«I nostri figli morti senza un perché»

«I nostri figli morti senza un perché» «I nostri figli morti senza un perché» Anni di battaglie e tanti casi che restano misteriosi le storie Francesco Grignettl ROMA LA battaglia contro il noftnicmo è ancora aperta."ito«e il fenomeno è in regresso, o noU'opinione pubblica e nata una nuova consapevolezza, e i Militici hanno cominciato a darsi da fare, e gli Siali Maggiori hanno preso a intervenire, bisogna ringraziare un plotone di madri-coraggio. Troppo spesso, denunciano, die�tro certe strane morti in caserma c'è il nonnismo. Hplsodi ce ne sono tanti Si ricorda il pura Emanuole Scior�che vieni; trova lo morto in una caserma a Pisa: il corpo presenta escoriazioni in�spiegabili, i genitori aspellano i nsu tati dell'inchiesta penale. Op�pure il marinaio Nicola Farfaglia che si suicida all'Altare delta Pa�tria. Racconta suo fratello Giovan�ni, che ha sempre pensato ni nonnifiin»-w «li«i*'il*«I0 genn»*)*' scorso, in piena notte. Faceva molto freddo. Eppure mio fratello montava di servizio in impermea�bile e tulli gli altri avevano il cappotto. Che può significare?». Scieri muore il giorno di Ferrajosto. Farfaglia subilo dopo la Icenza natalizia. La commissione parlamentare ha segnalato che c'è una dirotta connessione tra giorni festivi o orari notturni, quando la vigilanza degli ufficiali è minima, e alti di nonnismo. Agli atti della commissione c'è un documento dell'associazione Angesol, genitori di soldati, che elen�ca un ungo elenco di casi dubbi registitt twIHngosto scor8a^W-25 agosto, un para appena congedalo dalla caserma si accascia e muore ■■ii('leeaf»#»li'isioiii II 27, tentalo suicidio di una recluta alla Folgo�re, era arrivato in caserma da poche ore. Il 28, da una telefonala anonima proveniente si scopre che alla caserma Gamerra di Pisa i «nonni» hanno inventato la Pro�va del fuoco: si porta la vittima alle docce, si cospargono le pareti di alcol, si dà fuoco e la recluta deve stare al centro. Il 30, a Cagliari un soldato di leva chiude un commilitone e un maresciallo nella cella frigorifera e poi impedi�sce l'apertura della portai Sempre il 30, nuova denuncia di una madre: il figlio non solo era co�stretto alle flessioni in piena nottjMMMMun di cazzotti, ma gli Ve5uva;«iiruz.zaio profiywu). suiCupW.zoJU'e poi acceso con un «MlKltieliMIMI 2 settembre, a Roma un caporale imponeallerecluto di fare la camerata al suoflost o: a un soldaiuchc si ufiuia «alia addos�so ole morde all'orecchio Denun�cia. Quando il soldato rientra, guarda caso, gli viene trovala droga nell'armadietto e ora è sotto processo. Il 15 settembre, a San Giovanni a Cremano (Napolil una recluta siciliana addetta al centralino «si incendia». Viene ricoveralo al centro ustionati. Secondo il comandante della ca�serma, il soldato era andato in bagno per disinfettarsi e inavverliiamente s'è acceso una sigaret�ta. Si potrebbe continuare. La si�gnora Lucia Villano è andata a raccontare in Parlamento la sto�ria di suo figlio: «E' deceduto il l gennaio 1985 nella caserma del 41 ' battaglione meccanizzato Mo�dena. Dopo tre mesi di militare aveva avuto una licenza di cinque giorni per Natale. E' rientralo in caserma il 29 dicembre. Il 1' gennaio alle 7,30 ho telefonato in caserma pi^,fargli gli auguri, mi «hanno àduSQi richiamare perché era in servizio alla riserva.muni' zioni. ft/Ùb ' figlio VinceMO1» tfra** mòrto alle 5,30 colpito da quattro colpi di fucile sparali dal suo fucilo! Quattro co pi di fucile e lo chiamano suicidio! Ho incaricalo tre avvocati di seguire il caso, ma essendo ignorante in materia mi sono rivolta a dei civilisti, anzi�ché dei penalisti, e la conclusione è stata suicidio. Dopo aver pagalo le parcelle, ho telefonato al cap�pellano e mi sono fatta mandare gli atti dell'islnilloria completi di fotografie. Sono poi andata dal defunto professor Giampiero Pisapia per riaprire il processo: ascol�tò la mia versione, poi quella della caserma, e concluse dicendo�mi che mio figlio non si era ucciso cerche i colpi erano partiti dal jasso verso l'alto. Forse, aggiun�se, "ha visto qualcosa che non doveva vedere". Successivamente ho sapulo che che quella caserma è stata chiusa». Racconta un padre: «Sono il genitore dell'alpino Roberto Car�ro, deceduto a Gcmona del Friuli il 9 giugno 1998 in un incidente stradale assieme a altri in: coumuUfoni. Il mio caso è un nonnismo particolare, quello esercitato nei mrtfronti dei gdMloWdelle vitti�me. Da mesi chiedo la riesumazionc della salma di mio figlio perché ho elementi per sospettare uno scambio di salme. Non c'è stato riconoscimento del corpo né da pane di noi genitori, né dei nostri delegati. Siamo stati esclusi delle esequie militari. Ci è stata conse�gnata una bara avvolta nel tricolo�re e pensiamo che sia stala perpe�trata una truffa ai danni dello Stato».

Persone citate: Farfaglia, Lucia Villano, Nicola Farfaglia, Scieri

Luoghi citati: Cagliari, Cremano, Friuli, Napolil, Pisa, Roma