Il Messico incredulo festeggia la rivoluzione

Il Messico incredulo festeggia la rivoluzione Il Messico incredulo festeggia la rivoluzione La sconfitta del Pri al potere da oltre settant'anni reportage Augusta MiiaoUn! inviato a CinA'DEL MESSICO E M in un momento dì esalta- ' zione il tassista che ti porta all'una di notte a piazza dell'Angelo dell'Indipen¬ denza dove si è riunita una folla di seguaci di Vicente Fox, l'uomo che alla guida del Parti¬ to Nazionale d'Azione (Pan) ha cacciato all'opposizione il Parti¬ to rivoluzionario istituzionale (Pri) dopo settant'anni di gover¬ no. Enriquez Gonzalez ce l'ha a morte con i governanti di ieri forse anche per motivi persona¬ li. «Fino a qualche anno fa - esplode - se non stavi con loro non trovavi lavoro. Meno male ora si cambia. Fox passa per uno di destra, ma qui un parti¬ to che sulla carta doveva essere popolare, come il Pri, a noi poveracci non ha dato niente in tanti anni di governo. E questa volta se avesse rivinto ci sareb¬ be stata davvero un'altra Rivo¬ luzione come quella di Pancho Villa. Quelli del Pri per mante¬ nere il potere nelle ultime tor¬ nate elettorali ne avevano com¬ binate di cotte e di crude». Le strade di Città del Messi¬ co ancora a tarda notte sono invase di gente, come se la nazionale di calcio avesse vinto una partita. Ma è successo qualcosa di più, è finito un regime, un partito-Stato come il Pri. Qualcosa che ricordava la de di un tempo, ma con una capacità di controllo dell'appa¬ rato dello Stato ancora più capillare. Una sorta di dittatu¬ ra perfetta come ripetono da anni gli intellettuali messicani. Ali Hostaria Santo Domingo, che da 160 anni sta 11, a due passi dallo Zocalo, la gente è ancora incredula mentre divo¬ ra chiles en no^ura. «Non crede¬ vo che quelli del Pri - dice incredulo il settantenne Ga¬ briel Martinez- avrebbero ac¬ cettato la sconfitta senza inven¬ tarsi qualcosa». Eppure sia il presidente uscente, Emesto Ze- dillo, sia il candidato sconfitto, Labastida, non hanno per nulla recriminato. Forse anche per questo c'è quasi un sospiro di sollievo collettivo alla fìesta di Fox (ieri il vincitore ha compiu¬ to 58 anni). Se le cose fossero andate diversamente, cono¬ scendo i metodi del Pri, i colla¬ boratori più in vista di Fox avrebbero ricevuto entro qual¬ che settimana come minimo la visita di qualche agente dol fìsco. Lo stesso trattamento che subì il loro capo quando lasciò il manegment della Coca- Cola per dedicarsi alla politica. Ora con la vittoria in tasca Fox comincerà a rinnovare i vertici dell'apparato dello Sta¬ to che fino ad oggi sembravano la fotocopia del sistema di pote¬ re del Pri. Un rinnovaménto che forse non sarà neppure profondo: l'indole dei messica¬ ni (a guardare giornali, tv, grand commis dell'economia pubblica messicana) è molto simile a quella degli italiani, molti di loro passano subito dalla parte del vincitore. E pensare che se le elezioni si fossero svolte l'anno scorso Fox non avrebbe potuto neppu¬ re candidarsi: solo adesso, in¬ fatti, è entrata in vigore una legge che permette ai messica- nifigli di stranieri di correre per la Presidenza (il padre di Fox è spagnolo). A prima vista, quindi, sem¬ bra che il personaggio sia riusci¬ to quasi in un miracolo. La verità, però, è che si è trovato nel momento giusto al pesto giusto. Il rapporto tra il Pri e il paese era venuto meno da pa¬ recchio tempo. Un po' come la de nella sua crisi, gli sconfìtti avevano perso i contatti con i settori più dinamici della socie¬ tà messicana, con il mondo imprenditoriale più legato agli Stati Uniti (Clinton ha salutato con calore la vitt ina di Fox), addirittura con la potentissima Opus Dei di qui che si è mossa pro-Fox: e dalla crisi è venula fuori l'affermazione di questo personaggio - un po' tecnocra¬ te, un po' populista - alla guida di uno schieramento di centro¬ destra (qui i verdi, alleati del P»r\ non sono ideologici come da noi). Fox sembra un Aznar americanizzato. Il motore del cambiamento è stato il nord industrializzato del paese: dalla Baja California, al Nuevo Leon, a Durango, a Sonora. Anche l'arrivo al pote¬ re di una destra tecnocrate e populista guidata dagli Stati ricchi del Nord sull'onda della crisi di un sistema di potere di settant'anni sembra copiata dalla storia recente del nostro paese. Bisogna vedere ora se il partito-Stato - debole sul piano elettorale, ma ancora capace di controllare la macchina e gli apparati e parte del vecchio establishment - reagirà o me¬ no. Nel '94 in Italia Berlusconi fu detronizzato, bisogna vede¬ re cosa succederà a Fox. Di certo il primo punto affrontalo dai collaboratori del nuovo pre¬ sidente con quelli del vecchio che - secondo le regole - guide¬ rà ancora il paese per ì prossi¬ mi cinque mesi, è stata l'incolu¬ mità del neo presidente. Cosa quanto mai ovvia se si pensa che il cambio della guardia dopo tre quarti dì secolo nella ?uìda del Messico equivale dì atto ad una mezza Rivoluzio¬ ne. La questione principale su cui si interroga la maggior parte della gente in Messico riguarda proprio la natura del¬ la transizione, se sarà indolore o no. Ieri ai tavoli di Les Moustaches, il locale più ele¬ gante della zona Rosa, un'oasi nel caos di Città del Messico, la gente parlava proprio di que¬ sto. «!o credo - spiegava Franci¬ sco Ochoa, che ha una piccola azienda nello stato di Chihuahua - che Fox grazie all'aiuto degli Estados Unidos ce la farà. Dopo l'accordo com¬ merciale del Nafta il Messico non può permettersi di non collaborare con il grande fratel¬ lo». Insomma, Fox gode di quel¬ l'appoggio ìntemazìontile che non aveva il centro-destra nel '94 in Italia. E non e poco. Rimane da vedere se il lea¬ der del Pan riuscirà a governa¬ re un paese dai mille problemi come il Messico con il Pri, cioè una fetta dì Stato, che gli fa la guerra contro. Il neo-presiden¬ te che malgrado abbia fatto per buona parte della sua vita il businessman non è a digiuno di Hilitica, ha già cominciato a anciare appelli all'unità nazio¬ nale, tentando dì creare le pre¬ messe di una uscita lenta e indolore dogli uomini del Pri dalla stanza dei bottoni. Proba¬ bilmente ha ragione. Un cam¬ bio dì regime pacìfico, una Rivoluzione senza sangue ha bisogno innanzitutto di gradua¬ lità. Molti si domandano come reagiranno gli sconfìtti, se la transizione sarà indolore Vittoria schiacciante per il leader dei centro-destra Fox che lancia appelli all'unità nazionale Vicente Fox, Il candidato del Partito nazionale d'azione, beve champagne subito dopo l'annuncio della sua vittoria