Colaninno duella con l'Authority di Luigi Grassia

Colaninno duella con l'Authority La Telecom approva il primo bilancio post-Opa. Il presidente: non ho deluso i mercati, il piano industriale è forte Colaninno duella con l'Authority «Normeda rifare». IlTesoro: inopportuno inAssemblea Luigi Grassia TORINO Doveva essere un'assemblea «ordi¬ naria» di nome e di fatto, cioè senza pathos, amputata com'era della sua parte straordinaria dedicata alla fusione Seat-Tin.it slittata a giovedì 13. Ieri, alla sede torinese di Telecom Italia in via Bertela, si trattava semplicemente di approva¬ re 1 dati di bilancio '99 già circolati e a prima vista soddisfacenti al di sopra di ogni critica: un paio d'ore e tutto sarebbe finito in mattinata. Invece l'appuntamento con Cola- p.inno, il primo del genere con alle spalle un intero anno di gestione dopo l'Opa vittoriosa, ha dato la stura a un acceso scambio di idee con gli azionisti, per cui l'incontro si è trascinato fino a sera, anche con il contributo del presidente-am¬ ministratore delegato, autore di una lunga e appassionata filippica di difesa e di attacco: difesa da chi lo accusa di non avere un piano industriale, attacco all'Authority delle comunicazioni cui ha chiesto di «rivedere tutta la normativa vigente, conservando solo quello che è strettamente necessario e cancellando quei vincoli regolatori, a suo tempo utili per aprire la concorrenza, che adesso si sono trasformati in handicap competiti¬ vi, il cui permanere rischia di bloc¬ care l'offerta di servizi con un costó economico non più sostenibile»'. Il tìtiinero ulto di Telecom ha anche denunciato poca chiarezza nella gara per i nuovi telefonini Umts, alla quale «chi partecipa rischia di non essere informato per tempo sulle regole del gioco». Per queste dichiarazioni Colaninno si è preso un rimbrotto dal rappresentante dell'azionista Tesoro: felice del divi¬ dendo da 117 miliardi «doppio del¬ l'anno scorso», questi gli ha conte¬ stato che «l'assemblea non è luogo in cui muovere rilievi alle Autorità regolatone indipendenti». - Nonostante la discussione-fiu¬ me l'assemblea ha approvato quasi all'unanimità il bilancb 1999, chiu¬ so con ricavi consolidati per 52.481 miliardi (in crescita dell'8,2% sul '98) e un utile netto di 3.364 miliar¬ di, in calo del 12,2,Ki poiché l'eserci¬ zio precedente beneficiava di plu¬ svalenze. Ai soci sarà distribuito un dividendo aumentato di 3 lire (603 anziché 600 per le azioni ordinarie e 623 invece di 620 per le risparmio) grazie al riacquisto di azioni proprie che diminuisce il numero dei titoli in circolazione. Ma più che di numeri si è parla¬ to di strategie. Colaninno l'ha presa alla larga, cominciando col rivendi¬ care, un anno dopo, che «l'operazio- ne Olivetti-Tecnost su Telecom non ha deluso le aspettative dei soci e non ha tradito le attese dei mercati finanziari». Poi ha respinto lo crìtiche di chi continua a conside¬ rarlo soprattutto come un finanzie¬ re, magari interessato solo a un ritorno nel breve periodo, anziché l'industriale dotato di visione a lungo termine che serve al gruppo: tutto sbagliato, ha detto, anzi do non so parlare di piani e di attività finanziarie, non sono un banchiere, ho sempre gestito industrie. In quest'anno ho dato più spazio a operazioni industriali che a opera¬ zioni finanziarie». E ne ha fatto un lungo elenco. Nel primo scorcio del regno di Colaninno il gruppo Tele¬ com si è allargato nel mondo pian¬ tando nuove bandierine in Argenti¬ na, Brasile, Perù e Turchia sia nella telefonia fissa che nella mobile e in Internet. Ha avviato il cablaggio del Mediterraneo col progetto Nau- tilus «che permetterà al tessuto delle piccole e medie imprese italia¬ ne di connettersi con tutta l'area» e ha già allo studio un piano per collegare la rete europea a quella sudamericana. In Italia ha avviato l'offerta della tecnologia AcLsl per l'Internet «veloce». Ha avviato una grande riforma oi^anizzativa che ha fatto dimagrire il pletorico cen¬ tro direttivo romano (passato da 4.800 a 500 persone) costituendo al suo posto diverse «business unii» che nelle parole del presidente «so¬ no quasi delle aziende indipendenti i cui risultati verranno misurati sulla base dell'aumento di produtti¬ vità, della riduzione delle inefficien¬ ze, dell'innovazione e della soddi¬ sfazione dei clienti» responsabiliz¬ zando i rispettivi manager. Sul piano sindacale, Colaninno ha ricordato il contratto aziendale Telecom e anche quello nazionale di settprc, appena firmato, di cui rivendica di aver lanciato per pri¬ mo l'idea «un anno fa a Tor Vergata in un convegno a cui partecipava Cofferati», perché, ha spiegato, «im¬ prese che competono sullo stesso mercato delle telecomunicazioni non possono farlo alla pari se i loro dipendenti hanno contratti di lavo¬ ro diversi». Ha anche difeso la recente operazione Italtel-Cisco: «Non si tratta di una dismissione - ha sostenuto -. L'Italtel lavorava in prevalenza per Telecom producen¬ do quasi solo impianti per la telefo¬ nia fissa. Sarebbe riuscita a Jujc sul mercato da sola? Unendosi a Cisco, che si occupa di trattamento dei dati e di Internet, si allarga a un settore in cui la domanda è sostenu¬ ta e destinata a crescere ancora». Infine Colaninno ha detto con orgoglio che «il margine operativo lordo di Telecom Italia è superiore in termini percentuali a British Telecom, a "rutsche Telekom e a Franca Télécom, e inferiore solo a Telefonica. Il nostro risultato opera¬ tivo è superiore a quello di tulli gli altri. Siamo i numeri uno in Euro¬ pa». Nessun timore, quindi, dalla concorrenza internazionale: «Non sono minimamente preoccupato, anzi mi sento il migliore perché noi abbiamo fatto l'Opa e gli altri no». Da sinistra, Maranghl e Antonio Fazio Su Mediobanca pesa l'ombra di Bankitalia Roberto Colaninno

Luoghi citati: Authority, Brasile, Italia, Perù, Torino, Turchia