L' Est scalpita: l' Ue apra le porte

L' Est scalpita: l' Ue apra le porte L' Est scalpita: l' Ue apra le porte L'asse Parigi- Berlino per un allammento indolore Maurizio Mollnafi corrlspondenle da BRUXELLES L'inìzio del semestre di presidenza francese dell'Unione Europea è segna¬ to da un confronto a distanza fra Parigi e Berlino sul «come» rafforzare le istituzioni comunitarie per consen¬ tire all'Ile di ammetterò gli scalpitan¬ ti Paesi dell'Est ex comunista. Lo differenti ricetto franco-tedesche sul¬ la costruzione di un'Europa più forte e - come suole ripetere il presidente francese Jacques Chirac - «più ambi¬ ziosa» sono l'altro faccia dello meda¬ glia dello esigenze poste ai Quindici dalla prospettiva del progressivo al¬ largamento ad altri 12 Paesi (Polonia, (Jnghoria, Repubblica Ceca, Roma¬ nia, Slovacchia, Slovenia, Lettonia, Estonia, Lituania, Bulgaria. Malta e Cipro). Il tempo stringo perché lo rilormedovranno essere mosso nero su bianco dalla Conferenza Intorgo- vemativa per poi essere solennemen- U; approvato al vertice di Nizza di fine anno. Pena la paralisi dell'Unio¬ ne Europea. L'allargamento ad Est. Il com¬ missario responsabile per l'allarga¬ mento, il tedesco Gunler Vorheugon, ha presentato un memorandum «con¬ fidenziale» al presidente della Com¬ missione, Romano Prodi, nel anale sì suggerisce dì annunciare una data-li- rnito per l'inizio dello nuovo ammis¬ sioni al prossimo Consiglio Europeo di Nizza. La richiesta di Vorhougen ha avuto il viatico dì Boriino e nasco dal timore cho i tempi lunghi dell'Uè possano causare instabilità noli' Euro¬ pa Orientalo o soprattutto in Polonia. Nei Paesi dell'Est lo attese per l'entra¬ la nell'Uo sono molto allo o il rischio di un'ondata dì forlo doluslono popo¬ lare da Vìlnius a Bucarest fa tremare i polsi non solo ai governi lucali ma, soprolluito, al Paesc-comiora con l'Est, la Germania. Il Paeso-diiavo dell'allargamento è - per numero dì abitanti e conseguenze economiche por l'Ue - la Polonia ma proprio a Varsavia negli ullimi mesi 1 instabili¬ tà politica sì ò ìnlrecciata con lo polemiche sulle lentezze del procosso di adesione. Varsavia ha fatto sapere a Boriino che se dovesse saltare la dola del 2(X):i por l'adesione potrebbe accollare un posticipo dì 24 mesi «ma solo so a Nizza ussorete a chiare loltorc la scadenza del 2005». Altri- menli darebbe forfait. Ijb rcsìslonzo già sì affacciano: la Danimarca vedo con Umore lo slìltamonlo ad Est doll'oconomio lodosca. La proposta Fischer. Il ministro dogli Eslorì ledosco. Joshka Fischer, alla vigilia doU'inìzio dol semestre francoso ha proposto la trasformazio¬ ne doll'Uo in un'Europa federala con tanto di governo o ministri. Una sorta di Stalo sovrannazìonale cho molto si avvicina al »ugno fedoralìsta dei pa¬ dri fondatori, (iettare sul piallo il toma dell'inlograziono sovrannazio- milo ha significalo aprire la discussio¬ ne sul «conio» realizzarla: all'intorno doll'Unìono o dei suoi moeganismi oppure all'ostomu, por iniziativa di singoli governi. Gli "Stati pionieri'' di Chirac. Parlando al Bundestag di Berlino, Chìroc ha avanzalo l'ipotesi che un gruppo di Stati - appunto "pionieri" - prenda le redini deirìnlegrazione poli¬ tica e proceda, anche se altri membri dell'Unione Europa dovessero non accollare. La proposta 6 quella di applicare il meccanismo della «coope¬ razione rafforzala» fra gruppi dì Pae¬ si - corno già avviene nel caso dell'eu¬ ro o del Trattato di Schongen - anche all'ìntcgraziorìe polìtica. L^dea di Chi¬ rac ha sollevato perplessità nel gover¬ no di Lìonol Jospin ma ha fatto compiere comunque un salto di quali¬ tà al dibaltito aporto da Fischer. Al punto che in diverse capitali dell'Ue si ritiene che la locomotiva franco-te¬ desca sì sìa rimessa a correre, seppur perseguendo al momento obiettivi apparentemente differenti. La posizione italiana. Romano Prodi e il commissario alla Concorren¬ za, Mario Monti, hanno spronato l'Italia a non rimanere in seconda fila. Il ministro degli Esteri, Lamber¬ to Dini, si è detto ieri contrario sia ad un asse «esclusivo» Parigi-Berlino sìa ad un'integrazione «fuori dai Tratta¬ ti» (la proposta Chirac). Nel bel mezzo del confronto franco-tedesco, Roma segue un'altra strada per raggiungere l'obiettivo del rafforzamento deUe istituzioni. Cinque le priorità per i prossimi sei mesi: portare a termine le riforme del Trattato dì Amsterdam (composizione della commissione, ri- pondterazìone dei voti, voto a maggio¬ ranza qualificala); includere nei Trat¬ tati il meccanismo della cooperazìo- ne rafforzata, la Carta dei Diritti Fondamentali e la Politica Estera e di Sicurezza; semplificare l'insìeine dei Trattati europei esistenti dividendoli fra temi istituzionali e politici. Nel complesso la «formula italiana» è quella di evitare fughe in avanti procedendo speditamente nel raffor¬ zamento delle istituzioni europee, accrescendone le competenze e il rapporto con i cittadini. Da qui la particolare opera italiana (con il con¬ sistente apporto del Quirinale) a favo¬ re della redazione di una Carta dei Diritti che potrebbe diventare pro¬ prio a Nizza il primo passo verso la Costituzione Europea.