Sulle tracce del cognome viaggiatore di Giorgio Calcagno

Sulle tracce del cognome viaggiatore LA SEAT RIDISEGNA LA GEOGRAFIA UMANA D'ITALIA Sulle tracce del cognome viaggiatore Giorgio Calcagno DIMMI che cognome por¬ ti e ti dirò da dove vieni. Locateli!? Milano. Schiappacasse? Genova. Inno¬ centi? Firenze. Jacobacci? Ro¬ ma. Ma non è tutto così sempli¬ ce. Perché i flussi migratori hanno cambiato tante carte, e oggi troviamo sette colonne di Russo sull'elenco telefonico di Torino, dove al vecchio Pautas- so ne è rimasta meno di una. Perché i cognomi in Italia sono più di 300 mila e non è facile dare una carta d'identità im¬ mediata a ciascuno. Perché lo stesso cognome può nascere in zone diverse del Paese, quan¬ do indica caratteristiche che si possono trovare dovunque, co¬ me Ricci, Moro, Costa. Non sempre, per la verità, sotto lo stesso cognome le caratteristi¬ che sono le stesse. Chi si chiama Gallo in Piemonte af¬ fonda le proprie orìgini nella Gallia. Chi porta lo stesso cognome in Sicilia nasce da una famiglia che teneva secoli addietro il pollaio; e il capofa¬ miglia, magari, alzava un po' la cresta. Più facile orientarsi quando il cognome viene da un nome di persona, che si è venuto adattando alle parlate locali. Ci sono 2500 cognomi derivati da Giovanni, in Italia; ma non ò mai lo stesso Giovanni. In Val d'Aosta è Janin, in Piemon¬ te Bongiovanni, in Lombardia Zanetti, in Veneto Zanella, in Emilia Nanni, in Toscana e Lazio Giannini, in Campania Giannone, in Calabria Ma- stroianni, in Sardegna Gianni- chedda. Soltanto in Abruzzo ritroviamo l'archetipo Di Gio¬ vanni, trasmesso da un lonta¬ no padre al figlio e a lui rimasto per tutti i discendenti. Il cognome, studiato fino a ieri come fonte di storia, è in realtà un importante indicato¬ re di geografia. E, in una civiltà segnata dal mutamen¬ to, una spia del flusso sociale. Molto opportuna quindi l'esplorazione che Enzo Caffa- relh, erede delle ricerche di Emidio De Felice, va conducen¬ do da anni sugli elenchi telefo¬ nici, per orientarsi nella gran foresta. Il secondo volumetto del suo studio sui cognomi italiani, legato a un CdRom della Seat, e dedicato questa volta alle regioni, ci aiuta a fare interessanti scoperte. Davvero i cognomi italiani connotano in modo cosi forte la loro area di provenienza? Caffarelli ci dice che solo quat¬ tro, su trecentomila, superano l'un per cento di frequenza nella propria regione: Sanna e Piras in Sardegna, Esposito e Russo in Campania. Tutti gli altri, compreso l'emblematico Rossi (massima punta in Um¬ bria, con il 7 per mille) vanno cercati qua e là. fra le decine di migliaia in cui si disperdo¬ no. In compenso, molti cogno¬ mi davvero caratteristici di una regione, sono quasi ignora¬ ti altrove. Ferrerò, primo asso¬ luto in Piemonte, e solo 205" in Italia. Il capofila della Val d'Aosta, Favre, Il 762'. Gra¬ zie all'emigrazione interna, va un po' meglio per certi primati¬ sti regionali del Sud, come il calabrese Romeo, 87' nell'inte¬ ro Paese o il lucano Pace, 122'. Ci sono motivazioni più na¬ scoste, nella scelta locale del cognome, che soltanto la pa¬ zienza del ricercatore oggi ri¬ porta alla luce. In Sicilia, per esempio, prevale il tipo etnico- toponimico, come Messina. Ro¬ mano. Lombardo, Randazzo, In Emilia e Romagna i derivati dei mestieri: Fabbri. Barbieri. Sarti, Tagliaferri, Vaccari. In Piemonte dai soprannomi: Ros¬ so, Bianco, Negro, Grosso, Te¬ sta. L'indice più malizioso ri¬ guarda i cognomi che si richia¬ mano agli animali. In Piemonte il più diffuso in questa gradua¬ toria è Merlo, in Liguria Pesce, in Toscana (quanto aveva ragio¬ ne Collodi) Volpi, in Abruzzo Pavone, in Sicilia Lupo. Ma perché in Sardegna deve preva¬ lere Porcu? Lo studioso non si pone domande, sta alle cifre. Forse è il nome dell'animale che va riabilitato. essila! ■Sw Kee* -—i .l»W-~'«.-*~