Il«mostro» che si bruciò a San Pietro

Il«mostro» che si bruciò a San Pietro DUE ANNI FA L'ESTREMA PROTESTA DI UN SICILIANO DISPERATO Il«mostro» che si bruciò a San Pietro Usuo dramma diventa un film lq storia D Filippo CeccarelK ATTE foco!» (datti fuoco!): questo si dice a Roma, con allegro e brutale cinismo, a chi si mostri particolarmente infe�lice e lamentoso. E Alfredo Or�mando, 39 anni, siciliano, studen�te di lettere desolamente fuori corso, aspirante scrittore senza successo, lo era senz'altro. Così, alle sette e mezzo di mattina di luned�13 gennaio 1998, appena arrivato a Roma dopo un lungo viag�gio in pullman da Paler�mo, passò al distributore di via delle Fornaci per acquistare 3 litri e mezzo di benzina; mise la tanica in una borsa nera; attra�versò il colonnato del Ber�nini all'altezza di via del Sant'Uffizio; raggiunse la scalinata della basilica di San Pietro. Per non dare troppo nell'occhio s'ingi�nocchiò. Quindi, rivolto al presepio che ancora era in" mezzo alla piazza, si tolse il giaccone, si versò il liqui�do addosso e appunto si diede fuoco. Un rogo umano a piazza San Pietro sarebbe quanto di più cinematografico si possa immagina�re: se non fosse accaduto vera�mente; se quell'incendio non evo�casse troppi terribili significati simbolici, cupa ritualità e perso�nalissima desolazione. E' il fuoco, con il suo potere di annullamen�to, di purificazione e di liberazio�ne, ad nver colpito il regista e produttore indipendente america�no Andy Abrahams Wilson. Quel fuoco ha ucciso Alfredo Orman�do, ma per questo illumina il suo autentico dramma, e anche il conflitto reale che oppone la fede e la discriminazione della Chiesa nei confronti degli omosessuali. «Chiedo scusa per essere venu�to al mondo, per aver appestato l'aria che respirato con il mio venefico respiro, per aver osato pensare e agire da uomo, per non aver accettato una diversità...»: Alfredo Ormando era gay e vive�va questa sua condizione con angoscia e tormento. Ultimo di otto figli, veniva da una famiglia di poveri contadini di San Catal�do, provincia di Caltanissetta. Era stato per due anni seminari�sta in convento. Viveva a Paler�mo con un uomo di 65 anni, pensionato del Banco di Sicilia, che gli dava vitto, alloggio e soldi per qualche spesueda. Sognava l'imore e la gloria letteraria. Non poteva non sapere dei roghi di omosessuali allestiti dall'Inquisizione nel Medioevo... Fu la signora Maria, che da 25 anni pulisce i gabinetti di piazza San Pietro, la prima ad avvistare quella torcia umana a forma di croce che correva all'impazzala, nel silenzio, verso il presepio. Alfredo crollò dopo un centinaio di metri. Una guardia dell'Ispetto�rato vaticano riusc�a buttargli addosso la sua giacca; un altro accorse con un estintore. Da quel mucchio irriconoscibile di carne e di stracci bruciacchiati Maria senti appena mormorare: «Non sono neanche riuscito ad uccider�mi...». Almeno in questo Alfredo si sbagliava. Riusc�a morire dopo dieci giomi di agonia, intubato e sotto morfina, al Centro Grandi Ustionati dell'ospedale Sant'Eu�genio, con il 90 per corpo scotta�to, in pratica solo i piedi erano salvi. Cos�io videro la povera madre Iche lo amava) e due fratel�li, saliti dalla Sicilia, che invece lui detestava, cordialmente ri�cambiato. Quando stava più di là che di qua, il 20 di gennaio, la vita appesa a un filo, arrivò all'Ansa un altro plico di carte. Anche quest'ultima testimonianza, che Alfredo aveva spedito prima di appiccarsi il fuoco, venne divulga�ta a spizzichi e bocconi secondo criteri che con il senno di poi possono considerarsi come mmimo misteriosi. Era un'ennesima lettera, pazza e disperatissima, in cui manifestava lutto il suo ranco�re per i fratelli, che aveva pensato di uccidere, «a uno a uno», ma chiedendo scusa «al mondo ùiicro per i mici nefandi crimini contro quella natura tanto cara e dissa�crata dalla cristianità. Il mostro se ne va concludeva per non recarvi più offesa e per non farvi )iù venjognare con la sua ignobie presenza. Su la benzina non avrà fatto il suo dovere riducete�mi in cenere, crematemi e spaice�le le mio ceneri per la campagna». Fin dai primissimi momenti, d'altra parte, la questura di Roma si era affrettata a smentire qualsi�asi lettera che, nell'intento del suicida, suonasse polemica nei confronti del Vaticano. Allo stes�so modo il padre Ciro Benedetti�ni, vicedirettore della Sala Stam�pa della Santa Sede, si limitò a diffondere la seguente nota: «Nel�la lettera trovata addosso a Or�mando non si afferma in nessun modo che il suo gesto sia determi�nato dalla sua presunta omoses�sualità o da protesta contro la Chiesa. Le cause vanni) ricercate in non meglio precisati molivi familiari». Cos�era, anzi non era. Punto e basta. Il fatto che fra tanti possibili palcoscenici il suici�da avesse scelto proprio piazza San Pietro, non veniva considera�to significativo. Eppure, ha scoperto il cineasta californiano Wilson che Orman�do aveva scritto: «Penseranno che sono pazzo perché ho scello il Vaticano per darmi fuoco. Spero capiranno il messaggio che in'endo lasciare: è una forma di pn le�sta contro la Chiaaù rhe Honionizza l'omosessualità e al tempo stesso l'intera natura, poiché l'omosessualità è figlia di Madre Natura*. Alfredo mori per arrosto car�diocircolatorio il 23 gennaio. Su richiesta del movimento gay, che per bocca di Franco Grillini l'ave�va tempestivamente proclamalo «Jan Palach degli omosessuali», il Comune di Roma pagò il traspor�to della salma a Palermo. Qui, con un bel gesto, l'università gli con�donò 1 esame di latino scritto dandogli la laurea «alla memo�ria». Ci fu anche una trasmissione alla radio, e un'altra in tv. Nei giorni seguenti, mentre il Papa si recava in Campidoglio, una venti�na di attivisti gay esposero alcuni striscioni a piazza Venezia. Uno diceva: «La Chiesa uccide i gay». Lo striscione fu sequestralo e cinque dei manifestanti (tra cui Wladimir Luxuria, in atti identifi�calo come Wladimir Guadagno) furono portati in commissariato, denunciati e poi di recente anche condannati (un mese di carcere e un milione e 500 mila di multa). Il 13 gennaio scorso e quello del 1999 c'è stalo qualcuno che ha tentato di portare una corona d'alloro e dei fiori sulla scalinata di San Pietro, là dove il rogo e la folle corsa di Alfredo avevano lascialo una lunga e imbarazzan�te striscia oleosa Ma c'erano sempre le transenne, e dietro le transenne la l's. Per quanto insolita, simbolica e come si diceva prima in qualche modo perfino speiuicolare, la sto�ria del gay venuto dalla Sicilia per bruciarsi in piazza San Pietro sembrava irrimediabilmente de�stinata all'oblio. Del Gay Pride, olire tulio, ancora non si parlava; il Giubileo era lontano, o comun�que sembrava non entrarci in quel fattaccio di cronaca nera. Sennonché, a volle, anche le dimenticanze (oltre alle bugie) hanno le gambe corte. 0 almeno: pure le storie tragiche ed emble�matiche rivendicano un loro dirit�to, e a volte riescono perfino ad esercitarlo. Per cui adesso quella vicenda di cui si era quasi smarri�ta la memoria è diventata un film: «Il fuoco di Alfredo», o meglio tAìfredo'sfìret, dato che il lungometraggio è stato girato da un autore americano. Sarà pronto entro la fine dell'anno, che coinci�de con la fine dell'Anno Santo. Wilson, che ha sludi d�antroxilogia culturale alle spalle e ha alto diversi film (con il suo «Casuaìty. per dire, s'è inaugurato l'ultimo festival del cinema gay e lesbico di Torino) conosco molto bene l'Italia. Quasi sempre parte da vicende personali e umane (la storia della nonna ebrea, la coreografa ottantenne che si batte con�tro l'Aids) che «possano rappre�sentare e far avvicinare ai proble�mi universali». Solo la conoscen�za della diversità, ha spiegato alla rivista gay Out, può servire a comprenderla, accettarla e valu�tarla. Diverso Ormando lo era senz'altro. Anche troppo. Il film ne ripercorre l'ardua esistenza attraverso le immagini della sua terra, il monastero di San Catal�do, Palermo splendida e decaden�te, i mercati all'aperto, i luoghi d'appuntamento dei gay; poi i testimoni, il vecchio amico che conserva gli scritti di Alfredo, il viaggio notturno in autobus, il letto di dolore al Sant'Eugenio, i parenti die arrivano stravolli, la mamma cui hanno dolio che era un incidente, e poi Grillini, Luxu�ria, la loro lotta contro l'intolle�ranza, il loro trovarsi di fronte a quello che, pure inconsapevol�mente e magari sganghcratamenle, assomiglia piuttosto da vicino a un sacrificio. Nulla infatti, soffermandosi sul soggetto e sulla buona fede dell'autore, lascia immaginare che si tratti di un'opera anti-reli�giosa. E' piuttosto un film, osser�va Wilson, sul conflitto fra spirilo e carne, fede e istinto, desiderio e realtà. «Accendimi, o Signore recita il distico iniziale bruciami con lo fiamme del tuo cuore...». Difficile è stabilire so Alfredo sia un santo, un peccatore, un martire, un esibizionista, un mal�lo o un'anima iM'rsa. Forse lutto questo coso insieme. Por questo suona tanto più tristo ogni tenia Il�vo politico e isliuizionale di smor�zare la potenza di un gesto atroce. «Se Dio non esisto non avrò paura dell'inferno ha lascinU) scritto Omiindo -. Ma se davvero esisto sarà mollo più buono, più giusto e misericordioso di quanto lo de�scrive la Chiosa cattolica». Le vie della redenzione essendo infinite per chi crede. La morte dopo 10 giorni di agonia. L'addio in una lettera alla famiglia «Scusate, sono diverso» Il rogo in Vaticano come simbolo «Se esiste un Dio, è migliore di come lo descrive la Chiesa» 11 regista americano: «Racconto il conflitto tra la fede e l'istinto» Qui accanto: Alfredo Ormando Nella foto grande; Il punto di piazza San Pietro dove si diede fuoco In basso: Il funerale a San Cataldo A destra: Franco Grillini