Haider: reazioni isteriche

Haider: reazioni isteriche Haider: reazioni isteriche Dopo le critiche al voto popolare sulle sanzioni VIENNA «Pura isteria». Cos�il leader liberal-nazio�nalista Joerg Haider definisce le reazioni inteme ed esteme alla decisione del governo austriaco di indire in autunno un referendum se non saranno abolite le sanzioni Uè contro il Paese. La paura d�una consultazione popolare, che avrebbe il significato di una pericolosa sfida all'Unione europea, agita la classe politi�ca non solo viennese e, secondo Haider, è la dimostrazione dello scollamento sem�pre più profondo tra le istituzioni e la case: «Le reazioni della classe politica mostrano che questa è stata colpita ha detto all'agenzia austriaca Apa, rilancian�do una serie di pesanti accuse all'Unione europea -. E' sempre più chiaro che in Europa essa è isolata dalla prppria popo�lazione». Il leader liberal-nazionalista ha smen�tito che da parte di Vienna si sia ricorsi a una specie di ricatto, come ritengono invece soprattutlu i francesi: «Questa affermazione si commenta da sola. Dimo�stra solo che la classe dominante ritiene un ricatto la partecipazione popolare, il che a lungo andare non e tollerabile in una democrazia». Quindi ha minacciato l'uso del diritto di velo, se non saranno al più presto abolite le sanzioni dei 14. Il che, in pratica, significherebbe ma il cancelliere Wolfgang Schuessel lo ha escluso più volte il blocco totale dell'at�tività comunitaria, sopratiutto nel cam�po delle riforme istituzionali indispensabili per l'allargamento a Est. Haider si è dello convinto che, duran�te il semestre di presidenza francese, non ci sarà l'abolizione delle sanzioni, anche se i tre «saggi» incaricati dalla Corte europea dei diritti umani di Stra�sburgo di esaminare la situazione dei diritti umani in Austria fa�ranno un rap�porto molto po�sitivo; «Se si tiene conto del comportamen�to che la classe politica in Europa ha sinora mostrato, io mi aspetto il peggio». Per questo Haider ritiene che l'Austria debba poter procedere legalmente con�tro i suoi partner europei. La questione-referendum scolta tutte le dita che la toccano. Critiche arrivano ad Haider, l'uomo che più fortemente lo vuole, soprattutto dai suoi alleati del partito popolare (Oevp), i quali si chiedo�no perche farlo se, comunque vada a finire, non avrebbe alcuna influenza pratica sul decorso delle sanzioni Anzi, peggiorerebbe le relazioni intemazionali attizzando un pericoloso sentimento anli-europeistico. Oltre al commissa�rio all'Agricoltura europeo, il pojK)lare Franz Fischler, si è dello contrario anche il consigliere del govemo per l'allargamento dell'Ue ed ex-vicecancelliere, Erhard Busek: «Il referendum ha il significa�to di un gesto pohtico a fini puramente interni». Sullo stesso tono hanno parlalo il presidente Thomas Klestil e il cardina�le arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenbom, che cristianamente spera in una rapida abolizione delle sanzioni. Il quotidiano «Die Presse», infine, giudica il referendum una proposta infe�lice, perché interrompe l'evidente sgreto�lamento del fronte del «no» alle sanzioni, e conlraddittorìa, perché il veto all'allar�gamento a Est verrebbe dopo che l'Au�stria per anni si è presentata come ponte verso l'Oriente e paladina deirintegrazione, lesi] Joerg Haider, anche ora che ha lasciato la presidenza del partito liberal-nazionalista riservandosi soltanto la carica di governatore della Cannzia. mantiene intatta la sua influenza. E lui infatti a volere più di ogni altro il referendum sulle sanzioni Uè

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