Regina Coeli, una ia con 26 feriti di Francesco La Licata

Regina Coeli, una ia con 26 feriti Regina Coeli, una ia con 26 feriti All'ora della conta tre detenuti aggrediscono gli agenti Francesco La Licata ROMA Il vulcano-carcere comincia a mandare fumo e lapilli, i sismo¬ grafi segnalano scosse forti e lanciano l'allarme: l'esplosione è molto più vicina di quanto si possa credere. Ormai si sono raggiunte le temperature altissi¬ me, come dimostra l'apertura di un «minicratere» a Regina Codi, carcere storico di Roma, nel cuore di Trastevere. 0 peggio si è verificato nella notte tra vener¬ dì e sabato: la tensione accumu¬ lata in tanti giorni di notizie altalenanti su indulto ed amni¬ stia, è sfociata in uno scontro fra detenuti e polizia penitenzia¬ ria. Forse è improprio parlare di rivolta, ma la drammatica sera¬ ta di Regina Coeli non può certamente essere archiviata con superficialità. Non è stata rivolta, infatti, soltanto perché la maggior parte dei detenuti non l'ha voluto, preferendo for¬ se attendere l'arrivo del Papa e Tesilo finale di questo intermi¬ nabile ping-pong fra maggioran¬ za ed opposizione, nella speran¬ za mai tramontata di riuscire ad ottenere un provvedimento qualsiasi di clemenza. Ventaci feriti, molti contusi, sangue, un braccio fratturato. Una sezione devastata. Ora che è tornata la calma, si scorgono i segni della battaglia. Nulla di organizzato, per fortuna. Sem- iBwweiartwOato di una scatto irresponsabile di tre carcerati particolarmente «caldi» che, tut- «RViarnaUa hanno a che fare con Te proteste effettuate ih questi ultimi giorni. Uno slavo e due italiani hanno acceso la miccia. ''^ Comincia intorno alle 23, il film di questa sorta di prova generale di rivolta. Terza sezio¬ ne, detenuti comuni: 190 reclu¬ si, troppi per lo spazio vitale disponibile. L'ora è quella della cosiddetta «conta», il rito serale che serve a verificare la presen¬ za di tutti gli ospiti, prima di chiudere le celle e la sezione. Gli agenti non si aspettano l'aggres¬ sione: da giorni convivono ner¬ vosamente con i detenuti, ma senza particolari difficoltà. E invece venerdì sera si scatenano tre della cella numero 18. Si avventano in direzione degli agenti, con il chiaro intento di sopraffarli per poi guadagnare il controllo dell'intera sezione. Ne vien fuori un furibondo corpo a corpo per la conquista degli accessi alla camerata. I tre grida¬ no come ossessi, brandiscono delle sbarre di ferro ricavate dai eletti. Invitano i compagni a la¬ sciare le camere per dar vita alla rivolta. Sperano che il carcere si -faccia conquistare dalla scinlil- Passano pochi minuti che sembrano un'eternità. Escono gli altri tre detenuti della cella 18 e si associano alla lotta. Il resto della camerata guarda, occhi indecisi scrutano l'anda¬ mento della battaglia. La sortita dei tre, però, non si rivela decisi¬ va. Gli agenti, infatti, riescono nella manovra di ritirata, chiu¬ dono le porte della tersa sezio¬ ne, costretti a lasciarla pratica¬ mente nelle mani dei rivoltosi. L'allarme si propaga nella notte. Un allarme che sembra non aver impressionata il diret¬ tore del carcere, il dott. Mariani, che si è presentato soltanto ieri mattina, ovviamente lasciando¬ si dietro una scià di polemiche tra la polizia penitenziaria e gli stessi organismi sindacali. Lo stesso direttore avrebbe anche omesso di avvertire la direzione del Dipartimento dei disordini che erano in svolgimento a Regi¬ na Coeli. La terza sezione rumoreggia: «Libertà» è la parola d'ordino, una reazione isterica quanto velleitaria, visto che non si capi¬ sce come la libertà possa essere conquistata con una rivolta e in quelle condizioni. Gli agenti in¬ tavolano un dialogo a distanza, ma possono verificare che ai sei si sono uniti non più di quindici malintenzionati. Sì tira un sospi¬ ro di sollievo, perché se tutta la sezione si fosse ammutinata sa¬ rebbe slato un bel grattacapo. Vanno a vuoto i tentativi di convincerli a lasciar perdere. Anzi, dall'altra parte compaiono qualche bomboletta e l'acqua e sapone, arma classica - quest'ul¬ tima - in ogni rivolta. E' facil¬ mente reperibile e serve a far scivolare il «nemico» prima che arrivi al corpo a corpo. L'inter¬ vento viene deciso quando i detenuti delle altre sezioni si rifiutano di «trattare» e invitare i compagni a rientrare nelle celle. Non rimane che la carica: scudi e manganelli contro le sbarre di ferro, qualche lametta da barba e qualche bomboletta spray. Il grosso della sezione rimane neutrale, i rivoltosi si battono come leoni, guidati dai tre: Alberto Martinovich, uno slavo con una lista di condanne per sequestro, estorsione e vio¬ lenza carnale aggravata, e i due giovani romani. Cesare Panzie- ri, 28 anni, in carcere per droga. e Sandro Stazi, 21 anni, che deve scontare 24 mesi per concorso in tentata rapina. Uno dei due italiani, Panzieri, si è ferito alla braccia, dice di essere malato dì Aids e si «difende» schizzando sangue dappertutto. La lotta è stata breve ma intensa. Alla fine si sono contati 26 feriti. Un agente col gomito fratturato, un ispettore ricovera¬ lo e poi dimesso, il ribelle Panzìe- ri col braccio «ricucito» (50 pun¬ ti di sutura). Le notizie della battagUa notturna hanno fatto accorrere a via della Lungara un gruppo di familiari dei carcera¬ ti, Si sono rassicurati dopo aver constatato che «non era succes¬ so nulla dì grave». In mattinata il carcere è stato meta di funzio¬ nari del Dap {Dipartimento am¬ ministrazione penitenziaria) ma anche di polìtici. Marco Palmel¬ la ha potuto visitare sia i detenu¬ ti che gli agenti feriti. Quando è uscito na confermato lo stato di estrema tensione che si respira nelle celle, ma ha escluso che l'episodio sia da mettere in rela¬ zione con le manifestazioni di protesta degli ultimi giorni. E' stato confermato che il Papa sarà a Regina Coeli per il Giubi¬ leo dei carcerati. E questo è forse il motivo per cui è slata evitata la rivolta generalizzata. Dopo la visita del Papa - questa è la certezza di molti osservatori - i margini si restringeranno e sarà difficile tener sotto control¬ lo i penitenziari di tutta Italia. Con sbarre di ferro ricavate dai letti hanno invitato tutti i compagni ad uscire dalle celle e a far scattare la rivolta La prigione di Regina Coeli e due guardie carcerarle dopo la sommossa

Persone citate: Alberto Martinovich, Mariani, Panzieri, Regina Codi, Sandro Stazi

Luoghi citati: Italia, Roma