Adesso In Francia si gioca la Carta dei diritti europei di Marina Verna

Adesso In Francia si gioca la Carta dei diritti europei PRIME CRITICHE DA SPAGNA E GRAN BRETAGNA Adesso In Francia si gioca la Carta dei diritti europei progetto Marina Verna NON ha la paternità del¬ l'idea né la guida del grup¬ po che lo elabora, ma la Francia se n'è appropriata e ne ha fatto il aimbolo l'orto del suo somostro dì presidenza doll'Uo. E' la «Carta dei diritti fondamen¬ tali doll'Unìono ouropoa», fortis¬ simamente voluta dal presiden¬ te francoso Jacques Chirac, cho l'ha mossa in cima all'agenda comunitario dei prossimi mesi od è pronto a mottoro in gioco lutti gli altri accordi in lista d'attesa pur dì rìpetore la lezio¬ ne al mondo di duo secoli fa, (inolia Dichiarazione dei diritti dell'uomo o dol cittadino cui si ispirarono poi lo Costituzioni dei Paesi civili. Non sarà un'impresa facile. I diritti civili o polìtici sono scon¬ tati o condivisi, ma quelli econo- mìci o sociali, quolli legati alle biotocnologìo o all'elettronica, sollovoranno molti vespai nelle riunioni sotlimunali dei delegati e in quelle mensili dei ministri degli Esteri che Parigi ha messo in calendario da adesso a otto¬ bre, quando ci sarà un vertice intergovernativo a Biarrìtz. Gli inglesi già scherzano sulle brez¬ ze atlantiche cho in quei giorni saranno indispensabili per raf¬ freddare gli spiriti bollenti, ma intanto contribuiscono non poco a riscaldarli. L'idoa di un'Europa come spa¬ zio comune di diritti e non solo di merci sombra essere ormai matura, così come la necessità di una identità europea dai con¬ torni più definiti, un'anima ouro¬ poa, ma lo resistenze particolari sono fortissimo - soprattutto all'idea di fondo dì un diritto sovrannazìonale cho metta in secondo piano quolli nazionali. Passando poi ad analizzare i singoli diritti, gli imbarazzi si moltiplicano: il diritto a un po¬ sto di lavoro, a un posto dove vivere, alla salute, ali organizza¬ zione sindacalo, all'equa retribu¬ zione possono anche essere con¬ divisi nella teorìa, ma non tutti i Paesi hanno un modello sociale che li consenta anche nella prati¬ ca. Per non parlare dei problemi deirimmigraziune e del diritto alla cittadinanza, con l'annosa polemica tra il diritto del sangue e quello del suolo. Non è un caso dunque che la Contindustria inglese interven¬ ga pesantemente nella discussio¬ ne e cosi pure, sul versante opposto, decine dì organizzazio- ni della società civile. Chirac può contare su alleato di gran peso, l'ex presidente tedesco Ro¬ man Herzog, che guida il gruppo al lavoro per la stesura della Carta e sa che cosa sia, per esperienza diretta del suo Paese, un modello sociale solidale. Con loro c'è anche l'Italia, che consi¬ dera la Carta un primo passo verso una Costituzione europea. Ma c'è un altro asse - Spagna- Gran Bretagna - che vede nei diritti un freno all'economia, e considera questa il valore prima¬ rio. Poi ci sono Paesi che non hanno difficoltà a firmare una Carta anche molto avanzata, purché questa non si trasformi in nuove leggi che vanno ad aggiungersi a quelle di casa loro, magari contrastandole, e con la possibilità di adire Corti europee contro le loro violazioni. Infine ci sono, alla finestra come osser¬ vatori, i Paesi candidati all'in¬ gresso nell'Unione, che fin d'ora sanno che gli esami per entrare non saranno soltanto di econo¬ mia, ma anche di diritto. Chirac conosce le difficoltà della partita. Sa che, se la perde, perderà l'intero semestre, per¬ ché non avrà più la credibilità per portare avanti gli altri ap¬ puntamenti comunitari più con¬ creti e determinanti. Maha deci¬ so di giocare: il successo della Dichiarazione del 1789 lo rende sicuro di vincere, adesso che la Storia gli mette in mano una carta. Scontato l'accordo sul piano civile e politico. Si annuncia uno scontro sui temi economici e sociali legati a elettronica e biotecnologie L'ex presidente tedesco Roman Herzog. Sopra: l'Europarlamento

Persone citate: Chirac, Herzog, Jacques Chirac, Roman Herzog

Luoghi citati: Europa, Francia, Gran Bretagna, Italia, Parigi, Spagna