Quando la salute va di corsa

Quando la salute va di corsa NON ESISTE UNO SPORT PIÙ' SEMPLICE DEL JOGGING Quando la salute va di corsa Movimento atavico legato all'uomo rimpianto è appena fuori casa e le regole sono dettate dal buon senso inchiesta N Gian Paolo Ormozzano TORINO on esisto sport più semplico della corsa, cho ci può offri¬ rò l'impianto ideale appena siamo usciti di casa, non esisto sport più della banale corsa al quale siano applicabili tematiche, problematiche, obblighi, consigli, paiire in maniera così abbondante ed intrigante. Il romanzo complica¬ tissimo del podismo vede continui interventi, riscrittisre, polemiche. Un dialogo per tutte le stagioni, e specialmente per quella estiva. La collocazione esatta dì un movimen¬ to semplicissimo, atavico, primige¬ nio, legato come pochi all'esisten¬ za, alla sonravvivenzu doll'uomo, come quello del correre, è difficile persino dal punto di vista linguisti¬ co: siccome bisogna jiarlare ingle¬ se, si devo dire running (traduzio¬ ne elementare) o jogging? Pire cho jogging sia più giusto per la massa: perche indica il correre saltellando in allegria, alla vispa Teresa, il far corsa senza il prob orna di correre. I ninnerà sono tjuelli che, professio¬ nisti o professionali del podismo, non ixwsono permetterai la letizia dei joggera gli sky-nmnore, corrido¬ ri del cielo, sono, uddirittura, ì podisti che se non soffrono in altura, sopra i 1000, non si diverto¬ no. L'approccio serio alla corsa gode o (orse soffre di alcune redolo elomenlari. Una visita, con partico- laro attenzione al sistema cardia¬ co, presso il medico di famiglia o - meglio - presso un istituto spocia- PfUMA SETTIMANA SmiMAMA lizzato in medicina dello sport (sulle 50 mila lire). Un po' di tempo libero, al mattino e alla sera non importa, sempre in ore lontane dai pasti. Un po' dì materiale adatto: maglietta, braghette e soprattutto le scarpe, cho non devono essere troppo comode, anche se è da mettere in conto cho il piede gonfi. La scarpa grossa significa il piede che ci balla dentro o cho col suo movi¬ mento sì infliggo vesciche. E si deve dire subito che uno dei massimi problemi del jog¬ ging è l'inconve¬ niente assurdo, an¬ che pìccolo, pro- irio come uuella «Ila che ai forma sul piede: la fatica, al confronto, è pro¬ blema più facìlj,^ mento risolvibile^ con l'allenamento oconilfachìrismo. Accade persino in una maratona: il nemico è magari il capezzolo dolen¬ te per lo strofinio della maglietta più cho il crampo alla gamba afTatì- cata. Esistono infinito tabelle dì approccio alla corsa: o sono brutal¬ mente elementari, o sono sofistica - tissìme, condizionate dalla stagio¬ no, dal clima, dal peso corporeo, dalla situazione cardiaca. Esistono infinite scuole di pensiero, suppor¬ tate da infinite pubblicazioni. Tan¬ to per dare un'idea: uno dei massi¬ mi contrasti a proposito del jog¬ ging primario, e ementare, riguar¬ da 1 opportunità o meno dì alterna¬ re alla corsa la marcia. C'è chi dice QUARm'SÈrnMANA uwmrn.iiHWiW che la marcia presuppone un fatico¬ so, pericoloso meccanismo dì ria¬ dattamento alla corsa, quando è ora di rifare sul serio, c'è chi dico che la marcia e il sollievo ideale, distensivo, contro fatica: una spe¬ cie dì massaggio sul posto. Un lunlo dì incontro può riguardare 'età: marcia rilassante consigliabi¬ le in assoluto ai giovani, sconsìglìa- bile agli anziani. Ma anche il con¬ cotto eli giovane ed anziano diven¬ ta vago, quando si parla di corsa, visto che il correre è consiglialo all'uomo dai 10 ai 90 anni. Uomo inteso anche come donna, perché non esistono problematiche specifi¬ che al sesso debole, che in realtà nel mondo del podismo riesce an¬ che a trasformarsi, per lunghissi¬ me distanze, in sesso forte. La donna suda dì meno dell'uomo; la donna ha un maggiore senso del ritmo, la donna gode dì una miglio¬ re leggerezza naturale: così sulla distanza classica della maratona, 42 chilometri 195 metri, ci sono ormai molte donne capaci di fare meglio del pur leggendario uomo cavallo dei Giochi uiHolsinki 1952, il cecoslovacco Emìl Zatopek. Of¬ friamo una tabella semplicissima per un approccio alla corsa, in relazione all'età, e presupponendo una una situazione fisica media. Naturalmente questa tabella ri¬ guarda il podista assolutamente dilettante, nel senso dì bipede che si diletta davvero a fare un po' di movùncntu. Una tabella salutisti¬ ca, non certamente sportiva ed agonistica. Una tabella che comun¬ que si arrende al buon senso, alla sperimentazione diretta, non mai condotta sopra lo ri^he. Sì dove correre, insomma, sino a che dì correre sì sente la voglia e sino a che il corpo dà senza difficoltà tutti ì suoi permessi. Un facile tennometro per quasi tutti è il dolore al fianco destro, nella zona del fegato: su origine e natura del dolore gli scienziati discutono, ma il podista deve arrendersi, almeno per gualche minuto. Per studiare jogging ci sono due pubblicazioni decisive: il libro «Correre è bello» di Enrico Arcellì e la rivista «Corre¬ re» dì Marco Marcheì. Correre bevendo molto, tanto c'è la sudora¬ zione, correre non bevendo mai, per spinger» ai massimo la consu¬ mazione dei grassi (ma l'acqua non nutre, non ha calorie). Correre nutrendosi in coqtinuazìone, ov¬ viamente dì alimenti facilmente assimilabili, come gli zuccheri, cor¬ rere senza mandare giù niente, per non creare anche mìnimi problemi di digestione: diremmo che il pri¬ mo caso riguarda le prestazioni lunghe, il secondo la coreetta sotto la mezz'ora. Correre per non avere mal dì cuore, correre se sì ha avuto mal dì cuore. Correre comuncpie, superando remore, paure, sofistica¬ zioni. Tra fare sport male e non fare sport, è sempre meglio farlo malo: lo predicava il grande fisiolo¬ go sportivo Astrand, svedese, negli Anni Settanta, e parlava soprattut¬ to della corsa, anche se il popolare termine jogging era ancora rintana¬ to in una piega della lìngua inglese. PfUMA SETTIMANA SmiMAMA Alternare un minuto di marcia a un minuto di corsa, por un totale di 20" (IO1 di corsa) Due minuti di corsa, un minuto di marcia, per un totale di 18* (12' di corsa) QUARm' SÈrnMANA Tre minuti di tona, un minuto di marcia, 1 per un totale di 20' (15' di corsa) Quattro minuti di corsa, un minuto di marcia, per un totale di 20" (16' di corsa). Almeno tre sedute la settimana, alitano un olèfHo di riposo la settimana. Ritmo di corsa facile, leggero uwmrn.iiHWiWMWIMm»» I runners tono I professionisti del podismo. Per gli altri è jogging, cioè correre saltellando in allegria

Persone citate: Gian Paolo Ormozzano, Zatopek

Luoghi citati: Torino