Bonifacio VIII
Bonifacio VIII Bonifacio VIII La Roma del primo Giubileo N una stagione ric�ca di esposizioni plateali o dai titoli rutilanti, questa mostra si impone per serietà, impegno, va�stità di ricerche, ope�re memorabili, curio�sità infinite, preziose notizie storiche e di urbanistica. Un solo difetto: l'inaugurazione nel segno del Giubileo, pertanto vittima di sottovaluzione nella scia della miriade di manifestazio�ni dal livello altalenante. È que�sta, al contrario, la mostra più pertinente proprio perchè di Giù bileo si occupa, raccontando co�me esso nacque, con quali motiva�zioni, innovazioni. sommovimen�ti, risultati, mutamenti della Cit�tà Eterna. Il successore di Celesti�no V, il famoso pontefice del «gran rifiuto» colui che abdicò, fu Bonifacio Vili Caetani, eletto dal 1294. che governava Roma da cinque anni fra problemi d'ogni genere, la caduta dei Colonna, con ben d'.'.e cardinali deposti. LA MDESLTTFiorcll.i Palestrina rasa al suolo. Fra Jacopone arrostato, terremoti e scon�quassi intemi, eresie e soffi nuovi in ribellione al potere centrale ramano. Sicché il saggio papa, forte di conoscenze giuridiche, si rifer�all'istituzione biblica, esposta nel Levitico. XXV. da taluni sacerdoti esiliati dopo il 587 a.C. da Babilo�nia, poi caduta in disuso. Bonifa�cio VIII la riportò in vita, emanò la Bolla Antiquorum habet fide relatio e il 22 febbraio 1300. davanti a schiere di pellegrini, proclamò il primo Giubileo, con effetti di indulgenza dal 25 dicem�bre passato. L'inizio secolo e timori di profe�zie millenarie avevano convoglia�to gran moltitudine di pellegrini a Roma nelle BasUiche di San Pie�tro e Paolo, per ottenere indulgen�ze fra insoddisfazioni e tensioni STRA A AN-A nervino spirituali. Bonifacio capi che il Giubileo sarebbe servito a riba�dire l'importanza del�l'autorità papale, e la centralità di Roma per i cristiani. Il pon�tefice fu cosi arguto da affiancare tale po�litica alla propria immagine: ovunque fece collocare effigi con la chiave, la tiara, il trono, simbo�li del potere papale, specie su porte, basiliche, monete, sigilli. Proprio alcune moneto svela�no fin da dove approdarono i pellegrini: dalla Francia di Filip�po IV il Bello, dall'Aquitania di Edoardo I. dalla Borgogna di Ro�berto II. dal regno di Castiglia di Ferdinando IV. dall'Austria di Ro�dolfo HI. dalla Baviera di Rodolfo I e cos�via. Ecco, poi le meraviglie: le sta�tue di Bonifacio originate da Or�vieto, là dove Arnolfo di Cambio, preparava il monumento De Brye di San Domenico, ispirandosi a statue romane del II scolo d.C. per creare una Madonna con Bambi no, i continui raffronti offerti dalla mostra con opere romane antiche sono di interesse e sugge�stione memorabili (dovute a An�giola Maria Romanini). Il gotico intemazionale, corroborato dal�l'antichità classica, ai visitatori offri novità intense e sorprenden�ti, grazie al fervore dolla Curia, ai molti cantieri che mutarono il volto della città, larricchirono di tesori inestimabili. Accanto ad Arnolfo. Giotto, il sommo Pietro Cavallini. Jacopo Toniti, qui con due frammenti del mosaico inseri�to nel monumento funebre cui lavorava Arnolfo, che a Roma operò al crepuscolo del XIII seco�lo, non sono che una minima parte di ciò venne creato per l'evento. Scopo della mostra è. tra l'altro, ravvicinare i capolavori come una sorta d�puzzle, e quale esempio dell' effervescenza arti�stica che animò quel Giubileo, di cui è rimasta solo una parte minu�scola. Rari e delicatissmi codici mi�niati, su commissione del Cardi�nal Stefaneschi. qui esposti, prece�dono i magnifici cicli degli affre�schi dell'abbazia cistercense delle Tre Fontane o di Sant'Agnese fuori le mura, seguono calici finis�simi, squisiti oggetti di liturgìa. Crocefissi, reliquiari figurati, ci�bori, statue lignee o marmoree a testimonianza della nuova devo�zione a immagini sacre. Accanto alle committenze della Curia e degli Ordini religiosi, compaiono le produzioni di elevata qualità della numerosa comunità ebraica del tempo, assai abile nella produ�zione libraria: la Bibbia in minia�ture superbe accanto a codici scritti e miniati di fattura egregia. Il fulgore della città, le vie. le basiliche, gli edifici rinnovati o nuovi dovettero rendere ancora più splendente una Roma che nel 1200 aveva conosciuto momenti gloriosi. Disegni successivi o ricostruzioni di piantine tentano di riproporre tanta meraviglia. Quanto alla produzione profana, anch'essa conobbe speciale svi�luppo: codici di autori classici, testi di cronisti medievali, magni�fici tessuti, ricami, pitture. Il «viaggio» continua poi a sud del Lazio, ad Anagni, città formi�dabile dove Bonifacio Vili era nato, alla cui Cattedrale donò personabnente i suoi paramenti sacri, troppo fragili per venir espo�sti, ma indicati, come l'intera città, per gita o itinerario nel segno della grande statua del Pontefice che domina la Piazza della cattedrale. Famosa Agnagni pure per lo schiaffo con cui Sciar�la Colonna nel 1303 umiliò Boni�facio Vili, poi catturalo dai solda�ti di Filippo il Bello, che Dante condanno. Avignone e perù l�a un passo: il fervore culturale della Caput Mundi fra breve conoscerà momenti di pausa, buio, oblio. LA MOSTRA DELLA SLTTIMAN-A Fiorcll.i Minervino A PALAZZO VENEZIA MONETE. SCULTURE E AFFRESCHI RICOSTRUISCONO LA VITA E LA CULTURA DELLA CITTA' CHE ACCOLSE PELLEGRINI DA OGNI PARTE DEL MONDO Bonifacio Vili e il suo tempo Roma, Palazzo Venezia Orario: mar-dom 10-19, ven-sab 10-23 Fino al 16 luglio Particolare dall'accolito di sinistra dei Monumento de Braye da San Domenico a Orvieto
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