Totò, principe di Bisanzio

Totò, principe di Bisanzio Totò, principe di Bisanzio L'attore coinvolto in una singolare diatriba per un titolo nobiliare nell'Italia del «todos caballeros» Toi jos caballeros, gli sfortuna�ti azzurri di rìtorooda Rotter�dam sono stati fatti tutti cava�lieri e chissà s«t qiiiilcuno rti loro si sarà ricordato che l'espres�sione ora risuonata per la prima volta non su un aereo prosidmiziale ma, alcuni secoli fa, da un balcone del palazzo d'Arcais (o d'Arcayne) che dava sulla piazza civica di Aloheru, Qui ni [Tottobredol 1541 era ■i .j,. odato l'it iperatoio «,.iilo v r. le si i -1',piando in direzio�ne deli. : i .1 i lionata Impresa contro il bny di Algeri o dei suoi prodi abituati a comparire davan�ti ai poi ti d'Italia ali ultimo istann,jiji uiiidu.'.i via 11,(, poiu sloizo bottini tutt'altro che trascurabili, Ad (.sciupio isabella, «L'italiana io AlgorU rapita da Ali Ricorda�te? Quella deua rossiniana vortigini«qua 11 vuol disinvoltura/ non pm smanio né paura/ Di coraggio è tempo adi -.no/ oi chi sono si vedrà .», e ancora «Sion dolci, o invilii, mimi (lemma o loco/ sono tutti slmili/ u presso n poco/ tutti la chiedoncV ria vaga femmina/ felicità» Anacciatosi a una finestra l'im p al Imaslo colpito dalla folla di olgh li in. in omaggia' vano ApproOttando di Ila sorata dolcissima, del clima festaiolo o atting indo a cpiella vena malica e im i .ili che non manca di cerio a queliti popolazioni della Sarde�gna, i convenuti non ne volevano sapere di tornarsene a casa. Sosta�vano pui scorrendo lo ore della notte lotto iniel balcone che l'imperatore non vedeva l'ora di i.ri.i, i ., ii ..i i onforte volo giaci glio che oi mai, ani he pei lui, gli anni anti e la stanchezza non pi i Edòa ciui stopuntochc 1 in... lo . lo i ava facendo i adi i sulla folla icttostante una bella mandata di inve.siii.un; nobiliai i todos i abaljeros, insomma. Tutti cavalieri puh ha andiate linalmonte .i nanna; i he a combat loro ( 'i.ani il Sultano a gli Zidane di i tempo ò fai i onda Impegnali vaooi ' '.in a istiroinforma, A parti; i guai combinati dal�l'ini wratore, anche la caduta dei re d'Italia ha lasciato nulle file della nobiltà qualche incortezza e confusione visto anche la XIV disposizione transitoria della Co�stituzione Repubblica, Quella che sancisci; che «I titoli nobiliari non sono riconosciuti. I predicali di quelli esistenti prima del 28 otto�bre H)22 valgono come parte del nome. La legge regola la soppres�sione della ( lonsulUi araldica». In questo apparente vuoto s'in�seriscono negli anni successivi alla fine della monarchia fanta�siosi persoi leggi che si specializza�no nella costruzione di genealogie nobiliari die s'inerpicano, pm au�daci di Bonatti, lungo alberi dina�stici tra i più impegnativi. Facen�done cadere dietro qualche com�penso attestali e nobililazioni a raffica su tutti coloro che soffrono di carenza d�sangue blu. Tre dei protagonisti di questo laborioso cantiere hanno la ventu�ra di essere negli Anni Venti compagni di scuola elementare a Roma Cresciuti, separali i loro destini dalle vicende belliche, si ritrovano noll'Italia post-bellica allaniala di vita e di liloli nobilia ri il la all'avventura viene dato da Marziano Lavarello, ramppUo di una famiglia di posalissimi armatori genovesi, Pimeotlcoiddle sue origini Mai ziano nel giro di poco tempo auto ascende le scale della nobiltà lino a incoronarsi amie Marziano II Lavarello Lascaris di Bisanzio, Nicea, Bitinia, pretendente al trono di Oriente. Ed ò a questo punto che Marziano s'imbatte nei due ex compagni di scuola. L'uno è Luciano Pelliccioli che reduce da jKiche onorevoli impre�se nei reparti della Rsi è approda�to a Roma per svolgervi l'attività di investigatore privato prima e di araldista poi. L'altro e Vittorio San Martin che reduco dai campi di prigionia tedeschi s'infiltra co�me collaboratore del ministro Melicelo Ruini senza disdegnare s'afferma in un spassoso libretto di Dino Salvatore pubblicato a metà degU Anni Sessanta lucrosi traffici nel campo automobilisti�co. I tre, ovviamente, sono fatti jjer collaborare assieme in un'esi�larante scalata a troni e imperi e dominazioni esistenti solo nelle carte che producono con inesau�sta fantasia. San Martin riesce a conquistare la fiducia di un vero gentiluomo, un San Martino di Valjicrga e da li è come si fosse aperta una breccia inarginabile: basti (icnsare che il giovane San Martin riesce a convincere un vescovo di Monza a incoronarlo re d'Italia ponendogli sul capo quella «corona ferrea» che invano i Savoia avevano desideralo fosse posta sul loro capo. Una rapida ricerca attorno ai veri principi di San Martino aggiorna ii neo-re dell'estinzio�ne di un ramo, quello dei Lascaris, che aveva qualche pretesa sul trono di Bisanzio, Da li a farsi chiamare Sua Altezza Rea�le e Imperiale Vittorio (Emanue�le) di San Martino Lascaris pre�tendente al trono d'Italia e a quello imperiale di Bisanzio il passo è breve. Breve ma insidio�so: perché l'ex compagno di scuo a Lavarello ha già prenota�lo quel trono. Ed è a questo punto che entra in scena il terzo compare, quel Pelliccioli che de�stino ha voluto attivo nel campo dell'araldistica come gran rifor�nitore di titoli a chiunque ne abbia urgente bisogno: da «de�spota di Amorio» per i più decisi a Re di Araucasia e Patagonia per gli amanti dei vasti orizzon�ti. Sino a designazioni per clienti di ridotte pratese del ristretto titolo di re di Tavolare. Il momento è favorevole a incrementare ambizioni. Marzia�no II alias Lavarello sicuro nell'appoggio dell'araldista de�cide che di pretendenti Bisanzio può averne uno solo: lui stesso. Ma invece di colpire l'ex compa�gno di scuola San Martin(o) Mar�ziano II punta grosso: cerca di tagliare la strada a Sua Altezza Imperiale Antonio Fokas Griffo De Curtis Gagliardi di Bisanzio. Per chi non l'avesse capitò è Tolo, il grandissimo attore il cui nome era davvero iscritto nel libro d'Oro della Nobiltà Italia�na. Totò accetta di scherzare su tutto ma non sulle origini della sua famiglia. Dunque querela lavarello-Marziano II per diffa�mazione e calunnia. Si apre un processo surreale che in Tribu�nale, in Appello e in Cassazione si conclude con la prevedibile vittoria di Totò. L'imperatore Marziano II, difeso dal celebre Camelutti, toma ad essere solo un semplice Marziano. Antonio Fokas Griffo De Coite. Gagliardi di Bisanzio: in arte, Totò DA LEGGERE Dino Salvatore Re, Imperatori e falsi nobili nell'Italia d'oygi Editrice Consah/a, Roma 1964 Gioacchino Rossini L'italiana in Algeri 1.