«Ammonito» il prete dei gay

«Ammonito» il prete dei gay LA CHIESA CONTRO LA PROVOCAZIONE DI DON VITALIANO «Ammonito» il prete dei gay La folla grida «bravo». Lui: ne è valsa la pena reportage Filippo Ceccarelll HOMA C'ERA la farfallona viola con lo calze a relè e la Ialina trans con i capitili turchini; c'era la lesbica tipo poliziotta, debitamen�te aggressiva, e la mite checca in età avanzala; c'era lo slogan anti�papista trascritto in varie lingue, ma sempre Ironico ("Wojtyla por�ta la gonna' ma non e una don�na»}, e quello serio dell'Unione degli aU;i e dogli agnostici raziona�listi, disciplinati nelle loro unifor�mi, t-shirt e cappelletto giallo. S'è visto anche se e per questo un liei )io' di tooJt satanista: qualche stella a cinque punte. cornetti e forconctnl da diovoli. Cera il mago (llelina, |)OÌ, che Impartiva benedizioni dalla car�rozzella: e Wladimir buxuria che poco prima eli entrare nel Circo Massimo, in piedi su un carro, nel silenzio della folla, ha officiato un autentico rito che prevedeva l'ostensione di uno di quei nastri' ni rossi che hanno a che fare con i molti di Aids, C'erano poi, prossi�mi all'area dei pellami sado-nuiso. almeno un paio di liuti preti Uno. romanlssimo e anche piutto�sto greve, aveva l'aspersorio, sobbene vanto, l'altro, più mite e di nazionalità spagnola, indossava shorts, mostrando un'icona kitch di San Sebastiano li arni o, E poi c'era lui, don Vitaliano, che e un piele vero, un prete estremo, «il parroco dei Conili Socinli* come lo chiamano, im�provvisatosi per qualche ora cop�pellano del Gay Pride, E forse i veri credenti dovrebbero perfino ringraziarlo se era li. in mezzo a tutti quei pubblici peccatori, puro lui in clergyman, pantaloni grigi, sandali, occhialetli tondi, capelli aH'imlietro e un incredibile sorri�so La serenità e lu dtsponibUità fatta persona E invece stavolta, per «li su|M! riori», don Vitaliano l'ha falla grossa E infatti non aveva ancora cominciato a sfilare al fianco di Titti Do Simone, presidentesse delle lesbiche italiane, che gli era già arrivato sul collo il più canonieoe prevedibile dei provvedimeli ti disciplinari, l'ammonizione «Un'ammonftto, il primo gradino IM.-r la sospensioni! u divinist chia risce lui a fine marcia, sotto il palco arcobaleno, menili; gli alto�parlanti bombardano �timpani con Nessuno mipuogiudicurr. Ha un'uria slraonlinoiiainenle serafica; don Vitaliano, Arriva Nicki Vendola, l'abbraccia: «Ecco il mioprele preferito!». Arriva Hertinotti, gli upiKig^ia le mani sulle spalle Durante il corteo, l'hanno applaudilo, gli hanno dello «bra�vo1». Molli gay vivono o hanno vissuto a lungo la loro condizione con angoscia Ebbene: se un sacer�dote si trovava li, in mezzo a loro, c'era comunque la speranza di non dover rinunciali; a Dio. il punto interessante, tuttavia. e che don Vitaliano della Sala. parroco di un minuscolo paese (Sant'Angelo a Scalai in provincia di Avellino, oltre e forse anche più che un sacerdote, è quel chi; con qualche ritegno, in genere, si defi�nisce «un pazzo di Dio», Non solo, ma lui ha tutta l'aria di saperlo. In termini concreti vuol dire che. avendo Dio con se. non ha paura di niente e di nessuno. Con parole ancora piu brutali si può dite che. a meno di quarant'anni, e uno dei più spaventosi rompiscatole della vita pubblica italiana e non solo italiana, ormai, se si considera che nel giro di un paio d'anni è slato espulso dal Messico dopo un soggiorno nel Chiapas, quindi ar�restato 0 malmenalo dalla polizia serba alla frontiera di Ualrovci e infine s'è incatenato per la causa leurdaa Istanbul. Un personaggio, a lume di na so, che ha qualcosa ili Pannella, di Celentano, di don Milani, di Dani�lo Dolci, di Sgarbi e del suo segreta�rio. Corbelli, Perciò scrive a tutti, ha la denuncia facili; e l'auto-de�nuncia ancora più fucile, straccia documenti d'identità, interrompi; cerimonie, fa scioperi della fame. si mette la kvtlun, s'incatena ai cancelli, ospita in purrocchiu due, tre, poi quattro famiglie d�immi�grati clandestini, occupa fabbri�che inililari, presidia Centri socia�li, partecipa allo loro manifestazio�ni con zainetto, elmetto e limoni unti-lacrimogeni. Alle sue spalle gli scudi di plexiglass: «Facciamo disobbedienza civile spiega il primo a farla e sialo Ceso Cristo, che ha messo in gioco il suo corpo». Vive insomma sul filo del raso�io. Se il Pupii dice: «Spalancale le (Mirto a Cristo», don Vitaliano tra�duce: «Spalanchiamole a tutti i povericristi» Figlio di un comuni�sta e di una donna di grandissima fede, è soprattutto un personag�gio del suo tempo, Ui aiuta un senso dei media che rasenta, anzi addirittura uttraversa l'esibizioni�smo: «Ma anche San Paolo sapeva usare gli strumenti del suo tem�po». Lo scorso Natale ha fatto un presepio con il bambinello che aveva il passamontagna dei guer�riglieri del comandante Marcos. «Lo trovi sul mio silo dice wvvw.donvitaliano.it». Contro l'embargo, ha alzato la bandiera di Cuba sul campanile della sua chiosa (che peraltro ha polemica�mente messo in vendita con un annuncio economìcol. Con la stessa entusiastica mansuetudine lo s�può trovare al Cosiamo Show oppure sdraiato sulla pista dell'ae�roporto militare. Per beneficienza ha fatto pubblicità per un'azienda ili regali per sposi. Figurarsi se poteva mancare al Gay Pride. Sembra che a muoversi per farlo richiamare all'ordine sia stato monsignor Giovambattista Re, che è un po' il responsabile dell'* llalian desk» della Santa Sede. Don Vitaliano ne sembra quasi onoralo, in ogni caso non si scom�pone, continua a sorridere con rassegnatirsimo ottimismo. Dice: «Mi è bastalo uno sguardo, lo sguardo di chi mi ha visto qui tra loro perché anche di fronte alle punizioni io possa rispondere, ne è valsa la pena». Quindi indica la gente intomo a lui e con voce ancora più dolce aggiunge: «An�che questo significa fare Giubileo. Mentre sfilavo mi è venuta vicino una signora e mi ha detto: "Mio figlio è gay"... Era una richiesta di aiuto. E' sciocco creare steccati. Gesù non creava steccati, non emarginava, non discriminava, non escludeva. La Chiesa semmai deve raccogliere questa sfida, la Chiesa deve camminare insieme ai gay». Quindi saluta, educata�mente, e se ne va in giro per il Circo Massimo con Tana di chi è in pace prima di tutto con se stesso. Prima di entrare al Circo Massimo il direttore artistico Vladimir Luxuria «celebra» sul carro i moni per l'Aids Tra i partecipanti travestimenti kitsch, abiti «sadomaso», fìnti sacerdoti con aspersorio (vuoto) e qualche slogan «Il Papa porta la gonna ma non è una donna» Il mago Otelma «benedice» la sfilata La fata dai capelli turchini diventa trans, e non manca la lesbica poliziotta tiMl ^, .^ JU ^ ^^ &I iP *:* ' n^i» Estroversi travestimenti al corteo dei gay: odalisca in braccio a due centurioni romani, A sinistra, Don Vitaliano della Sala

Luoghi citati: Avellino, Cuba, Istanbul, Messico, Mirto, San Paolo