Turisti, attenti alla malaria
Turisti, attenti alla malaria UNA MALATTIA CHE FA STRAGI IN MOLTI PAESI Turisti, attenti alla malaria A che punto sono le ricerche in Italia e nel mondo CHI per l'estate ha in men�te un viaggio esotico in uno dei 91 paesi a rischio di malaria ricordi che la profi�lassi una settimana prima, du�rante e quattro soitimane dopo il soggiorno, è mollo consigliabi�le; la prolezione non è totale ma in caso di contagio l'infezio�ne ò piultoslo blanda. In Italia si contano ogni anno poco mono di 1000 casi di malaria, per due terzi di turisti, il resto immigrati. Gli abitanti delle regioni malariche svilup�pano una difesa immunologica che offra loro una certa prole�zione; infatti la maggior parte delle vittime sono bambini non ancora immuni I-i proiezione si mantiene fino a che le perso�ne restano nei paesi di origine, ma decade quando queste si trovano a vivere in regioni dove la malaria è assente; uno studio compiuto alla Clinica di malat�tie infettive dell'università di Brescia tra il 1990 e il 1998 ha rivelato che il U)"-. dei casi di malaria importala riguardava�no immigrati che. dopo un lungO soggiorno in Italia, si erano acati nei paesi di origine per visitare i parenti senza effelluare la profilassi. E' possibile un ritorno mas�siccio della malaria in Italia? (ìli ottimisti dicono di no. ma c'è chi pensa il contrario e cita la mini-epidemia avvenuta nel '97 nel Grossetano; due persone si ammalarono a causa della puntura di zanzare italiane che si erano infettate pungendo un lavoratore indiano di ritorno dallo Sri Lanka; un tempestivo Intervento ha eliminato il foco* laìn. I pessimisti citano anche il caso dello Sri Lanka, del Mada�gascar, delle repubbliche asiati�che ex Urss, di parie della Turchia dove negli anni 'bO la malaria era stata praticamente vinta: lo sviluppo di ceppi di Plasmodio resistenti alla clorochina ha pero riacceso l'infezio�ne. In Italia l'Anofele è soprav�vissuta e polche esistono anche alcune migliaia d�persone infet�te non é impossibile che qual�che insello, succhiando il loro sangue, si infetti a sua volto e faccia ripartire il ciclo. Zanzare infelle arrivano anche nei con�tainer e nei bagagli provenienti da regioni malariche; famoso il caso di un agricoltore abitante a circa tre chilometri dall'aerojorto ginevrino di Colntrin che ia contratto la malaria senza mai essersi allontanato dal suo podere: infettato da una zanza�ra sbarcala al vicino scalo. Il chinino e stalo la prima armo contro la malaria; in Ita�lia ora prodotto nello stabili* mento (lei "Chinino d�Sialo" a Torino e distribuito, oltre che nelle farmacìe, dai tabaccai. Il chinino fu poi sostituito dai suoi derivali, le aminochìnolìne. la principale delle quali è la dorocnina ancora usata perche economica, efficace e con pochi effetti collaterali. Oggi, purtrop�po, s�sono formati ceppi d�Plasmodio resistenti, ime in Africa sono ormai l'tIO per con�to; pur questo di recente sono stati sviluppati farmaci più po�tenti, mu curi, per esempio alcuni derìvuli du un vegetule. l'artemisia, messi u punto in Cina. Il punto sulla lolla alili muluria ò stillo lutto nel novembre d�due anni fu. nel centenario dulie scoperti.) (l�Boss e di tirassi, in un importante conve�gno organizzato u Roma dal più illustre dei mularìolog�Italiani, Mario Coluzzi; il grosso volume degli alti, pubblicali dall'Unìversità I.i Sapienza di Komu con il contributo finanziàrio dellu Compagnia d�San Paolo d�Torino, è stato presentato all'Accadomìa di Medicina torinese lo scorso aprilo. In una dello relazioni conclusive Anders BJorkman, del celebre Kurolinsica Instìtulet d�Stoccolma, dolim'-.i la trama del "dramma mala�ria" cosi come si annuncia all' inizio di un nuovo secolo di ricerchi): tDobbiamo convincer�ci che abbiamo a cho fare con un'infezione cho possiede un' enorme capacità di diversifica�zione ha dotto da qui deriva l'abiUtà del parassita di sfuggi�re ai suoi duo principali nomici presenti nell'ìndivìauo ospite, cioè il suo sistoma immunitario o �fannaci untimularia. La principale lezione cho ci viene dal passato ò l'abilità del Plasmodium falciparum di svilup�pare la propria resistenza al medicinale proprio sotto l'effet�to del medicinale stessei. Mn Bjorkniun molto impieto�samente in luce un altro ostaco�lo: «Doto che la malaria è la malattia dei poveri, in particola�re dei bambini in Africa, l'indu�stria trova scarsi incentivi a sviluppare farmaci innovativi». Al tempo della guerra in Viet�nam gli Stati Uniti lanciarono un imponente progetto guidato dai militari del Walter Reed Instilute; ma finita la guerra i finanziamenti furono stati dra�sticamente ridotti. Tuttavia la ricerca non si arrende. Per esempio si sta lavorando sul Plasmodium falci�parum per sequonziamo l'inte�ro genoma e tentare di manipo�larlo; un gruppo di ricercatori californiani è impegnato nello sviluppo di una generazione di zanzare transgeniche in grado di bloccare la riproduzione del parassita nella fase sessuata. Molto promettente appare la strada del vaccino. «Ne sono in preparorzione quattro o cinque dice il professor Paolo Arese, del dipartimonto di Genetica, Biologia e Biochimica dell'uni�versità di Torino e potrebbero essere pronti tra cinque-sei an�ni». La riunione torinese aveva anche lo scopo di mostrare che in Italia si fanno attualmente studi sulla malaria di ottimo livello, anche se naturalmente siamo lontani dalla glorie di inizio secolo, quando per am�missione degli stessi inglesi, i maloriologi italiani erano i mi�gliori del mondo. Esistono oggi in varie università e all'Istituto di Sanità di Roma gruppi che producono risultati ben apprez�zati a livello intemazionale. A Roma Coluzzi guida un istituto in cui si producono zanzare transgeniche (Are), si studiano meccanismi di resistenza alla malattie in popolazioni africa�ne (David Modiono) e ci cerca di capire perchè certi tipi di zanza�ra sono più pericolosi di altri (Coluzzi) mentre alla Sanità il gruppo diretto da Clara Fronta�li si occupa di biologia molecola�re del Plasmodio. A Torino al dipartimento di Genetica il gruppo del professor Arese cer�ca eli capire perchè i portatori di diffusi difetti genetici come l'anemia falciforme e la talassemia sono protetti contro la malaria. Sul campo, in particolare in Africa, il contributo italiano è importante: la Cooperazione in�temazionale del ministero do�gli Esteri ha creato e gestisce un ospedale con annesso centro di ricerca in Burkina Paso e porta avanti un ampio program�ma nel Pese e in Eritrea. Pro�prio in questi giorni si inaugura nell'isola di Pemba, davanti alla costa della Tanzania, un centro di ricerca, interamente finan�ziato dalla Fondazione de Carneri di Milano, il cui direttore scientifico è il malariologo tori�nese Marco Albonico. Vittorio Ravizza tnrosio lere^oni più colpita dato materia Nella foto sopra, globuli rossi attaccati dal plasmodio. Sotto, le cifre delle vittime di malaria ogni anno nel mondo
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