La nuova Capalbio fiorisce tra le dune di Michele Fenu

La nuova Capalbio fiorisce tra le dune La nuova Capalbio fiorisce tra le dune A un 'ora d'auto da Cagliari un minuscolo Eden che è stato dichiarato monumento nazionale nell'85 Un singolare albergo frequentato da politici e vip reportage Michele Fenu THA Capo l'ccora e Capo 1-'ra¬ nca, sulla (.-osta occidentale dolla Sardegna, a mimo dì un'ora i; miv./.odi auto da Caglia¬ ri, c'i! una piccola Capalbio. l'ic- cola perché non ci sono ville e cast!, ma soltanto un singolare albergo di appena ^fi stanze im¬ merso in uno straordinario pae¬ saggio di dune degradanti sul mare, pero altrettanto affollata di uomini politici, personaggi dello spettacolo e della cultura. Ohi, ad esempio, vengono in vacanza o a riposarsi per un breve weekend ministri come la Melandri e Fassino ti ex come Diliborto e Cossiga, qui l'ansa al riparo di un ombrellone ha scrit¬ to uno dei suoi libri e (|iii Ornella Valloni ama prendere il sole'. Ma raramente è caldo grazie al ven¬ to che soffia dal mare. «Il posto e tranquillo - dice Sergio Caroli, uno dei proprietari dell'hotel, che, naturalmente, si chiama Le Dune , di quelli che ti danno serenila e dove sei tu che entri nel paesutaiio. sunzu importi o volerlo dominare». E' un liiof/i fascinoso e inlri- gante, fatto di silenzi, di profumi - quello della salsedini;, delle tamerici e dei ginepri - e di colori: il rosa delle dune, il blu ilei man;, il verde della macchia mediterranea, E la sera, a due passi dall'albergo, 6 possibile ve¬ dere i corvi che dalle allure Intorno scendono a bere nelle pozzo di due torrenti. Un minu¬ scolo Eden dichiarato monumen lonazionalonol 1985dal ministe¬ ro (lei Xeni Culturali, un Eden che deve, indirettamente, la sua Imi una alle miniere, lai /.(ina, i iie sì trova in quella parte della Sordogno che sì chiama Sulcis, nel torrilorio dì Arbus, si ò con sorvola intatta ironìa del caso penili' faceva parte dì un enor me complesso industriale (oltre m10 mila ettari) dell'SOO, ormai dismesso, por l'estrazione di piomboe zinco. Le vestigia di un passalo di lavoro duro e dignitoso domina¬ no la scena: in alto, all'ingresso del borgo di Ingurtoso, il palazzo della presidenza, in pietra e le¬ gno, dove erano gli uffici della direzione; scendendo verso il ma¬ re lungo una stradina sterrala ecco gli ingressi di pozzi e galle¬ rie, i ruderi dì case e il grande impianto della laveria dei mate¬ riali estrani, curioso edificio di aspello raffinalo con fughe d'ar¬ chi, purtroppo semìdislrullc, e finestre a bifore con rosone cen¬ trale; infine, il magazzino con pontile di carico, di cui restano pochi frammenti, perii trasporlo dei minerali. Proprio questo ma¬ gazzino, amorosamente restaura¬ lo ira il 1987 e il '93, sì e trasforma¬ to nell'albergo, in cui si entra attra¬ verso una evoca¬ trice galleria in pietra di scisto. Tre fabbricali uni¬ ti da una cotte interna e da una pìazzettu aperta Sull'im me usa spiaggia di morbi¬ da sabbia in cui sì perdono gli ospiti e i (pochi) turisti che sfidano lo sterralo e la man¬ canza delle con¬ suete strutture di supporto dei cen¬ tri balneari por vi¬ vere una vacanza lontano da discoteche, chiasso e confusione. Racconta Caroli, figlio di uno degli ultimi direttori delle minie¬ re di Ingurtoso: «Il complesso minerario dì Ingurtoso e quello vicino di Monl.evecchìo sono sia¬ li chiusi tra gli anni '70 e '90. i lostituivano una grande comuni¬ tà nata a mela '800. ( lui lavorava¬ no migliaia di persone, 1 minerali di blenda e galena venivano por- 0 ■^w tati dalla laveria al mare sui vagoni di una piccola ferrovia, il cui tracciato è omì ricalcato dalla strada, dove affiorano anco¬ ra traversine in legno e lastre di granito. I vagoncini scendevano a vaile per effetto della pendenza e venivano riportali indietro dai uivulli. L'attuale area risuiianie era la loro scuderia. Il materiale veniva trasferito su barche al vicino porto di Carloforte e di là, sulle navi, a Crotone e La SjM.'zia per la lavorazione finale. E' stalo cosi fino al l'JfjO, e io lo ricordo, poi sono arrivali i camion. Ma niente e cambiato, almeno sino alla line delle miniere». Anni di abbandono, poi l'idea di convertire almeno una scaglia del complesso a una iniziativa turìstica, rispettando con scrupo¬ lo questi incantati scenari natu¬ rali. Una parte dei materiali di restauro sono stali ceduti dalla .Soprintendenza ai fieni Culturali di Cagliari: le travi e le mensole incastonate nei soffitti delle sale risalgono al 1600, i mattoni in argilla che abbelliscono le bifore esterne sono settecenteschi. E altre idee si affacciano, come rimctlere in ordine il villaggio di Ingurtoso (nella zona sta già compiendo lavori di bonifica la società Igea, che ha in gestione il comprensorio da parte della Re¬ gione Sardegna) per creare un centro cullurale-lecnologico: musica, arte, new economy. L'iinpurtanle e che questo mondo selvaggio non sia snatura¬ lo. Che chi viene si adalli rispol- tosamente alle necessità del luo¬ go e non viceversa. Un microco¬ smo creato dal vento - il Maestra¬ le o Mislral, che soffia talora impetuoso da Nord-Ovest - e dall'acqua: il vento porta la sab¬ bia e crea le dune, la pioggia e i torrenti la riportano al mare in un ciclo senza fine. \L da qui si può partire alla scoperta di altri magici sili della Sardegna: gli stagni di Oristano, i resti della cillà punica di Tharros, i castelli di Las Plassas e Sanluri, il com¬ plesso nuragico di Barumini. Poi, si toma, in tempo per vedere il solo al tramonto, incastonato in una monumentale scultura di Andrea Cascella, eretta sulla spiaggia e rivolta verso Ovest. E ci si sente bene. Qui vengono in vacanza Fassino e la Melandri Cossiga e Ornella Vanoni ma 0 ■^w S. Giovanili S , •/ORISTANO 23 ArboréaV Ales [ ''terralbaiìUras m~. J, X » ^p Sàrdara S. Gavino M^ Gùspini O 9 ^0 SanlurV Villacidro | Alle «Dune» vanno in vacanza o a riposarsi per un breve weekend ministri come la Melandri e Fassino o ex come Diliberto e Cossiga; qui Pansa al riparo dell'ombrellone ha scritto uno dei suol libri equi Ornella Vanoni ama prendere il sole Sotto: la cartina del posto