A New York, una vita da appestati

A New York, una vita da appestati L'AMERICA E LA LOTTA CONTRO IL FUMO A New York, una vita da appestati Chiusi nel ghetto, evitati e disprezzati da tutti retroscena Augusto Minzoiini invialo ìi NCW YORK al imi. grattacielo al 4G0 di l'ark Avenue, all'incnx.io con la .T/esima strada, è un simulacro dal vizio che fu. A parte la filiale della City Hank che si trova al pianterrano è l'unico edifi�cio della New Yoiic che conta dove b pormesso filmare dal primo all'ultimo pianoxrazie ai proprieta�ri, un gruppo finanziano coreano amministrato, inutile dirlo, da ac�canili fumatori. Nel loro caso, [joro, questa dobolozzo bandita nella ( iiandò Mela bacchelUina e proibi/innista del divieto anli-fumo. si è iruslormaia in un business; i pove�ri neuleiii perseguitati adoratori dal tabacco in prima fila ci sono gli italiani che vengono a lavoniro a New York, wigano a ixiso d'oro uno ufficio ( i (kkIiii stanze in i(uenloulUiiioleiiipiodella siga�retta, una droga die da queste |jiiiti non e solo demodé ma addi�rittura «OUti. Negli Usa, nel paese del lllnoss e dello vitamine, per un fumatone dilìicilo vivere. Anzi. im|X)S.sibile. Sei un dannato, uno da evitare. Te lo ricordano i cartelli nei «no smoking Iniildings», cioè la quasi loUiliià dagli iidifii:! di Manhattan ii parte i auarUàri uliemaiivi di ( :liirlsea. Su uni Knsl Villagu. Oppu�re Io largholte di Ottono, «no smo�king», onnipresenti nelle stanze dei risloninii dove accendere una sigarella può costali! caro, fino a 3u0 dollari di inulta. Panno èoce/ione solo quelli italiani, come Cipriani Down Town, che jMjreoguono una politica del tulio oppo�sta e rispolverano il mito dei loculi che vendevano alcixil durante il ixiriodo del pniibizionismo: a Ioni rischio e pencolo con le uuloritù, infalli, sono diventati un rifugio iierquei ixicoaUiri ormai intmvabili da queste parti che sono i fumnlori incalliti. Una razza che nel jet set newyorkese ma anche in quolli di Los Angeles, San KnuicLsco, Itoston e SeullUi » già ni ò «slinta: fumare, infatti, non e più «in», per usare il linguaggiodoll'Upiior Eual Side è un vizio dui «portoricani». E' diventato il sogno uislinlivo di chi è molto in basso nello gerarchie sociali : prima gli eniurainali orano segnali dui coloro della pelle, ora dall'odora del fumo che emanano o dai giallo dello loro dita. Una condiziono che ò fotografata dalla grande campagna unli-fumo pro�mossa dal govomatont dello Stalo di New York, il repubblicano Puluki: i (xirsonaggi che vengono ritraili noi cartelloni pubblicitari con la sìgarelUi o additali al pubbliin ludibrio sono im ri pi ri,ii i esctusivonienlo da gente ai colore o da ispanici. Appunto, la vita del fumatore a New York è una vita du emoniinali, priva di dignità: durante ora�rio di lavora li vedi in gruppi e gntpixitti fuori il grande portone di un grattacielo denlrn è viotatissimo menLra aspirano avidamen�te o voloceinenlo una sigaretta e si contendono un unico grande porluconora. Suuino li sotto il sole cocente di luglio e sempre 11 sosta�no d'inverno per i liturgici cinque minuti monlro il winu-chilly il indili» vento del Canada ghiaccia la loro pollo e consuma velocemen�te l'oggetto del loro dosidorio. Una vita da appostati, pardon du fuma�tori, scandita ogni momento dal disprezzo degli altri: la mamma dio mentre gli pussu davanti con la carozzinu scuccia con la mono l'.u ii viziata dui fumo; oppure il salutista funallco dio esprime tut�to il suo disprezzo nei confronti di quei diseredati protngendosi la bocca e il naso a loro cospetto con tu mascherina da chinuvo. So la condizione del fumatore a New York ò disperata, a Los Ange�les diventa a dir poco tragica, i.i davvero viene scansato, evitato. Per chi cerca lavoro il fumo è un handicap letale. E proprio a Los Angeles c'è il vero monumeto sa�cro dell'America anti-fumo. Pro�prio sulla Hollywood Boulevard la stradn su cui Richard Gero rimor�chiava Julia Robcrts in Pretty Woman, accanto ad un gigantesco manifesto del celeberrimo cowboy della Murlboro (lo stesso che, a quanto pare, è morto di tumore qualche anno fai che tiene in bocca la perenne sigaretta, ce ne è un altro dello stesso dimensio�ni che riporta un fotomontaggio in cui lo stesso personaggio si guarda sconsolato sotto la cintola dei pan�taloni: a rendere più osplìdto il significato ci sono le parole, «smo�king causo impotence». Qui in Califomia i fumatori vengono colpiti nella loro stessa virilità. Sono finiti i tempi di Ja�mes Dean e Marion Brando, sexsymbol di quella generazióne di americani nati con la Coca-Cola e la sigaretta. Adesso Hollywood sforna «Insider» con Al Pacino, che mette alla gogna le grandi compagnie del tabacco. Proprio le grandi compagnie stanno da tem�po diversificando le loro attività: l'onnipotente Philip Morris, ad esempio, è diventata un gigante nel settore dell'alimentazione e dell'abbigliamento. Scelta obbliga�la. visto dio davvero non si sa fino a quando quest'America bacchet�tona tollererà i dannati della siga�retta. A sentir» ralmosfera che c'è in giro, infatti, siamo agli sgoccioli Gli stessi intellettuali stelle a stri�sce, da sempre schiavi del mito del fumo, lo stanno abbandonando all'insegna dell'America salutista. Ormai tra loro non hanno più dtladinanza le parole di Emile Cinran che paragonava «l'aiuto» della sigaratta a quello dei Vange�li, oppure la frase perentoria di Molière^ «Qui vii sans tabac n'osi pas digné de vivre», chi vive senza tabacco non è degno di vivere. Altri tempi. Da queste parti fuorereggia Slic^ienhauer che sentenzia�va: «Nove decimi della nostra felicità dipendono dalla salute...». Nel�l'America che cambia le coso an�dranno avanti cosi almeno fino al 2040. A quel punto se davvero ie proiezioni demografiche di oggi seno fondate, negli Usa la popola�zione sarà a maggioranza ispani�ca. È forse il primo portoricano che andrà abitare alla Casa Bianca permetterà agli ultimi fumatori di uscire dalle loro catacombe. A gruppi escono dai grattacieli e si contendono un unico grande portacenere i Nella maggior parte del locali pubblici americani è vietato fumare

Persone citate: Al Pacino, Cipriani Down Town, City Hank, Emile Cinran, Marion Brando, Philip Morris, Pretty, Richard Gero, Scelta, Woman