GRAN FINALE D'ISPIRAZIONE RUSSA di Leonardo Osella
GRAN FINALE D'ISPIRAZIONE RUSSA STAGIONE RAI DI PRIMAVERA GRAN FINALE D'ISPIRAZIONE RUSSA Rachmaninov, CiaikovsMj (più Bach) per la bacchetta di Rozhdestvenskij PER chiudere in bellezza la breve ma ben congegnata stagione musicale di prima�vera-estate, la Rai ha previsto una serata quasi esclusivamente alla russa invitando sul podio del Lingotto, luned�3 luglio alle 20,30, Gennadi Rozhdestvenskij che, nato nel 1931 ed esordiente già a 20 anni al Bolshoi di Mosca (nella foto a fianco di Postmkoval, ha guidato le maggiori orche�stre in patria e all'esvero. Per l'appuntamento con la Sinfonica Nazionale Rai, avrà al suo fianco, secondo una lunga consuetudine, la moglie Viktona Postnikova, valente pianista, che si esibirà nella suadente «Rapsodia su un tema di Pagani�ni ap. 43» di Rachmaninov: una pagina a effetto, originale per vari motivi. Intanto si tratta di un tema con variazioni, ma il tema viene enunciato soltanto dopo la prima variazione. Nella settima variazione subentra il tema del «Dies Irae», che offre il destro ad un utilizzo ballettistico del brano, come avvenne in effet�ti con la collaborazione del gran�de coreografo Michel Fokine. La Russia verrà poi ancora rappresentata da Ciaikovskij, di cui si ascolteranno «Francesca da Rimini op. 32» e «Capriccio italiano op. 45». La «Francesca» è una fantasia sinfonica, la cui origine letteraria sta evidente�mente nel quinto canto dell'clnfemo» di Dante. Ciaikovskij lo lesse in Francia mentre era in viaggio in treno. Il lavoro, compo�sto nel 1876, gioca sostanzial�mente su due elementi: i due personaggi, ben delineati da due rammenti di tema, simbolo di un amore breve e spezzato dram�maticamente, e la violenza della bufera che solleva i due giovani e «di qua, di là, di giù, di su li mena». Di quattro anni posteriore, anche il «Capriccio italiano» ha ovvie radici nella nostra Peniso�la. Stavolta sono temi per lo più popolari, a iniziare dalla fanfara che Ciaikovskij «captò» da una caserma romana vicina all'alber�go in cui soggiornava. I temi vanno e vengono, orchestrati con dovizia di colori, fino al trascinante finale, in cui irrompe in tutta la Sua solare allegria la tarantella napoletana dal tipico ritmo binario. Ma l'avvio della serata, prima di un cos�ricco «cadeau» di musica russa, è all'insegna del sommo padre Bach, con la «Pas�sacaglia in do minore per organo BWV.582» nella trascrizione per orchestra da Ottorino Respighi, di cui è nota la propensione che coltivò sempre a rivisitare a modo suo il repertorio antico. Leonardo Osella
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