Val Trompia di là e la Val Camonica di qua. Una parata di verdi prati, moligho, viti e di tanto in tanto il giallo impressioni�stico dei girasoli e della soia. Pur essondo numerose come in ogni paesaggio che sia diventato anche industriale, le nuove costruzioni lungo la statale Iseo-Brescia non disturbano troppo e non impedisco�no alla vista di arrampicarsi su colli di fogliame intatto o di perder�si dietro a paesini adagiati su cocuzzoli remoti. Come il Brenta per i nobili veneziani, la Franciacorta era per le famiglie notabili di Brescia il luogo della villeggiatura e del «loisir». Tanto che ogni paese della zona conserva le tracce di un'ascendenza cospicua: castelli ben conservati, abbazie restaura�te, palazzi rimessi a nuovo, dimore ricche di bellezza e di storia. Por chi voglia goderne, si può fare il percorso a partire da Bre�scia, ma per chi percorra l'autostra�da A14 (Milano-Venezia) è più con�veniente uscire a Ospitaletlo e meglio ancora a Rovaio, già Fran�ciacorta a tutti gli effetti. Passar per paesi che si chiamano Adro. Somalo, Capriolo, Castegnato, Cazzago, Cellatica, CoccagUo, Corte Franca, Erbusco, Gussago. Monti�celli Brusati, Omo, Pademo, Paratico, Passirano, Provaglio, Rodengo Salano, ognuno per un verso o per l'altro degno di sosto, di tappe, di indugi particolari. Siccome per visitarli tulli occor�rerebbe ben più di un week-end, due guide amichevoli e contpolenli come Alessandro Spina e Pietro Gibellirii mi ritagliano su misura un percorso possibile, che nella sua varietà comprenda in sintesi estre�ma un po' tutto il senso di uno spazio cosi fitto o variegato. Il sabato mi portano per ville. A Rodengo la villa Mascheroni. A Gussago le due del musicista e compositore Camillo Togni, allievo di Alfredo Casella, schoenberghiano di cultura raffinatissima (spe�cialmente la seconda delle ville, la Bègia, è degna di uno scenario alla Gilles de Raisl. A Cometo di Roden�go la villa Fen,troll. A Erbusco (un Mese raccolto su un colle e magniIcamente conservato nella sua strutlura medioevalel. la villa Lo�chi, pianta a U con portico bugna�to ad archi e una loggia con colonne in bolticino. la pietra bianca della zona. Poi da Rodengo a Omc, devian�do verso Monticelli Brusati, via a conoscere l'Antica Cantina Fratta gruppo Berlucchi dove si tiene ogni anno il premio letterario Gandovere (scelta giuria da Maria Corti e Giovanni Rabonil, che Drendo il nome da un rio dio lagna la zona. Ma più che per il pur nobile premio la cantina vale per la fama dei suoi Brut, Rosé o Pas Dose che fanno della l-'r,inti,icorta il regno del metodo champcnois italiano. Entrando, un grande salone. Nel parco duo meraviglioso acacie secolari. Nella cantina i «pulpiti» grandiosi e cupi dove al momento stanno coricate sul fianco 300.000 bottiglie con il collo rivolto verso il basso, gradualmente e periodica�mente mosse da mani esperte per far scivolare il deposito fino al tappo (visite da concordare telefo�nando allo 030.65.20.68). Il carnet più fitto di sorprese gli umici bresciani lo hanno tuttavia pensato per la domenica portando�mi a Provaglio, sulla strada che va verso il lago. Doppia escursione, naturalistica e artistica insiemo. Di buon mattino al Parco naturale torbiere del Sebino, una palude d�360 ettari dove piante e animali acquatici e volatili, dalle life alle ninfeo, dall'airone cinerino alla schiribilla, al luccio al pesce persi�co, vivono in un ambiente protet�to. Ci inoltriamo tra pioppi, salici, ontani, olmi, robinie, cornioli, radi�ci che affiorano sui sentieri come nervature un po' salgarianc. Due ore di camminala per compiere uno dei tanti percorsi possibili e arrivare, girandogli intorno, al mo�nastero cluniacense di San Pietro in Lamosa, un complesso la cui origine risale all'XI secolo. Tre corpi distinti da visitare: la chiesa di San Pietro (una cappella medioev.ile, una gotica, una rinascimen�tale, un Cristo copto del 1200, un organo del 1600), la chiesa della Disciplina (sinopie e affreschi di buona manol e la cappello cemete�riale (una bellissima facciata), che è Battista Simonini, un appassio�nalo volontario dell'Associazione Amici del Monastero, ad illustrar�ci con competenza non pedante e non invadente (aperturo venerd�mattino, sabato e domenica tutto il giomo, 9-12.30 e 14,30-191. Nel lardo pomeriggio ritorno a Rodengo e visita alla ben più vasta abbazia di San Nicola, dove a farci da guida è l'ottantottenne padre Antonio, uno del inique monaci Olivetani che hanno cura del complesso E' lui a mostrerei le meraviglie dei tra chiostri, la Chiesa abbaziale con la pala del Moretto, il coro di Cristoforo Rochi. la porta intarsiata che porta alla sacrestia, attribuita a Fra Raffaele da Brescia, l'antirefettorio con gli affreschi di Lattanzio Gambura Magnifica conclusione per una due giorni come questa. Ad occhi in su. Nel parco torbiere del Sabino: dall'airone cinerino alla schiribilla, dal luccio al pesce persico L'Abbazia di Rcdengo