In cerca di una via africana per curare l'Aids di Marina Verna

In cerca di una via africana per curare l'Aids In cerca di una via africana per curare l'Aids Dura polemica con l'Occidente al convegno di Durban reportage Marina Verna Inviata a DURBAN Sono passati quasi vent'anni da quando abbiamo comin�ciato a sapere, senza il più pallido sospetto che quella ma�lattia indicata sul momento con una sigla. Aids, e mai battez�zata con un nome vero e proprio avrebbe sconvolto il mondo percorrendolo avanti e indietro quanto basta perchè anche a noi diventasse chiaro il senso del�l'antico detto orientale: «Un frul�lo d'ali di farfalla in Cina sposta l'aria all'altro capo della terra». Figuriamoci che cosa può accadere se a spostare l'aria è un'epidemia che conta i contagi a milioni (in questo momento sono 34, di cui il 70 per cento in Africa) e il vento soffia dalla zona degli esclusi, che non han�no i mezzi né la cultura per avvantaggiarsi della medicina occidentale, ai ricchi territori dei privilegiati, che considera�no ormai 1 Aids un male come gli altri e spavaldamente ignora�no la prevenzione (con 1 ovvio risultato che anche in Occiden�te l'Aids ha ripreso a crescere). Poi però arriva il presidente degli Stati Uniti in persona a dire, come ha fatto due mesi fa, che l'Aids è un'emergenza na�zionale dove per «nazione» intendeva proprio la sua,'ancor�ché assai distante da quell'Afri�ca che è stata il focolaio dell'in�fezione ed è oggi il motore pulsante di un'instabilità globa�le e allora il problema, cos�ben rimosso, toma in primo piano. L'Africa muore e la sua catastrofe sarà la nostra, era il senso del discorso di Clinton. Per la XIII conferenza interna�zionale sull'Aids, che si è aperta ieri a Durban, non a caso è stato scelto il Sudafrica: il Nord del mondo ha organizzato i conve�gni negli ann: in cui il problema era suo, suoi erano i morti e c'era da capire che cosa fosse questa nuova malattia, come si trasmettesse, come si curasse. Poi, risolti i suoi problemi, ha passato il timone all'Africa, co�me fosse ormai un affare solo suo. Ma Clinton ha riportato tutti alla realtà, dicendo ai popo�li che si considerano ormai al sicuro non dal contagio, ma dalla morte per il contagio che in realtà sono in balìa di un'Afri�ca decimata dall'epidemia, do�ve un quarto della popolazione è sieropositiva, le generazioni produttive nuoiono e le ultime nascono già infettate. Un mon�do globalizzato non può essere sicuro se un intero continente è devastato dalla malattia e dalla fame, se la terra resta incolta perché non ci sono più braccia per lavorarla e i bambini non vanno a scuola perché non c'è più nessuno che li manda e in ogni caso, non ci sono più maestri «Break the silence», rompi il silenzio, dice lo slogan di questa Conferenza, che ha come logo un tam tam. Sono tanti, i silenzi da rompere. Sor�dità della mente e del cuore, più che dei timpani. Perché oggi quello che c'è da sapere, si sa, è a disposizione di tutti. Il proble�ma è trasformare la conoscenza in un progetto di salvezza. Ieri il discorso d'apertura del Con�cesso nello stadio di Durban ha fatto il presidente sudafri�cano Thabo Mbeki, che da qual�che mese accusa l'Occidente di mentire sulla malattia e ha promesso al suo popolo una via africana alla cura. Per far capi�re bene che cosa intenda dire, ha creato una commissione che indaghi sull'Aids in Africa e sul legame tra virus Hiv e immuno�deficienza acquisita, invitando a far parte di questo consiglio di saggi anche la bestia nera della scienza ufficiale, quel professor Duesberg (cattedra a Berkeley, California) capofila dei dissiden�ti che osano mettere in dubbio iroprio il punto-chiave del'Hiv. La risposta della comuni�tà scientifica è arrivata nei giorni scorsi con la pubblicazio�ne sulla rivista «Nature» della cosiddetta «Dichiarazione di Durban», firmata da cinquemi�la ricercatori di 80 Paesi, nella quale si portano le prove «chiare, esaustive e non ambi�gue, secondo i più alti standard scientifici» che l'Aids è causa�to dall'Hiv. Ieri alcuni degli scienziatri che l'hanno firmata ne hanno offerto una copia a Mbeki, che ha abbozzato. Lo scontro, più che di uomini, è di culture. A Durban una leggenda metropolitana vuole che l'Aids l'abbiano portato i tedeschi. E nei villaggi rurali i preservativi distribuiti «perché vi proteggono, cos�non vi viene la malattia» vengono appesi co�me scacciaguai davanti alle ca�panne. Ieri Mbeki, seppure con toni moderati, ha ripetuto che l'Africa farà da sé, cercherà una sua via alla salute che non può essere quella occidentale. L'Afri�ca è malata di tante malattie: se è immunodepressa, ha detto, la causa non è solo quel virus che tanto terrorizza l'Occidente. Il presidente sudafricano Mbeki «L'Africa è malata *— di tante malattie Se è immunodepressa la causa non è solo di quel virus» ALLARME AIDS IN AFRICA PERCENTUALE DI ADULTI SIEROPOSITIVI TRA I15E49ANNINEL1999 Al momento ci sono 16 Paesi in Africa nei quali più di un decimo della popolazione adulta, tra i 15 e i 49 anni, e infetta dal virus dell'Hiv. Gli orfani sono più \ 2 milioni. In Ghana, secondo i dati, 340 mila persone. COSTA D'AVORIO NIGERIA lunga il Paese più b-Sàhar iano, pi 2,7 milioni di persone sono colpite dall'Hiv. popolato dell'Africa sub rcrcrarm | Nel 2010, le morti in Camerun saranno raddoppiale più del doppio.. Nello Zambia, un adulto su quattro è sieropositivo e, nelle 19,95 aree rurali, più di uno su sette è infetto 25,06 In Zimbabwe la media delle giovani donne, delle quindicenni die muoiono prima della fine del periodo nproduttivo, è aumentata del 11 % all'inizio degli anni '80 lino a raggiungere il Wìb nel 1997 SUDAFRICA 19,94 Con un totale di 4,2 milioni di persone infette, il Sud Africa detiene un triste record: li vive il maggior numero di persone con l'Hiv/Aids del monda E' uno dei ftiesi dove l'epidemia si sta espandendo più rapidamenta Le principali vittime sono lo donne Colpite almeno una su quattro^ tra i 20 e i 29 anni. EIEEZEEBI In Botswana il 35,8 , degli adulti jc oq è infetto dall'Hiv La media degli adulti colpiti è più che triplicata dal 1992, quando era stata stimata attorno al lO'fe

Persone citate: Clinton, Duesberg, Mbeki, Thabo Mbeki